Pubblicita'
Pubblicita'

I trader del Forex si preparano alla fine di un mese volatile

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Feb 26, 2015, 17:14 UTC

Al culmine di due giorni di interventi e notizie di stampa, la seguente citazione sintetizza al meglio il pensiero di Janet Yellen. Il numero uno

I trader del Forex si preparano alla fine di un mese volatile

march1-300x205
Al culmine di due giorni di interventi e notizie di stampa, la seguente citazione sintetizza al meglio il pensiero di Janet Yellen. Il numero uno dell’istituto centrale statunitense ha detto che se l’economia continuerà a rafforzarsi e le autorità monetarie a essere più fiduciose del rialzo dell’inflazione al target del 2%, la Fed “prenderà in considerazione un aumento del target obiettivo del tasso Fed fund”. “La situazione occupazionale negli Stati Uniti è migliorata sotto diversi punti di vista”, ha scritto il Wall Street Journal riportando le parole del presidente Fed, che poi ha aggiunto: “la spesa e la produzione sono andate aumentando seguendo un ritmo solido”. I trader sono in attesa di analizzare una serie di dati economici che saranno pubblicati venerdì, inclusa l’inflazione nipponica e il Pil Usa, prendendosi un momento per rifiatare ora che febbraio volge alla conclusione.

Gli investitori hanno interpretato tutto ciò come il segno che l’intervento sui tassi è ormai imminente, benché presumibilmente nelle prossime due riunioni le autorità Fed rimarranno ancora ferme; il dollaro Usa ha avuto così modo di deprezzarsi. Il biglietto verde è infatti scambiato a 94,19 nel corso della sessione asiatica dopo che ieri aveva toccato quota 94,70 subito dopo l’intervento di Yellen. Gli ultimi dati economici Usa si sono rivelati piuttosto deludenti, anche se non da intaccare la solidità della ripresa a stelle e strisce.

L’euro e la sterlina si sono mosse entrambe in rialzo contro le proprie controparti valutarie dopo che gli investitori hanno festeggiato per le parole del presidente Fed Yellen (la quale ha confermato che per il momento i tassi rimarranno fermi) e l’espansione dell’attività industriale cinese a febbraio. L’euro è scambiato a 1,1371 in rialzo di 10 punti mentre la sterlina ha toccato il nuovo record del 2015 a quota 1,5552 in vista dei dati sull’andamento del Pil britannico. La sterlina è riuscita a sollevarsi fino a 1,5511 contro il dollaro Usa, livello mai visto dallo scorso 2 gennaio. La coppia ha quindi chiuso le transazioni di ieri a quota 1,5451. Se la sua corsa al rialzo dovesse proseguire, è probabile che la divisa britannica finirà per incontrare una resistenza attorno al livello degli 1,56. La valuta ha inoltre tratto giovamento dalle parole del governatore BoE Mark Carney che ha segnalato come i tassi d’interesse britannici potrebbero essere ritoccati verso l’alto nel caso in cui l’inflazione si dovesse riprendere. È più probabile che i tassi muovano verso l’alto piuttosto che verso il basso, ha detto Carney ai parlamentari britannici.

L’euro ha toccato il massimo degli ultimi 5 giorni contro il franco svizzero a 1,0798 dopo che ieri aveva chiuso a quota 1,0781. La prossima soglia di resistenza potrebbe attestarsi attorno quota 1,2. Secondo un’indagine della banca UBS, a gennaio l’andamento dei consumi nella Confederazione elvetica è andato peggiorando per via del calo registrato nelle immatricolazioni di nuove autovetture.

Stamattina l’Aussie si è mosso in ribasso dopo che un rapporto ha evidenziato il tracollo degli investimenti nel paese, riprova del fatto che le società hanno ridotto le proprie spese per via di alcuni timori circa lo stato di salute dell’economia australiana. L’AUD è caduto a 0,7855 mentre il Kiwi guadagnava 13 punti a 0,7569 subito dopo la pubblicazione (stamattina) dei dati sulla bilancia commerciale della Nuova Zelanda, rivelatisi migliori di quelle che erano le previsioni di un pool di economisti i quali puntavano su di un piccolo deficit.

Michael Gordon, economista senior di Westpac, ha detto che “non c’è alcun fattore particolare dietro al saldo della bilancia commerciale, dal momento che sia le esportazioni sia le importazioni si sono rivelate lievemente migliori delle attese”. Il calo dei prezzi del petrolio hanno provocato una contrazione del 31% nel valore delle importazioni di greggio (pari a 115 milioni di dollari Usa) che sono scese a toccare quota 254 milioni di dollari. Nathan Penny, economista di ASB, afferma che il valore delle importazioni di petrolio è il più basso dal 2010 e riflette il fatto che i prezzi del petrolio estratto nel Mare del Nord denominati in NZD sono crollati di circa il 20% nel corso di gennaio. La bilancia commerciale ha così realizzato un surplus per la prima volta dallo scorso anno.

Sull'Autore

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'