Una panoramica dell'ultimo periodo
13 febbraio: il Bitcoin arriva a cedere fino al 4%, registrando valore 8.548 dollari.
Tale valore si pone in controtendenza rispetto al progresso conosciuto nelle ultime cinque sedute, raggiungendo un aumento di 24 punti percentuali.
La flessione di cui sopra sarebbe ascrivibile, come spesso accaduto in passato, al mercato asiatico.
È noto come la piattaforma nipponica Coincheck abbia subito una truffa telematica, il cui risultato è stata la perdita di ben 500 milioni di dollari. Tale contingenza ha spinto il broker di Tokyo a permettere la conversione BTC-Yen.
Conseguenza presto detta.
Diversi investitori hanno arricchito i flussi migratori verso lidi più sicuri, con la valuta nipponica grande protagonista. Sono 40,1 i miliardi di Yen ritirati dai fruitori di Coincheck, pari a 373 milioni di dollari.
Comprensibile l’effetto che un simile disinvestimento abbia avuto sulla criptovaluta di Satoshi Nakamoto.
Ma non è tutto.
Il giorno precedente, il 12 febbraio, la solita J.P. Morgan ha diffuso un report di 71 pagine in cui si evidenzia quello che accadrà al comparto tecnofinanza nel breve e lungo periodo: “è improbabile che le monete virtuali scompaiano completamente, potrebbero sopravvivere in forme diverse tra soggetti che chiedono una maggiore decentralizzazione, reti peer to peer e anonimato”.
Risulta palese come simili dichiarazioni buttino benzina sull’ardente fuoco del ribasso valoriale cripto, favoreggiando sempre più il disinvestimento così come avvenuto sulla piattaforma Coincheck.
Se la banca d’affari newyorchese non demonizza completamente BTC e affini, sostenendo come tali monete digitali possano “potenzialmente avere un ruolo nella diversificazione del portafoglio azionario”, è anche vero che una simile affermazione sia ad abundantiam, evidenziando anzi un ruolo già ricoperto dalla tecnofinanza ed eliminando ogni altra funzionalità, prima fra tutte quella di valuta alternativa.
Difficile dire quale possa essere la deriva della criptovaluta più famosa al mondo, quel che è certo è che la spinta verso la regolamentazione cripto costituisca e costituirà un importante spartiacque circa la vita e la volatilità delle criptomonete.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.