Il biglietto verde guadagna terreno e spinge l'oro al ribasso.
I prezzi dell’oro quotato in dollari al Comex stanno affrontando la seconda sessione consecutiva di arretramento, dopo aver raggiunto i massimi settimanali nella sessione di martedì scorso a 1854.2. In meno di tre giornate l’arretramento è stato complessivamente del -3.43% misurato sui minimi odierni di quota 1790.6. Mentre scriviamo ancora non sono evidenti indicazioni di affievolimento della pressione ribassista ed, anzi, si sono formate nuove resistenze su grafico intraday di cui parleremo più diffusamente in coda a questo articolo.
Alle ore 19.18 CET il contratto future con scadenza a febbraio viene scambiato a 1794.0, con una perdita del -1.95% rispetto alla chiusura di ieri. Ricordiamo che domani, 28 gennaio, alle ore 18.00 italiane è in calendario il roll-over del future 02/22. Il nuovo contratto scad.04/22 quota attualmente 1796.2, circa due dollari più caro.
Il rapporto sul prodotto interno lordo degli Stati Uniti, diffuso proprio oggi, ha mostrato un incremento del +6.9% del PIL rispetto alle aspettative di un +5.5%. L’indice delle spese per consumi personali è invece arrivato a un tasso annuo del 6.5% nel quarto trimestre. Anche i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali negli USA sono risultati tutto sommato ottimisti.
I dati hanno contribuito al rialzo dell’indice del dollaro USA, che a sua volta ha contribuito a spingere al ribasso il mercato dell’oro ed in generale di tutti i metalli preziosi. Le politiche monetarie più restrittive cui i mercati stanno andando incontro, in base al programma della FED, vengono attuate principalmente a causa dei crescenti timori di inflazione alta. Storicamente, l’aumento dell’inflazione è sempre stato preparatorio ad un rialzo degli asset “hard”, come sono appunto i metalli preziosi.
Secondo l’opinione di Jim Wyckoff, editore di Kitco News, “l’inflazione continuerò a farsi sentire ed i mercati dell’oro e dell’argento risponderanno, nel complesso, in modo rialzista a lungo termine”.
Su grafico a barre di 30 minuti possiamo visualizzare con maggior precisione i riferimenti tecnici più importanti fino al termine della settimana. Attualmente abbiamo un segnale ribassista attivo, per cui ci devono interessare in particolare le resistenze, che sono i punti ove si suppone siano attualmente posizionati i venditori.
Le resistenze sono poste a 1798.8/99.4 e 1819.4/1820.6, altrettanti luoghi di probabile ripartenza del ribasso in caso di recuperi fra stanotte e venerdì. Sulla tenuta delle resistenze poggiano le proiezioni che forniscono obiettivi a 1771 e 1764.2. Solo dopo il raggiungimento di quest’ultimo livello potremo aggiornare l’analisi in base ai segnali che verranno forniti dai prezzi, per verificare se ci possano essere fin da subito le condizioni per la ripresa del rialzo.
Dal punto di vista del rapporto fra rischio/beneficio, sarebbe opportuno seguire il mercato con posizioni short solo in caso di riavvicinamenti alla prima resistenza, da prezzi comunque non inferiori a 1798.8. Lo scenario tecnico descritto verrebbe annullato dall’eventuale violazione della resistenza principale, con una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 1820.6.
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Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.