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Il punto su Veneto Banca e su Banca Popolare di Vicenza

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jun 22, 2017, 15:39 GMT+00:00

La risposta del Governo all’annosa querelle veneta è in dirittura d’arrivo. In questa settimana dovrebbe arrivare un provvedimento ad hoc da cui prenderà

Il punto su Veneto Banca e su Banca Popolare di Vicenza

La risposta del Governo all’annosa querelle veneta è in dirittura d’arrivo.

In questa settimana dovrebbe arrivare un provvedimento ad hoc da cui prenderà le mosse il salvataggio di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza.

Il piano di cui sopra potrebbe anche essere contenuto in un emendamento del provvedimento posto in essere la scorsa settimana relativamente al bond subordinato di Montebelluna.

In seguito, avrà luogo la liquidazione coatta delle due banche controllate dal Fondo Atlante (99,3%) e la nomina dei commissari, la cui principale occupazione sarà quella di operare una netta distinzione in good bank e bad bank, di modo che l’asset buono potrà essere ceduto a Intesa Sanpaolo, mentre quello non virtuoso sembra avere una ricollocazione ancora incerta (se non obbligata).

Sulle tempistiche, è lo stesso presidente di Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, a confermare quanto filtrato in questi giorni: “Speriamo che tutto venga deciso questo fine settimana. Vediamo. È tutto regolamentato. In questi giorni chiederemo istruzioni”.

Mion è ben consapevole di non avere potere negoziale, infatti sull’offerta di Intesa Sanpaolo glissa velocemente affermando come questa “è stata ritenuta la migliore possibile”, ben consapevole di non poter tirare la corda, ma solo di “definire bene tutti i dettagli che ancora non conosciamo”.

In questa fase, continua il Presidente: “Dobbiamo attendere istruzioni. Sono cose complicate. È una situazione relativamente nuova. Dovranno decidere i regolatori, la Banca d’Italia, il Ministero”.

Nel dettaglio, il gruppo bancario guidato da Carlo Messina ha presentato all’advisor Rothschild una proposta d’acquisto del valore simbolico di 1 euro per gli asset virtuosi (la good bank di cui sopra) delle due banche venete, con l’intento di rilevare quindi esclusivamente crediti in bonis, sportelli e personale dipendente.

Questa appare essere l’unica via percorribile dal momento che nessun altro soggetto ha palesato interesse per i due istituti, spianando la strada al rischioso bail-in.

Nonostante l’auspicio che l’acquisizione delle parti sane delle due banche vada a buon fine, rimane salvo il fatto che l’unica opzione concreta per lo scarico degli npl sia la responsabilità del Ministero del Tesoro, sul quale graverà l’onere di costituire il veicolo societario mangia sofferenze.

I numeri non lasciano ben sperare, considerando che l’ammontare dei crediti inesigibili di cui sopra si attesterebbe tra i 5 e i 6 miliardi di euro e per ora non sembra esserci luce verde da parte della Commissione Europea all’intera operazione.

Sul punto è intervenuto il premier Paolo Gentiloni, il quale da Bruxelles ha affermato: “Il filo fra le autorità italiane e le autorità europee è un filo diretto e continuo, penso che si stia lavorando nella direzione giusta”.

Da quest’ultimo pensiero si evince la velata speranza che l’austerity comunitaria sia oltrepassata in nome di una ragionevolezza che permetterebbe al sistema bancario italiano di respirare, magari fungendo da volano anche per risoluzioni future.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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