Pubblicita'
Pubblicita'

Il destino della Brexit potrebbe decidersi questa settimana

Da
FX Empire Editorial Board
Aggiornato: Mar 5, 2019, 16:27 GMT+00:00

Durante la settimana, l'attenzione dei mercati si concentrerà sul vertice UE del 18 e 19 febbraio, che avranno come argomento principale la discussione di

Il destino della Brexit potrebbe decidersi questa settimana

Durante la settimana, l’attenzione dei mercati si concentrerà sul vertice UE del 18 e 19 febbraio, che avranno come argomento principale la discussione di una possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Si crede che non solo gli investitori, ma anche i semplici cittadini terranno gli occhi incollati al risultato di questo incontro del Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles.

In una nota inserita in una ricerca inviata ai propri clienti, Morgan Stanely si chiede se i capi di stato dell’Unione Europea aderiranno alla proposta elaborata dal presidente del Consiglio Tusk, che consentirebbe alla Gran Bretagna di rimanere nel club europeo. Questo in qualche modo allontanerebbe l’ipotesi di un referendum sulla membership che, altrimenti, dovrebbe tenersi intorno al 23 giugno, a meno che non sopraggiunga un accordo tra Cameron e i leader europei prima del 3 marzo.

Nel suo ultimo discorso prima del Consiglio Europeo di questa settimana, Cameron ha affermato di sperare in un accordo per la rinegoziazione della membership inglese. Ci si attende ora, durante la visita di Cameron ad Amburgo, una sua proposta sulla riforma dell’Unione Europea.

Il suo discorso è stato l’ultimo di una serie di eventi prima dell’incontro che avverrà a Bruxelles in settimana davanti ai leader europei. In quell’occasione, Cameron dovrà ottenere il sostegno di tutti e 28 gli stati membri per far passare le sue proposte. Era inoltre stato previsto un incontro con la cancelliere Merkel proprio in prossimità di questo evento, al fine di ottenere il suo supporto per evitare che le richieste cardine inglesi possano essere respinte durante il summit.

Cameron sa bene che dovrà assicurarsi termini buoni almeno quanto quelli delineati da Donald Tusk la scorsa settimana se spera di ottenere un qualche successo nella rinegoziazione.

Il primo ministro, che ha avuto un colloquio telefonico con la sua controparte spagnola Mariano Rajoy prima di lasciare la Germania, è orientato a ottenere quanto prima i termini di un accordo finale sulle nuove clausole della membership al fine di presentarle al pubblico inglese a giugno in vista del referendum.

 

Il primo ministro ha giurato con “la mano sul cuore” di aver raggiunto alcuni degli obiettivi della rinegoziazione così come erano stati formulati sul suo manifesto, ma ci sono nella pratica ancora alcune lacune, in particolare non si è trovato accordo sull’esclusione totale della possibilità per i migranti provenienti dall’Unione Europa di ottenere un diritto al sussidio della durata di quattro anni.

La sterlina è negoziata intorno al al suo margine inferiore di una gamma di oscillazione compresa tra quota 1,42 e quota 1,45. Il cambio con l’euro ha, invece, visto una stabile tenedenza al rialzo intorno a quota 078, con la moneta unica europea sta cavalcando l’onda di un dollaro debole.

 

Bank of America Merrill Lynch Global Research ha avvisato dell’impatto negativo a breve termine che il voto sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potrebbe avere sull’economia inglese e sull’andamento della sterlina.  Secondo la banca, il guadagno economico che l’Inghilterra otterrebbe uscendo dall’Unione Europea è minimo, mentre il rischio vero è che la sterlina e in generale l’economia inizino a muoversi al ribasso.

L’analisi negativa sullla Brexit ha avuto eco anche in altre banche di investimento che hanno messo in guardia relativamente alle previsioni effettuate da Morgan Stanley le quali suggeriscono che la crescita verrebbe annichilita da un’azione simile.

“Secondo il nostro punto di vista, per la Gran Bretagna vi sarebbero seri danni economici di breve e lungo periodo se gli elettori decidessero di abbandonare l’Unione” si afferma in una nota di BofA Merrill Lynch. Il valore della sterlina poggia largamente sui flussi di capitale che arrivano in Gran Bretagna attraverso gli investimenti dall’estero.

Gli investitori desiderano ardentemente un ambiente politico stabile e l’incertezza sul futuro della membership inglese nell’Unione Europea avrà dei prevedibili impatti negativi.

Il primo ministor inglese, David Cameron, e la cancelliere tedesca, Angela Merkel, si sono mostrati uniti ad Amburgo, durante un fine settimana in cui rilevanti sono state le negoziazioni volte a persuadere il pubblico inglese a votare in favore della permanenza dell’Inghilterra nell’Unione Europea. Questo week end ha anche visto i due statisti lavorare duramente per guadagnare il supporto verso l’agenda di riforme di Cameron da parte degli altri leaders europei.

Cameron ha fino a venerdì per addivenire ad un accordo con i rimanenti capi di stato europei  su un pacchetto di riforme che egli stesso potrà presentare al suo popolo come ragione di permanenza nell’Unione. Ma avrà bisogno del sostegno di tutti e 27 gli stati membri e per ora il numero di coloro che si sono detti favorevoli, tra cui risultano il francese Hollande, il greco Tsipras, il rumeno Iohannis e il premier ceco Sobotka, mostra la permanenza di un certo scetticismo.

“Questo non è solo un problema della Gran Bretagna o delle relazioni tra Unione Europea e Gran Bretagna. Si tratta di una questione riguardante il futuro dell’Europa” ha affermato Tusk mercoledì durante il suo incontro con i rappresentanti regionali a Bruxelles.

Tusk inizierà questa settimana con un vortice di incontri previsti nelle 5 capitali europee al fine di trovare un compromesso su questo pacchetto di riforma che, egli spera, possa convincere i cittadini inglesi a rimanere nell’UE. In ogni caso tutto ciò è subordinato alla volonta degli altri leaders europei che per primi dovranno trovare un accordo in tal senso.

La richiesta più controversa di Cameron riguarda una sorta di accesso ridimensionato per i cittadini di altri Stati membri che lavorano in Inghilterra a una serie di benefici. Un tentativo di limitare il numero di persone che si recano a cercare lavoro in Gran Bretagna. Non va dimenticato però che uno dei capisaldi fondamentali dell’Unione è proprio la libertà di movimento dei lavoratori. “Noi dobbiamo dimostrare alla nostra gente che l’influenza della Gran Bretagna può essere usata in modo concreto in favore del cambiamento in Europa ed è proprio questo quello che sta cercando di fare David Cameron con questa rinegoziazione dei termini della membership” ha affermato Tusk. “Noi possiamo rendere operativi questi cambiamenti dall’interno, non possiamo di certo risolvere i problemi di società che non pagano le tasse o trovare soluzioni alle ricadute del fallimento della strategia dell’Europa nel risolvere la crisi dei rifugiati se ci troviamo in una posizione esterna all’Europa.”

Sull'Autore

Il team di redattori di FXEmpire è formato da analisti professionisti con un'esperienza combinata di oltre 45 anni nei mercati finanziari, che copre molteplici settori come quelli dei mercati azionari, forex, materie prime, futures e criptovalute.

Pubblicita'