Martedì i future sul petrolio greggio perdono terreno sotto il peso di un'offerta che continua a salire. Nel mese di febbraio, grazie a un aumento della
Martedì i future sul petrolio greggio perdono terreno sotto il peso di un’offerta che continua a salire. Nel mese di febbraio, grazie a un aumento della domanda di gasolio per il riscaldamento e Diesel, il mercato aveva trovato una certa stabilità, ma si avvicina rapidamente il momento dell’anno in cui le raffinerie chiudono per manutenzione, in corrispondenza di un forte calo della domanda.
In vista della pubblicazione attesa in giornata degli ultimi dati sulle scorte dell’Istituto Americano per il Petrolio, questa settimana volume di scambi e volatilità sono calati. Domani l’Agenzia di Informazione sull’Energia USA pubblicherà invece i propri dati: secondo i trader il rapporto indicherà un aumento di riserve pari a 4,5 milioni di barili.
Il rialzo del dollaro continua a esercitare una pressione sui prezzi dei future sull’oro con scadenza ad aprile. Il dollaro guadagna terreno sostenuto da un numero crescente di trader che confida nel fatto che, nell’annuncio di chiusura della prossima riunione in agenda il 17 e 18 marzo, la Fed lancerà dei segnali orientati a una politica monetaria restrittiva. Un aumento dei tassi di interesse renderebbe il biglietto verde un investimento più appetibile, e questo metterebbe sotto pressione il mercato aurifero che non offre dividendi tanto meno interessi.
Martedì la coppia EUR/USD si muove in netto ribasso. In assenza di cattive notizie, si presume che l’ondata di vendite rifletta la divergenza fra la politica monetaria della Banca Centrale Europea e quella della Federal Reserve USA.
Per quanto riguarda le altre notizie del giorno, segnaliamo un rapporto sulla produzione industriale francese oltre le previsioni (+0,4 contro una stima ferma a -0,2%), e la produzione industriale italiana che scende dello 0,7%, contro una stima di un +0,25.
Martedì la coppia GBP/USD continua a perdere terreno, con un movimento di prezzo che potrebbe riflettere l’orientamento divergente delle politiche monetarie da parte della Banca d’Inghilterra e quella del Federal Reserve USA. Un aumento dei tassi di interesse da parte della BoE è da escludersi, e il mercato dei Titoli di Stato indica che oramai non può essere preso in considerazione per il 2015. La Fed, d’altro canto, potrebbe godere di condizioni favorevoli a un aumento dei tassi già a partire da giugno. La bassa inflazione provocata dal crollo dei prezzi del petrolio e un’economia dell’eurozona ancora debole continuano invece a esercitare una pressione sull’economia britannica.
Oggi non sono stati pubblicati rapporti economici di grande importanza, è comunque atteso in giornata un discorso del Governatore della BoE Mark Carney. Domani, gli investitori hanno avranno la possibilità di reagire agli ultimi dati sul settore manifatturiero e sulla produzione industriale.
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