Giovedì 20 aprile si è tenuta l’assemblea dei soci di Piazza Gae Aulenti. Per quanto i conti del 2016 recitino una perdita netta di 11,4 miliardi di euro,
Giovedì 20 aprile si è tenuta l’assemblea dei soci di Piazza Gae Aulenti.
Per quanto i conti del 2016 recitino una perdita netta di 11,4 miliardi di euro, in Unicredit filtra ottimismo.
Tale ammanco sarà coperto con la riserva di azioni sovrapprezzo.
Ma non è tutto.
È opportuno ricordare come il secondo gruppo bancario italiano abbia operato un aumento di capitale da 13 miliardi di euro, il cui esito lo ha reso la “la più grande public company in Italia”, come dichiarato da Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit.
Dopo l’aumento di capitale, il fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar Luxemburg, è rimasto il maggiore azionista dell’istituto di credito milanese, vantando una quota del 5,038%.
Quel che rileva è la composizione attuale di Unicredit, il cui 62% è detenuto da investitori istituzionali, segnando quella svolta affermata sopra da Mustier.
Tornando all’amministratore delegato di Unicredit, è utile riprendere il suo intervento in assemblea per comprendere il motivo di tanto entusiasmo: “La qualità dell’attivo è in continuo miglioramento a conferma della nostra solidità”. Aggiungendo come la banca abbia conosciuto una “riduzione significativa dei crediti deteriorati grazie ad azioni decise per ridurre il rischio, raggiungendo il livello più basso da metà 2010”.
Dopo aver ribadito come non possa essere sottovalutato che il livello sofferenziale sia diminuito di ben 36 punti percentuale nel bilancio 2016, Mustier afferma che “Unicredit è in anticipo sulle regole di Basilea 3” del 2019, sottolineando come il gruppo abbia una solida base presente ma proiettata al futuro, senza alcuna ombra in merito alla conformità alla normativa europea.
Come chiosa finale è opportuno riportare quanto detto dal presidente Giuseppe Vita, il quale si è sempre contraddistinto per estrema onestà intellettuale: “Nonostante le azioni di contenimento già portate a termine negli ultimi anni, i crediti inesigibili sono un fardello che da tempo appesantisce i bilanci della banca, ma di concerto con le autorità di vigilanza abbiamo intrapreso azioni radicali sui crediti deteriorati, con costi più alti nell’immediato, che consentiranno alla banca di dedicarsi al 100% al proprio sviluppo”.
Le parole del Presidente segnano un continuum concettuale con quanto affermato da Mustier, delineando una realtà bancaria proiettata verso dinamiche futuribili ma senza dimenticare il dato attuale.
Secondo Vita, il successo dell’aumento di capitale si spiega facilmente : “Solo pochi mesi fa, il mercato ha negato ad altre banche capitali anche per importi molto inferiori al nostro. Ciò vuol dire che fondi e investitori istituzionali hanno riconosciuto la validità del piano e la capacità del nostro management di realizzarlo”.
Unicredit sembra viaggiare a vele spiegate sospinta dal vento dell’efficienza.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.