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Finanza di domani, cambiamenti climatici e pandemia mettono in discussione investimenti

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 13, 2020, 05:11 UTC

Finanza di domani, i cambiamenti climatici e la pandemia mettono in discussione gli investimenti e minano stabilità sistema finanziario.

finanza di domani

Banalizzare ancora sull’emergenza climatica in atto è roba da bar, non da investitori che intendono salvare il loro portafoglio finanziario da crisi sistemiche dovute a improvvisi eventi climatici o a crisi pandemiche.

E se la scelta di BlackRock di inizio anno non aveva ancora convinto tutti, ecco giungere la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) americana che ha approvato all’unanimità un rapporto dal titolo inequivocabile: ‘Managing Climate Risk in the U.S. Financial System’.

E noi per estensione ci permettiamo di estendere quanto lì riportato a tutte le economie, perché i rischi sistemici messi in evidenza sono un rischio reale per ogni nazione, per ogni singolo investitore.

Non si tratta di fare terrorismo finanziario e di spaventare, ma di conoscere perché chi più apprende meglio è capace di rispondere alle situazioni di criticità.

Gli USA quest’anno hanno dovuto fare i conti con devastanti uragani sulla costa orientale e sono ancora alle prese con gli immensi incendi che impegnano 28 mila vigili del fuoco in tre Stati: California, Oregon e Washington.

Ma non è roba lontana da noi. L’Italia lo scorso anno ha vissuto la devastazione della “Tempesta Vaia”. Il Triveneto non l’ha certo dimenticata: colpiti 42.525 ettari in 494 comuni e almeno 9,6 milioni di metri cubi di legname andati persi. Non sono danni ambientali soltanto, ma economici e finanziari enormi. Basterà pensare all’impatto negativo sulla filiera del legno per comprendere la portata dell’evento avverso.

Le 53 raccomandazioni del report stilato dal CFTC

Di cosa parla il report approvato dalla sottocommissione per il rischio del mercato della CFTC?

Il documento offre 53 raccomandazioni che potrebbero aiutare nel ridurre l’impatto dei rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici in atto.

Il rapporto apertamente afferma che il cambiamento climatico è il rischio numero uno alla stabilità del sistema finanziario degli Stati Uniti d’America, perché potrebbe minare alle basi la sussistenza dell’economia americana.

Il cambiamento climatico può esacerbare le vulnerabilità esistenti nel sistema finanziario, anche se questi ultimi hanno poco a che fare con l’emergenza climatica. E si fa esplicito riferimento alla pandemia, che ha messo a dura prova i bilanci delle aziende e quelli pubblici e che ha impoverito le famiglie.

Anche se in realtà dovremmo considerare anche questa pandemia figlia dello stravolgimento climatico causato dall’uomo, perché Sars-CoV-2 è un virus frutto del salto intraspecifico (spillover), dovuto al continuo avvicinamento delle città (espansione urbana selvaggia) alle foreste.

Finanza di domani. Analizzare e calcolare impatto cambiamento climatico sulla finanza

Il rapporto esprime l’urgenza di realizzare un sistema di misurazione e comprensione dei rischi climatici per il sistema finanziario, allo scopo di prevenire gli effetti devastanti o di dirigerli per evitare che possano andare fuori controllo.

Ed è qualcosa che bisogna “iniziare subito”, ora, e non chissà quando scrive il rapporto approvato dal CFTC. I rischi finanziari legati al clima sono il presente e non il futuro.

La finanza ha il ruolo di accelerare le emissioni zero

Chi più della finanza con le sue decisioni può dirigere il mondo verso le emissioni zero? Come?

Chiudendo i rubinetti dei finanziamenti ai progetti basati sulla distruzione del pianeta. Chi pensa di poter perseguire il profitto ancora per qualche anno in quei business che si mangiano il Creato, non hanno compreso che non avranno più un luogo dove godersi i proventi.

Non esistono pianeti B, non esistono capsule spaziali dove rifugiarsi come vediamo nei film.

Abbiamo perso 40 anni di tempo, non ne abbiamo altri 40. La Finanza di domani è emissioni zero o non sarà.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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