Il Bitcoin non stupisce più. Moneta virtuale, valuta alternativa, strumento di investimento, commodity. E ancora: bolla speculativa, pericolo per gli
Il Bitcoin non stupisce più.
Moneta virtuale, valuta alternativa, strumento di investimento, commodity.
E ancora: bolla speculativa, pericolo per gli investitori, ricchezza fittizia, valuta nera.
Non c’è dubbio che in qualunque modo si voglia intendere la criptovaluta di Satoshi Nakamoto, questa si è rivelata volano di una modernità tecnofinanziaria che all’inizio era impossibile pronosticare.
Come ogni valuta è sensibile alle notizie, nel bene e nel male. In più si arricchisce di una solidità modulare che la rende peculiare.
Una solidità che ricorda quasi la sterlina britannica, moneta che nella sua storia ha sofferto veramente solo la speculazione di George Soros nel 1992 e la reazione alla Brexit.
La forza del BTC può prendere le mosse proprio dalla moneta inglese, seppur con una struttura e una modulazione completamente diversa.
In principio il Bitcoin perse molti punti in seguito alle ormai famose parole dell’ad di J.P. Morgan, Jamie Damon, che sosteneva come tale criptomoneta fosse una truffa.
Tanto valore perso per il BTC, che comunque riuscì a risalire.
E non poco.
Arrivando all’ultimo periodo, che potremmo inquadrare in un arco temporale di due settimane, la criptovaluta più famosa al mondo ha dimostrato ancora una volta quanto sia incline sia a scendere sia a riprendersi salendo ancor di più.
Tra l’uscita di Bitcoin Cash, Bitcoin Gold e soprattutto la querelle sull’aggiornamento del sistema previsto per il 16 novembre, la valuta di Nakamoto ha ceduto il passo bruscamente.
Tale contingenza si inserisce nel contesto di spaccatura mai sanata tra minatori e puristi. Da qui si arriva alla decisione condivisa di annullare l’hard fork che avrebbe dovuto verificarsi nella giornata di ieri con conseguente ribasso valoriale BTC proprio la settimana in cui tale scelta è stata posta in essere.
Se il 9 novembre, data dell’ufficializzazione dell’evento di cui sopra, ha segnato una genesi di ribasso valoriale per il BTC fino al 30% del suo valore, già dal 13 novembre la criptomoneta ha operato un balzo di ben 1000 dollari rispetto alla chiusura di venerdì 10.
La settimana che sta per chiudersi ha osservato un’ulteriore modulazione verso l’alto, arrivando ieri in soglia 7.000 dollari dopo oscillazioni in un intorno tra 6.000 e 6.500 dollari.
Oggi, il BTC è vicinissimo agli 8.000 dollari, dimostrando ancora una volta una solidità e una volatilità davvero non indifferenti.
La mancanza di criticità manifeste potrebbe portare la criptomoneta a crescere ancora e quindi ad alimentare la propria capitalizzazione complessiva.
Quello che non va dimenticato è l’estrema sensibilità del BTC a ogni genere di notizia di sistema che lo inserisce nell’alveo delle valute dall’andamento più frenetico e dal trading più rischioso.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.