Pubblicita'
Pubblicita'

Il Bitcoin visto con gli occhi dell’eccentrico professor John Griffin –parte prima-

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Oct 20, 2018, 11:08 GMT+00:00

Il docente di finanza di Austin tra Bitcoin, Tether e mercati finanziari

Il Bitcoin visto con gli occhi dell’eccentrico professor John Griffin –parte prima-

Il BTC, si sa, catalizza sempre su di sé considerazioni e illazioni.

Oggi appare opportuno compiere un viaggio all’interno del mondo accademico texano, dove un professore di finanza ha attirato ben più di un’attenzione dal mondo economico.

Dalla crisi del 2008 al fenomeno cripto, il novero di argomenti affrontati da John Griffin è molto vasto e vale la pena approfondire il suo contributo in termini di ricerca criptomonetaria e non solo.

L’esordio di Griffin circa il comparto cripto avviene nel momento di massima ascesa della divisa digitale più famosa al mondo, vale a dire il mese di dicembre del 2017.

Com’è noto, in quel periodo il BTC raggiunge il suo massimo storico arrivando a sfiorare i 20.000 dollari: tale avvenimento spinge Griffin a iniziare una ricerca sulla valuta digitale di Satoshi Nakamoto. Il docente di finanza di Austin scava e analizza ben 2 terabyte di traffico di dati digitali, coadiuvato dal suo fidato dottorando, Amin Shams.

Prendendo le mosse da questo studio, Griffin elabora un documento di lavoro intitolato “Il Bitcoin è veramente slegato?” (Is Bitcoin Really Un-Tethered?), riferendosi allo stretto legame tra la criptovaluta nakamotiana e quella emessa da Tether Limited (il Tether, per l’appunto).

Come sostiene nella sua opera, il professore si imbatte in questa criptovaluta oscura dal valore di 1 dollaro, da molti considerata valuta sostitutiva a quella avente corso legale negli Stati Uniti d’America.

L’analisi dei due accademici vuole mettere in luce la connessione tra BTC e USDT (Tether ndr). Secondo l’elaborato, quando il Bitcoin scende su certi livelli, gli acquisti di Tether fluttuano per stabilizzare i prezzi.

Di qui discende la convinzione dei due ricercatori secondo cui tale sistema costituisca uno schema attraverso cui una o più persone provino a manipolare i prezzi del Bitcoin. L’analisi continua con l’allarmante statuizione secondo cui la metà dei guadagni ottenuti lo scorso anno attraverso la cripto nakamotiana siano ascrivibili a Tether.

I risultati della loro ricerca hanno fatto il giro del mondo nel mese di giugno. Questo ha veicolato un abbassamento dei prezzi degli asset digitali.

In risposta alla diffusione della disamina di cui sopra, sempre nel mese di giugno, ha avuto luogo una ferma replica dell’amministratore delegato di Tether Ltd, J.L. van der Velde, secondo cui è impossibile che USDT sia usata artificialmente per sostenere il BTC.

Diatribe a parte, risulta utile approfondire il profilo del professor Griffin per potergli conferire quella credibilità che una siffatta analisi richiede.

Come riportato in calce, lo studio del comparto cripto non è stato l’unico compiuto dall’accademico texano in seno alla finanza propriamente detta.

In passato, Griffin non ha mancato di prestare la propria opera sia al servizio della comunità, sia di enti governativi statunitensi.

Infatti, il professore di finanza ha iniziato a studiare fenomeni economici proprio per permettere a tutti di aprire gli occhi di fronte a determinate dinamiche, salvo poi essere chiamato come esperto da diversi enti di controllo.

Il lavoro di Griffin ha trovato un avido pubblico tra i comitati di controllo. Negli anni successivi le crisi finanziarie, collabora con il Dipartimento di Giustizia statunitense nelle investigazioni che l’ente svolge sulla frode sui mutui subprime.

Coerentemente con il suo stile, nel mese di giugno bilancia la propria professionalità con una congrua dose di eccentricità, declinando un incontro già fissato con la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) avente a oggetto un documento da lui redatto, per discutere con Bloomberg Businessweek.

Intervista in cui conferma il proprio credo, quello più volte ribadito anche nella ricerca sul BTC: “I dati lasciano impronte, lasciano tracce. Qualche volta parlano”.

Se l’accademico può risultare una personalità particolare e talvolta di difficile inquadramento, non mancano attestati di stima verso il suo lavoro.

Sì perché Griffin ha lavorato anche con la divisione di controllo della SEC nel momento in cui l’organo di controllo si è trovato ad affrontare un blocco delle assunzioni, per il ricollocamento di figure investigative divenute eccedenti in conseguenza del taglio di budget varato dal Congresso.

A tal riguardo, la necessità di trovare un modo per ridurre il deficit ha spinto a rivolgersi a un tecnico come Griffin, il cui lavoro è stato riconosciuto da John Reed Stark come molto utile e anzi ha aggiunto: “È incredibilmente utile avere un esperto come John Griffin”.

Quanto affermato dall’ex avvocato della divisione di controllo della SEC fotografa un profilo valido e competente, lo stesso che non ha mancato di operare un’ingente critica a una parte finanziaria del mondo statunitense, il CBOE (Chicago Board Options Exchange) e il suo VIX, l’indice di volatilità diffuso dal mercato opzioni della città del vento.

Domani vedremo come secondo Griffin ci sia stata una manipolazione dei mercati e in che modo questa riguardi il VIX, i trader e il BTC.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

Pubblicita'