Il 16 novembre 2017 segnerà un’ulteriore tappa della storia della criptovaluta più famosa del mondo. Come già più volte ricordato, la valuta di Satoshi
Il 16 novembre 2017 segnerà un’ulteriore tappa della storia della criptovaluta più famosa del mondo.
Come già più volte ricordato, la valuta di Satoshi Nakamoto è in procinto di differenziare ancor di più la propria tecnologia, veicolando idee diverse in seno alla community che già da mesi hanno dato origine a più divisioni.
Questa settimana approfondiremo cosa sia nel dettaglio un hard fork, ricorderemo l’hard fork di agosto e la nascita di Bitcoin Cash e descriveremo cosa accadrà il 16 novembre.
Tra otto giorni vi sarà una nuova evoluzione, forse meglio dire passaggio, da un sistema a un altro, un aggiornamento per il quale il protocollo del Bitcoin muterà con l’adozione di SegWit2x, tecnologia che permetterà il potenziamento da 1 a 2 blocchi al blocco 494,784.
Hard fork, al secolo aggiornamento, aggiornamento strutturale.
Teoricamente un qualcosa di positivo, specie se si pensa a un potenziamento da 1 a 2 blocchi che permetterebbe una velocità di trasmissione più celere e quindi migliore.
È bene osservare nel dettaglio la fattispecie di aggiornamento, così da comprendere la portata di quello di cui stiamo parlando.
L’hard fork di cui sopra è una modifica protocollare che inerisce i blocchi della blockchain.
Ogni blockchain (ne esistono ovviamente diverse) segue proprie regole e ogni blocco è minato in tal senso. Va da sé che se un blocco non è conforme a tali regole non può essere utilizzato.
Questa situazione di compliance determina all’interno della rete BTC l’introduzione di nuove regole, ma il problema nasce qualora le nuove regole siano in contrasto con il software, generando un conflitto di conformità.
Da qui allora si può comprendere come nasca l’esigenza di biforcare la catena attraverso un aggiornamento che renda effettivi entrambi i software, superando i detti problemi di conformità e compatibilità.
La situazione di specie che si verrà a creare vedrà la contemporanea esistenza di due blockchain di comune origine ma di destinazione diversa.
Da un lato vi saranno stesso storico di transazioni, dall’altro una catena consterà di blocchi conformi al nuovo software e l’altra rimarrà fedele alla versione precedente.
Ciò implica che i blocchi facenti capo alla originaria blockchain non avranno alcun tipo di compatibilità con i blocchi minati sulla nuova.
Questa situazione sembrerebbe facilmente aggirabile implementando totalmente il software, ma è possibile che non tutti siano inclini al passaggio al nuovo, mantenendo quindi costante la domanda di mining e sviluppatori di software della prima blockchain, non permettendo al sistema aggiornato di autodeterminarsi in maniera completa.
Tale contingenza potrebbe portare alla nascita di una nuova criptovaluta dalle caratteristiche simili all’originale ma dai valori e dal trading differenti.
Un qualcosa di simile capitato a Ethereum con Ethereum Classic.
Affrontato il tema dell’aggiornamento sic et simpliciter, domani opereremo un focus sul fork già verificatosi ad agosto con la successiva nascita di Bitcoin Cash (BTH).
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.