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Banca d’Italia: PIL Italia oltre 4%, serve spronare investimenti 1700mld fermi

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 18, 2021, 08:58 UTC

Banca d’Italia afferma che il PIL dell'Italia potrebbe andare oltre il 4%, ma serve spronare gli investimenti. Ci sono 1.700 miliardi fermi.

investimenti

Nel nuovo Bollettino Economico (numero 2, 2021) la Banca d’Italia presenta un quadro economico italiano e internazionale ottimista, ma ancora evidentemente condizionato dagli effetti nefasti della pandemia che continua a colpire, e dall’efficacia delle campagne vaccinali.

Mentre per gli USA la Banca d’Italia segnala il corposo piano espansivo dell’amministrazione Biden che determina “un miglioramento delle prospettive globali”, per l’Italia l’attività economica è vista “pressoché stabile” nei primi mesi dell’anno, con un PIL che potrebbe superare il 4% nel 2021.

“A un rafforzamento nell’industria si accompagna un andamento ancora debole nei servizi. Le nostre indagini segnalano che le imprese programmano di riprendere gli investimenti nella restante parte dell’anno. Le famiglie intervistate dalla Banca d’Italia indicano una graduale ripresa dei consumi, ma la propensione al risparmio resta elevata”, scrive Banca d’Italia.

Servono gli investimenti

Sul tema degli investimenti è intervenuto anche il presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, che chiede misure in grado di incoraggiare gli investimenti, perché ci sono 1700 miliardi di euro fermi sui conti correnti degli italiani: soldi non spesi, ma anche improduttivi.

“Ci sono le premesse di liquidità che andrebbero incentivate con misure fiscali che incoraggino gli investimenti”, dice Patuelli all’Economia del Corriere della Sera.

Cosa chiede Patuelli. Il presidente dell’Abi chiede al legislatore di discernere tra speculatore finanziario che fa trading e investitore/risparmiatore (“cassettista”). Quest’ultimo, dice Patuelli, andrebbe premiato e invogliato a investire con una minore pressione fiscale. Va cioè abbattuta l’aliquota del 26%, perché in questo modo si incoraggerebbero gli investimenti nel risparmio.

L’aliquota, punitiva, del 26% fu introdotta allo scopo di equilibrare le tassazioni tra chi opera nel mondo dei mercati finanziari e degli investimenti, e chi ottiene il proprio reddito attraverso una attività da lavoro. La presunta efficacia di questa tassazione, a quanto pare, ora mostra tutti i suoi effetti negativi.

Il Recovery fund non basterà

Per Patuelli non basteranno i soldi del Recovery fund per rimettere in sesto l’Italia, e spinge affinché si mettano in moto questi 1.700 miliardi di euro di liquidità che giace depositata e infruttifera.

Basti notare che i 1.700 miliardi degli italiani sono 2 volte e mezza, i fondi del piano Next Generation EU messi sul piatto dalla Commissione Europea. Come dire, gli italiani hanno tutte le risorse per risollevare sé stessi senza bisogno di nessuno, e di contrarre altri debiti.

Rafforzare l’Ace

Patuelli chiede quindi che sia rafforzata l’Ace, ovvero l’incentivo alla capitalizzazione:

“La scarsità di capitale delle imprese frena la loro crescita dimensionale. Anche qui possiamo mettere in campo politiche di carattere nazionale, di tipo fiscale, incoraggiando anche i cassettisti a fare investimenti in settori produttivi e oltre ai titoli di Stato”.

Insomma, il messaggio di fondo rivolto al Legislatore appare essere più o meno questo: Caro stato italiano, permetti agli italiani di investire nelle imprese italiane formando leggi apposite che non penalizzano, come al solito, chi investe con tasse onerose. I soldi ci sono: 1.700 miliardi di euro sui conti correnti degli italiani.

Avanti con i vaccini, avanti con il piano espansivo e le riaperture

A partire dal 27 di aprile, finalmente, sono previste le riaperture delle attività economiche. La campagna vaccinale ha raggiunto nuovi record con valori prossimi alle 350 mila vaccinazioni giorno.

Ci sono i presupposti, dice Banca d’Italia, anche se non mancano i rischi, per “uno scenario di ritorno a una crescita sostenuta e durevole” a partire dalla seconda metà del 2021.

Serve il sostegno all’economia, le attività non vanno abbandonate a sé stesse e ai malavitosi che già comprano le imprese in difficoltà. Servono il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e soprattutto serve coinvolgere gli italiani come si fece al termine della Seconda Guerra mondiale, con Cassa Depositi e Prestiti che gestì il risparmio degli italiani e lo investì nella Ricostruzione.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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