La partita non è conclusa ma in evoluzione. E sembrerebbe che Mediaset si sia portata in vantaggio. Un’evoluzione favorevole al gruppo italiano,
La partita non è conclusa ma in evoluzione.
E sembrerebbe che Mediaset si sia portata in vantaggio.
Un’evoluzione favorevole al gruppo italiano, considerando la pronuncia dell’Agcom verso il possesso di quote in Telecom Italia e nella stessa Mediaset da parte dei transalpini.
Nel dettaglio, Vivendi riveste sia la posizione di azionista di maggioranza in Telecom, sia di secondo maggior azionista in Mediaset.
Tale vantaggio posizionale dovrà cessare perché “a nostro parere è illegale”, ha tuonato il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, oggi in un’audizione presso il Senato.
In questo scenario si inserisce la questione sulla prossima assemblea di Telecom Italia, per la quale il colosso tlc francese, forte della propria posizione di maggioranza, ha proposto una lista per la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione. Azione sicuramente lecita.
Quello che potrebbe cambiare i piani di Bolloré e soci è il monito profuso da ISS, il proxy adviser molto seguito dai fondi d’investimento relativamente alle questioni di voto, il cui proponimento è quello di favorire la lista proposta da Assogestioni.
Il 4 maggio, data per la tenuta dell’assemblea, si capirà l’entità del peso di Vivendi in Telecom prima di perdere la propria supremazia.
Riprendendo le parole del presidente Cardani, si può comprendere la direzione strategica, almeno probabile, scelta da Vivendi in seguito al diktat Agcom: “C’è il Tar e tutta una serie di sedi di appello, ma al momento la decisione spetta a noi. E’ chiaro che Vivendi può fare qualcosa: o tenere le azioni Mediaset e vendere quelle Telecom, oppure il contrario”
Ma non solo.
Affrontando il tema della competenza, Cardani prosegue: “Alcuni obiettano che la specializzazione culturale di Vivendi sia sempre stata più la gestione dell’audiovisivo che quella delle telecomunicazioni e che quindi la direzione naturale sarebbe mantenere la presenza in Mediaset e disfarsi di Telecom”.
Parole non prive di logica, certo è che appare quantomeno inaspettato che il gruppo di Bolloré possa optare per l’abbandono totale di una realtà importante come Telecom.
Ma a far luce sulla riflessione di cui sopra, ci pensa sempre Cardani, che motiva la sua proiezione affermando come: “Se Telecom finisse per avere una rete in fibra ottica superveloce niente le impedirebbe di acquistare contenuti da qualcun altro e cominciare a veicolarli sulla propria rete in fibra, riacquisendo così quella che secondo alcuni è la propria inclinazione professionale o culturale da tempo”.
A livello comunitario anche la Commissione Europea si è interessata alla questione sollevata dall’Agcom, così per bocca del Commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha invitato Vivendi a rispettare quanto espresso dall’Antitrust, in base alle regole italiane sul pluralismo dei media. Così la Vestager: “considereremo attentamente le implicazioni di questa decisione, se ce ne saranno, per la revisione in corso della proposta di acquisizione del controllo su Telecom Italia secondo le regole Ue”.
Con una chiosa, il Commissario ammette che l’intervento della Commissione “è limitato all’impatto di questa transazione sulla concorrenza”, volendo quasi alzare le mani su possibili implicazioni e vantaggi che altri trarrebbero dalla situazione.
Intervento circoscritto o no, la Commissione si è espressa, l’Agcom si è espresso e qualcuno in Italia gongolerà sicuramente.
Se la partita finisse oggi, potremmo tranquillamente archiviare questo risultato: Italia-Francia 1-0.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.