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La blockchain attrae mentre le criptovalute scendono

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Dec 4, 2018, 10:04 GMT+00:00

General Motors investe nella blockchain

Crypto

Non è oro tutto quello che luccica.

Spesso si parte da quest’assunto per dimostrare come all’interno di un ambito d’eccellenza si possa trovare la criticità, il difetto, l’errore.

Da un punto di vista metodologico, rigirando l’angolo visuale, potrebbe esser vero anche il contrario. Ovvero, non tutti i mali vengono per nuocere.

In questa introduzione di semantica spicciola si vuole lanciare una provocazione circa il comparto cripto.

Molto spesso, specie nell’ultimo periodo, si è puntato il dito verso una mancanza di affidabilità e di certezza in seno alla tecnofinanza in genere, vuoi per il ribasso sistemico conosciuto e guidato dal Bitcoin, vuoi per un trend dai dubbi margini che ha indispettito stakeholder vari.

Risulta utile oggi concentrarsi sull’aspetto più virtuoso, o forse più futuribile delle criptovalute, vale a dire la blockchain, la decantata tecnologia attraverso la quale è possibile l’esistenza della fintech.

Ma non solo.

Sì perché la blockchain non è solo una catena dei blocchi che permetta il dinamico evolversi criptovalutario, ma è anche un’avanguardia utile per app e strumentazione digitale che miri all’archiviazione dei dati in maniera sicura e veloce.

Tale funzione sembra abbia fatto breccia nell’implementazione dello storage dei database di una delle maggiori case di produzione automobilistiche al mondo: General Motors.

Il colosso di Detroit ha cominciato a interessarsi alla tecnologia in questione in maniera così approfondita da richiedere un brevetto per un sistema di archiviazione dati prodotti da flotte di auto a guida autonoma registrati su una blockchain.

Notizia di ciò si è avuta la scorsa settimana, quando la GM Global Technology Operations LLC ha depositato il documento  presso la Patent and Trademark Office.

Come si evince, tale evoluzione permetterebbe un facile accesso alle informazioni fruibile da tutte le autovetture ordinate in gruppo.

Il che renderebbe la condivisione molto più efficiente, massimizzando l’efficacia.

Sul punto, gli esperti GM: “È desiderabile fornire informazioni sull’ubicazione e la densità dei veicoli nelle regioni in un registro blockchain per la condivisione delle informazioni tra i veicoli in modo da favorire la scelta dei percorsi di guida.”

Quanto affermato sopra si inserisce nella mission che si prefigge di ottenere GM, vale a dire ottimizzare la già detta condivisione dei dati estendendola a piattaforme differenti, sfruttando quindi il canale della blockchain per arrivare a enti amministrativi, forze dell’ordine, istituzioni e chi più ne ha più ne metta.

Senza sottovalutare come un simile sistema potrebbe essere usato anche come strumento omnia, quindi come mezzo di pagamento di carburante, pedaggi o parcheggi.

Un simile sforzo di modernizzazione entra nell’ottica di un avvento digitale che sembra aver interessato anche Ford e Tesla, profondamente orientate all’IoT (internet delle cose ndr), quel tipo di settore il cui obiettivo sia dotare ogni oggetto di una rete che possa portare all’autosufficienza conoscitiva.

È chiaro che simili orizzonti siano ancora lontani (neanche troppo), ma pensare a uno sviluppo tecnologico (di chiaro stampo commerciale) senza la tecnologia blockchain oggi appare impossibile.

Il contraltare del successo della catena dei blocchi giace ora nella precarietà della primigenia criptovalutaria, insieme di finanza digitale ancora troppo giovane e troppo incerta per poter assurgere a rango di alta fedeltà, alta finanza, titoli sicuri.

Il paradosso è tutto qui, ma come sempre, il tempo sceglierà se essere galantuomo o meno.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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