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L’aumento delle scorte del greggio non abbassa i prezzi

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Sep 21, 2017, 15:25 GMT+00:00

L’Energy Information Administration (EIA) ha comunicato che nella settimana precedente le scorte di petrolio sono salite a dismisura. Sì perché,

L’aumento delle scorte del greggio non abbassa i prezzi

L’Energy Information Administration (EIA) ha comunicato che nella settimana precedente le scorte di petrolio sono salite a dismisura.

Sì perché, diversamente da quanto previsto dagli analisti di Global Platts, l’incremento non è stato di 2,4 milioni di dollari al barile, bensì di 4,6 milioni.

Una situazione che ha proiettato l’offerta del greggio fino a 157.000 barili al giorni, per un totale di 9,510 milioni di barili.

D’altro lato, si è registrata una prevista flessione di 2,1 milioni di barili per le scorte di benzina, con i distillati che hanno raggiunto un calo di 5,7 milioni di barili, contro una previsione di 1,9 milioni.

L’aumento delle scorte di petrolio, complice anche la scarsità di cui sopra, non abbassa il valore del cross del crude oil, ma anzi complementa un trend in singolare ascesa, osservando il titolo WTI a +1% a 50,12$ e il Brent a +1,38% con valore 55,90$.

Risulta utile riportare l’analisi grafica odierna di Milano Finanza, secondo cui: “Nella seduta di mercoledì il petrolio (analizzato tramite il contratto E-Mini Crude Oil future quotato sul Cme) ha compiuto un nuovo allungo ed è salito oltre i 51 dollari. La tendenza di breve termine rimane pertanto positiva: dopo una breve pausa di consolidamento è possibile un ulteriore balzo in avanti, con target teorici a 51,40$ prima e in area 51,75-51,80 dollari in un secondo momento. Un’eventuale correzione dovrebbe invece arrestarsi a contatto con la precedente resistenza, ora supporto, situata in area 49,20-49,15$. Soltanto una discesa sotto questa zona potrebbe provocare un’inversione ribassista di tendenza”.

Prendendo le mosse dall’analisi di cui sopra, è possibile osservare come si sia in presenza di una tendenza rialzista che permetterebbe un consolidamento superiore a quanto finora verificatosi nel cross dell’oro nero.

È vero che a livello valoriale risulta difficile staccarsi dalla soglia dei 50 dollari al barile, ma è pur vero che il quadro attuale, arricchitosi di eventi come uragani e calamità naturali di vario genere, oltre a una situazione geopolitica tutt’altro che accomodante, potrebbe riservare sorprese in riferimento a un innalzamento dei prezzi che fino a poco tempo fa sembrava utopia.

Una strategia posizionale lunga potrebbe rivelarsi azzeccata nel breve, anche se sarebbe opportuno non lasciarsi sedurre dal fascino rischioso dell’intraday.

Per operare nel lungo periodo è bene aspettare e avere a disposizione elementi più obiettivi e meno modulari.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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