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La Banca dei Paesi Bassi interviene sulla regolamentazione cripto

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Dec 20, 2018, 10:41 GMT+00:00

Prove di normazione cripto in Olanda

La Banca dei Paesi Bassi interviene sulla regolamentazione cripto

La Banca dei Paesi Bassi, De Nederlandsche Bank NV – DNB, sta regolamentando le società cripto fornendo loro le licenze necessarie per operare.

La notizia è riportata dal De Telegraaf.

La banca si aspetta che l’incremento della domanda di licenze per operare come cripto-company ridurrà di molto il fenomeno del riciclo di denaro, ma non solo. Un simile sistema di conformità sarà utile a debellare anche altre attività criminali, come la raccolta fondi cripto per il terrorismo.

I criteri per l’ottenimento della licenza sembrano alquanto stringenti.

Nel dettaglio, i soggetti interessati a ottenere la licenza per operare nel mercato cripto dovranno documentare le transazioni ordinarie e conoscere anche la tipologia di clienti con cui saranno in affari. Una simile condizione appare alquanto cogente, ma trova la sua ratio nella trasparenza di sistema e nella prevenzione di ogni tipo di fenomeno criminoso.

Le preoccupazioni della banca centrale olandese sono giustificate dalle statistiche che fotografano un’alta percentuale di riciclaggio attraverso valute digitali verificatesi negli ultimi due anni. Infatti, l’ultimo biennio ha visto ben 88 milioni di dollari di volume sommerso pulito attraverso 46 diversi exchange criptovalutari (fonte Wall Street Journal).

Uno dei casi più famosi di riciclaggio di denaro sporco attraverso l’ausilio delle criptovalute è da ascriversi a Backpage, sito conosciuto per sospetta pubblicità erotica che ha riciclato milioni di dollari in Bitcoin. Il tutto proprio diversificando il traffico monetario in differenti exchange per rendere la manovra meno manifesta.

Nella fattispecie, il Dipartimento di Giustizia olandese ha accusato la piattaforma in questione anche di cospirazione e favoreggiamento della prostituzione.

Questo il comunicato: “Backpage ha incoraggiato il riciclaggio di denaro attraverso l’utilizzo di società attive nell’elaborazione di Bitcoin. Per di più, Backpage ha utilizzato società come Coinbase, GoCoin, Paxful, Kraken and Crypto Capital per ricevere pagamenti dai clienti e/o inviare denaro attraverso conti di terze parti”.

Non una grande pubblicità per Bitcoin e affini.

Neanche una grande pubblicità per alcuni dei più importanti exchange presenti sul panorama fintech globale.

Backpage è solo uno dei tanti esempi in cui la deriva illecita incontra la tecnofinanza.

Quel che rileva però è la salda posizione presa dalla massimo ente centrale finanziario olandese, un orientamento d’anti-illiceità che permetta che una nazione particolarmente attenta alle criptovalute possa continuare a investire sulla modernità digitale.

In più, non può sottovalutarsi come un simile orizzonte regolamentare anticipi una direttiva europea che sicuramente arriverà, volta a disciplinare la materia criptovalutaria in toto. Se oggi l’UE ancora non si è mossa ufficialmente, è possibile sia in fase di recepimento della normazione adottata nei vari ordinamenti nazionali, in modo tale da operare una sintesi che accontenti la maggioranza.

È pur vero che, come già resocontato qui, il ritardo verso una normazione cripto è lampante, alimentato da un’evoluzione digitale difficile da seguire e da dinamiche economico-finanziarie che per natura difficilmente si prestano a una normazione precisa ed efficiente.

L’Olanda ha fatto la prima mossa, l’Europa dovrà inevitabilmente fare la seconda.

 

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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