Tradotto con IA
L’Indice del Dollaro USA (DXY) è sceso a circa 100,500, con i trader che hanno reagito a segnali contrastanti provenienti dai recenti dati economici e dagli sviluppi commerciali in corso. Ora l’attenzione si sposta sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (PPI) USA di giovedì e sul rapporto sul Sentiment dei Consumatori dell’Università del Michigan di venerdì — entrambi potenziali catalizzatori per la prossima mossa della Federal Reserve.
Il Consumer Price Index (CPI) di aprile ha registrato un aumento del 2,3% su base annua, leggermente al di sotto della previsione del 2,4%. Il CPI core è rimasto stabile al 2,8%. I dati mensili sono aumentati dello 0,2% sia per il dato generale che per quello core.
I dati hanno rafforzato l’idea che le pressioni inflazionistiche si stanno attenuando, il che potrebbe spingere la Fed a posticipare ulteriori inasprimenti. Tale aspettativa ha fatto pesare sul dollaro.
Il dollaro ha registrato un breve rialzo in seguito a un accordo tra USA e Cina che riduce significativamente le tariffe. Gli Stati Uniti ridurranno i dazi sui beni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina abbasserà le tariffe sulle importazioni americane dal 125% al 10%.
I mercati hanno accolto con favore la de-escalation, rimanendo tuttavia cauti sull’impatto duraturo.
L’Indice del Dollaro (DXY) mostra segni di debolezza dopo essere scivolato al di sotto della EMA a 50 periodi, stabilita a 100,85 dollari, e di un supporto pivot vicino a 100,84 dollari. La discesa segue un tentativo fallito di superare la resistenza a 101,97 dollari, dove una trendline discendente ha frenato il momentum rialzista.
Il prezzo ora si orienta verso un supporto a 100,10 dollari, e una rottura in quella zona esporrebbe il livello a 99,61 dollari. In assenza di una EMA a 200 periodi visibile, la rottura della EMA a 50 periodi rappresenta il segnale ribassista chiave.
Se i compratori non riescono a riconquistare presto il livello di 100,84 dollari, la via di minor resistenza sarà verso il basso. Il momentum è chiaramente cambiato e, a meno che non si verifichi una inversione vicino ai livelli attuali, i ribassisti del dollaro potrebbero dover attendere un nuovo catalizzatore.
La sterlina britannica (GBP/USD) sta rompendo la resistenza questa mattina, scambiandosi intorno a 1,3351 dollari dopo aver superato il canale discendente e la EMA a 50 periodi posta a 1,3267 dollari.
Questo breakout la posiziona anche comodamente al di sopra del pivot a 1,3291 dollari, segnalando un cambiamento nel momentum. Se il livello verrà mantenuto, il prossimo test sarà a 1,3381 dollari, seguito da 1,3442 dollari.
Dal lato ribassista, qualsiasi ritracciamento al di sotto di 1,3291 dollari potrebbe ri-esporre il supporto a 1,3212 dollari. La struttura ora favorisce i rialzisti finché il prezzo rimane sopra il pivot e continua a segnare massimi crescenti.
L’EUR/USD è salita oltre 1,1247 dollari oggi, rompendo una trendline discendente chiave che aveva limitato il rialzo dalla fine di aprile. Il superamento della EMA a 50 periodi posta a 1,1197 dollari conferma che il momentum rialzista è tornato in gioco, soprattutto dopo aver superato il pivot a 1,1181 dollari.
Se la coppia manterrà questo breakout, potrebbe testare nuovamente la zona di resistenza a 1,1274 dollari e mirare a 1,1374 dollari successivamente.
Dal lato ribassista, un eventuale ritracciamento verso il pivot potrebbe offrire agli acquirenti una seconda opportunità, con un supporto più solido a 1,1074 dollari da monitorare. In assenza di una significativa divergenza ribassista sul grafico e con un momentum in rapida ripresa, i rialzisti dell’euro sembrano essere nuovamente in controllo, almeno per il momento.
Arslan è un MBA in finanza e possiede anche una laurea MPhil in finanza comportamentale. Esperto in analisi finanziaria e psicologia degli investitori, Arslan utilizza il suo background accademico per offrire preziose intuizioni sul sentiment di mercato e sulla probabilità che gli strumenti siano sovraacquistati o sovrasvenduti.