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Famiglie italiane spendono meno di 10 anni fa e i negozi chiudono

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Mar 10, 2019, 10:16 GMT+00:00

Le Famiglie italiane continuano a spendere meno di 10 anni fa, lo scrive nero su bianco la Cgia di Mestre, che avverte: nel 2019 si alzeranno le tasse locali.

Famiglie italiane

L’Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre (Cgia) presenta uno studio sulle spese delle famiglie italiane negli ultimi dieci anni, mostrando un quadro desolante, che premia i centri commerciali e porta alla chiusura i negozi di prossimità – macellerie, piccoli negozi di alimenti, altri negozi.

L’ufficio studi della Cgia di Mestre segnala che le famiglie italiane spendono meno rispetto al 2007, quando le uscite medie mensili si attestavano a 2.649 euro. Dieci anni dopo, nonostante dal 2013 si registrino riprese nei consumi, la spesa media mensile delle famiglie italiane resta al disotto dei livelli pre-crisi (2.564 euro dato nazionale e -3% rispetto al 2007), con differenze tra nord, centro e sud Italia:

Nord: -47 euro;

Centro: -75 euro;

Sud: -170 euro.

La situazione peggiore al sud, dove le famiglie in media hanno perso il 7,7% di potere di acquisto, nel 2007 esso era pari a 2.212 euro ed è sceso a 2.042 euro su base mensile media nelle ultime rilevazioni della Cgia di Mestre.

Spesa delle famiglie italiane grafico

Effetti negativi sul fatturato di commercianti e artigiani

La mancata spesa delle famiglie ha causato il calo dei fatturati di piccole attività commerciali e artigianali afferma la Cgia di Mestre.

Il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia di Mestre Paolo Zabeo afferma:

“I negozi di prossimità e le botteghe artigiane vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie e sebbene negli ultimi anni i consumi siano tornati lentamente a salire, i benefici di questa ripresa hanno interessato quasi esclusivamente la grande distribuzione organizzata.

Dal 2007 al 2018 – prosegue Zabeo – il valore delle vendite al dettaglio nell’artigianato e nei piccoli negozi di vicinato è crollato del 14,5%; nella grande distribuzione è aumentato del 6,5%.”

Dove spendono di più e di meno le famiglie italiane

Le famiglie italiane hanno speso il 10,4% in meno per comprare i beni, ma allo stesso tempo hanno speso di più per acquistare i servizi (+6,9%).

I beni più penalizzati sono i non durevoli calati del 12,8%, mentre i beni durevoli hanno subito un calo del 5,5% e per quanto riguarda i beni semidurevoli il calo dal 2007 al 2018 è stato del 5,1%.

In cima alla classifica dei settori commerciali più penalizzati troviamo i trasporti:

trasporti: -15%;

bevande alcoliche: -13,4%;

arredamento: -10,5%;

Ma ci sono anche settori che invece hanno visto incrementare i loro fatturati:

comunicazioni: +17,9%;

alberghi e ristoranti: +8,2%.

Le previsioni della Cgia di Mestre per il 2019

Nel 2019, avverte la Cgia di Mestre, potrebbe verificarsi una ulteriore contrazione della disponibilità economica delle famiglie italiane, a causa dell’aumento delle tasse locali.

La legge di Bilancio del 2019, infatti, ha rimosso il blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto nel 2015.

Molto probabilmente i sindaci torneranno ad innalzare i tributi locali. In particolare l’Imu potrebbe aumentare nell’81% dei comuni italiani (8.000 comuni), mentre l’85% di essi ha margini per aumentare l’addizionale Irpef.

E non gli si potrà dare torto ai comuni, dal momento che:

“Tra il 2010 e il 2017 le manovre di finanza pubblica a carico delle Autonomie locali hanno comportato una contrazione delle risorse disponibili pari a 22 miliardi di euro. I più colpiti sono stati i comuni.”

I tagli ai finanziamenti solo nel 2018 sono stati pari a 8,3 miliardi di euro, alle regioni a statuto ordinario sono arrivati 7,2 miliardi in meno.

Ignazio Visco sulla politica economica

Parlando alla Camera dei Deputati, il presidente di Banca d’Italia Ignazio Visco afferma:

“Di fronte ai rischi concreti che la nostra economia oggi corre, forse la politica di bilancio attuata avrebbe potuto essere più prudente, soprattutto per quanto riguarda la composizione del bilancio.”

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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