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Criptovalute: Terence A. Duffy sulla difficile dicotomia Governi-Bitcoin

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Mar 29, 2019, 17:28 GMT+00:00

Il n.1 di CME Group opera una disamina 360° sul Bitcoin e le criptovalute

Criptovalute: Terence A. Duffy sulla difficile dicotomia Governi-Bitcoin

Il dibattito cripto prosegue.

Tra I vari contributi a riguardo risulta opportuno riportare quanto recentemente affermato da Terence Duffy, figura di spicco di CME Group, Chicago Mercantile Exchange and Chicago Board of Trade.

L’amministratore delegato di una delle più grandi realtà finanziarie al mondo, titolare di indici e piattaforme di trading, si propone di illustrare per quale motivo vi sia molta reticenza da parte del governo statunitense (ma non solo) ad accettare l’ascesa del comparto tecnofinanziario e a veicolarne lo sviluppo.

Duffy prende le mosse da un dato di fatto puro e semplice. È innegabile come l’insieme dei regolatori (governi, enti, organi di controllo) costituisca un fronte comune nell’opposizione alla diffusione del Bitcoin, con particolare attenzione a tentativi di inserimento della criptomoneta in mercati regolamentati e/o settori diversi dalla tecnofinanza.

In primo luogo, Duffy sostiene che elemento a sfavore del Bitcoin sia la sua fornitura limitata.

Questa peculiarità mal si complementa con le moderne teorie economiche, fonti dottrinarie su cui si fonda l’attuale sistema economico mondiale cui fa seguito la possibilità di stampare moneta secondo necessità.

Questa “mancanza di specificità” rende assai improbabile per i governi utilizzare le criptovalute, secondo il chairman di CME Group.

In parole povere: “I governi non possono utilizzarla finché non sono in deficit”.

Inoltre, aggiunge Duffy: “Sto provando a capire perché direbbero suona bene perché voglio essere responsabile a gestire tutto su base uniforme. Non posso ispirarmi a niente”.

Quanto riportato dal capo di CME Group alla CNN apre una logica riflessione di continuità con il passato, mancando qui proprio la classica soluzione di continuità cui attingere per imitare una fattispecie concreta in tema di applicazione di modello economico.

Ha aggiunto che il BTC potrà guadagnare il favore di Wall Street se entrerà nel novero delle materie disciplinate dai regolatori, qualcosa che è improbabile accada, dal momento che gli stessi adducono diversi dubbi in seno alla fintech.

A suffragio di quanto affermato sopra ricorda la politica della SEC degli ultimi due anni, ferma nel rigetto di molte domande di quotazione Bitcoin nel segmento ETF.

Duffy ha anche sottolineato che l’eccessivo timore della manipolazione del mercato è figlio della natura non regolamentata del flusso cripto. Sul punto, esprime una convinzione chiara: “Una volta che entri nel mercato, il prezzo oscillerà a suo piacimento”.

Il problema principale, secondo l’ad di CME Group, è come si dovrebbe usare un simile asset.

Esaurita la disamina di cui sopra, Duffy sposta il focus del discorso sulle stablecoin, come per esempio l’imminente Facebook Coin, facendo notare come siano “più adatte” per tutti, sia per i regolatori, sia per i governi, sia per tutti gli altri soggetti interessati dell’industria finanziaria.

“Solo le valute sostenute da stabili asset fiat come il dollaro o l’euro potrebbero permettere a queste organizzazioni di sfruttare una criptovaluta senza ereditare i suoi rischi”.

Un diktat che appare elementare, seppur entri nell’alveo di un dibattito mai risolto in ragione del fatto che sono in molti nella comunità cripto a sostenere come le criptovalute siano titolari di meno effetti distorsivi rispetto alle monete fiat, proprio perché non legate a sistemi regolamentati e strettamente dipendenti da elementi di rottura vari, come per esempio fattori politici, economici e chi più ne ha più ne metta.

Quel che emerge dall’analisi di Duffy è un insieme di fattori da non sottovalutare, alcuni inconfutabili, altri ipotizzabili, che illustrano l’elenco di deficit presenti nel comparto cripto.

D’altra parte, questa trattazione così esauriente potrebbe costituire anche un solido endorsement verso le stablecoin che, con il sostegno di asset sicuri, potrebbero veicolare la diffusione delle cripto sul mercato e quindi permettere al Chicago Mercantile Exchange and Chicago Board of Trade di godere di un nuovo orizzonte finanziario fino a oggi impossibile da raggiungere.

La strada è già stata fissata con il lancio del future del Bitcoin.

 

 

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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