Ombre sull'indipendenza del Bitcoin
Il mondo cripto ha abituato a profondi dibattiti. Specialmente a livello valoriale.
È noto come siano in molti a individuare il comparto tecnofinanza come la recente bolla speculativa, erede dei subprime che dieci anni fa hanno ricordato al mondo cosa fosse la finanza speculativa. C’è anche chi si è spinto oltre, sostenendo come le criptovalute, in particolar modo il Bitcoin, veicoleranno una crisi peggio di quella dei tulipani olandesi.
Il Bitcoin, per l’appunto.
La criptomoneta di Satoshi Nakamoto ha più volte attratto sia detrattori sia ammiratori, alimentando in breve tempo una disparità di giudizio che non conosce eguali.
Oggi risulta utile analizzare una voce eminente per comprendere a pieno la portata del fenomeno.
A questo proposito appare opportuno riportare quanto recentemente affermato da Brad Garlinghouse, amministratore delegato di Ripple, che intervenendo alla Stifel Cross Sector Insight Conference di Boston, ha lanciato ombre sull’indipendenza del BTC, sostenendo che “Il Bitcoin è in realtà controllato dalla Cina”.
Se da una parte non sorprende una critica al BTC da parte di uno dei suoi più potenti competitor, dall’altra non può non apparire curiosa una simile affermazione.
Interpellato circa la possibilità che il Bitcoin diventi la moneta più usata a livello globale, il ceo di Ripple stigmatizza la vicenda con convinzione: “Penso sia assurdo. Nessuna grossa economia lo permetterebbe, non avrebbe senso”.
L’affermazione di cui sopra contraddice la precedente e si pone in un continuum alquanto bizzarro che si sviluppa come segue: “Ti racconterò un’altra storia della quale parlano in pochi, ma che vale la pena approfondite. Il Bitcoin viene in realtà controllato dalla Cina. Quattro miner controllano oltre il 50% della criptovaluta: come facciamo a sapere che la Cina non interverrà? Quanti paesi vogliono utilizzare una moneta controllata dalla Cina?”.
È possibile che un alto dirigente operante in ambito cripto sia in possesso di informazioni privilegiate di cui il resto del mondo non abbia contezza. È altamente probabile che simili dichiarazioni avranno ripercussioni, sia giuridiche, sia economiche. I mercati non resteranno a guardare.
Quanto affermato dal n.1 di Ripple pone una rilevante questione d’indipendenza cripto, specialmente in riferimento alla prima valuta digitale per capitalizzazione, oltre che per motivi anagrafici.
La tesi, anche se sembrerebbe più una convinzione, mostrata da Garlinghouse inficerebbe il fine ultimo del BTC, l’indipendenza, che poi costituisce il motivo principale per cui Satoshi Nakamoto ha creato una simile forma di ricchezza.
È pur vero che la compagnia di Garlinghouse propone una criptovaluta all’avanguardia ed espressione del mondo bancario, quindi non indipendente ma legata a una lobby privata che si avvantaggerebbe delle criticità insite in tutte le altre valute digitali diffondendo ricchezza digitale in maniera performante e sicura.
Infatti, nella stessa intervista, mentre Garlinghouse benedice la blockchain affermando che “non distruggerà le banche, ma giocherà un ruolo importante nel funzionamento del nostro sistema”, non manca di ricordare come “il Bitcoin richiede 45 minuti per confermare una transazione”.
Paragone che vuole evidenziare che nonostante le due criptomonete prendano le mosse dalla stessa tecnologia, è innegabile che i quattro secondi in cui Ripple confermi una transazione la rendano la “miglior moneta digitale per effettuare pagamenti”.
Da qui una conclusione, o quasi un monito, che sintetizzi il suo pensiero sulla vicenda: “Le banche utilizzano quel che è efficiente ed economico. Se offri un prodotto migliore a un prezzo migliore… di certo lo useranno”.
La bomba è stata lanciata.
Adesso resterà solo da attendere la risposta dei mercati.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.