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Come investire nell’Insurtech, il mondo assicurativo di domani

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Sep 27, 2022, 16:25 UTC

Ecco come puoi investire nell’Insurtech, il mondo assicurativo di domani che già oggi sta gettando le sue basi grazie a molti investitori.

investire nell’Insurtech

Avrai probabilmente sentito parlare di Insurtech, un neologismo inglese che unisce il mondo assicurativo alle tecnologie digitali per offrire nuovi prodotti assicurativi in un mondo sempre più digitale.

Qui spieghiamo con parole semplici come è possibile iniziare a investire nell’Insurtech, partendo dal definire cosa significa Insurtech e come funziona questa “nicchia” del settore delle assicurazioni in rapida crescita.

Che cos’è l’Insurtech e cosa significa

Insurtech è un termine inglese composto dalle parole “insurance” (assicurazione) e “technology” (tecnologia). Il neologismo prende spunto dalla parola Fintech (tecnofinanza).

Per Insurtech si intende l’uso delle innovazioni tecnologiche, in campo digitale in particolare, per ridurre i costi ai prodotti assicurativi e migliorarne l’efficienza.

Possiamo anche definire l’Insurtech come l’estrema personalizzazione dei prodotti assicurativi per tenere conto delle esigenze di piccoli gruppi di persone, a cui proporre prodotti assicurativi ad hoc che solitamente non sono contemplati dalle grandi compagnie assicurative.

Si pensi alle assicurazioni professionali. Tradizionalmente esse sono strutturate basandosi su dati generali, grezzi e poco dettagliati. Grazie ai dati aperti e alla possibilità di collegare banche di dati, l’Insurtech può sfruttare un insieme di informazioni ben più ampio per sviluppare prodotti assicurativi più accurati e divisi per gruppi sociali meglio definiti.

Ecco che l’Insurtech rende possibile lo sviluppo di una polizza assicurativa specifica per gli idraulici, una per gli avvocati, una polizza assicurativa specifica per i commercialisti, polizze assicurative per le professioni digitali (web designer, seo specialist, web marketer, ecc.).

Come funziona l’Insurtech

Le nuove società e start-up dell’Insurtech fanno ampio uso degli open data, cioè dei dati aperti e disponibili, ma fanno anche uso dei dati privati autorizzati dal loro cliente. Ecco quindi che le nuove tecnologie digitali offrono la possibilità di accedere a dati finanziari personali (l’open banking) che permettono la creazione di un prodotto assicurativo tagliato su misura delle esigenze e dei rischi del cliente.

I dati vengono gestiti da algoritmi intelligenti e da questi analizzati per individuare rischi specifici e calibrare meglio i premi delle polizze assicurative.

Questo in sintesi il meccanismo di funzionamento dell’Insurtech. Dal lato della relazione cliente – società Insurtech, invece, essa avviene prevalentemente attraverso il canale digitale. Il cliente accede alla piattaforma web o alla app del servizio assicurativo e dalla lista dei prodotti sceglie quello più adatto alle sue esigenze, potendo anche modificare alcuni parametri per meglio adattare le coperture assicurative e il premio alle sue esigenze e sue possibilità economiche.

Grazie alla digitalizzazione molti costi accessori vengono meno, anche se è chiaro che gestire un sistema informatico in grado di elaborare polizze assicurative non è economico e alla portata di tutti.

Le imprese del settore Insurtech

Mettere in piedi una società nel settore Insurtech richiede elevate competenze che devono essere un misto tra conoscenze dal settore assicurativo tradizionale e competenze avanzate dal settore informatico.

Inoltre, le tecnologie da gestire e da sviluppare spesso sono di nuova concezione o create per la prima volta dall’impresa del settore Insurtech.

I due aspetti appena esposti, se messi insieme fanno comprendere come siano necessari capitali rilevanti per costituire una start-up Insurtech.

Ecco perché gran parte di tali aziende nascono grazie alla partecipazione di venture capital e di banche che investono loro fondi per sostenerne la crescita.

Le ricadute positive dell’Insurtech sul cliente

Abbiamo già accennato al fatto che l’Insurtech è più economico per il cliente finale, ma non è soltanto una questione di economicità quanto anche di maggiori possibilità e flessibilità.

App mobile e piattaforme web con prodotti pronti all’uso o componibili in autonomia, permettono al cliente di crearsi la sua polizza assicurativa dedicata alla casa e al mezzo di trasporto personale in base ai suoi usi e circostanze effettive.

Lo smartphone, l’animale domestico, la bicicletta e il monopattino, possono essere assicurati a richiesta del cliente attivando e disabilitando la polizza anche su base giornaliera.

La flessibilità delle polizze assicurative offerte dalle start-up Insurtech è quindi unica. Il cliente può attivare una polizza viaggio per uno o due giorni, relativamente al suo viaggio personale o di lavoro con l’opzione di assicurare anche chi viaggia con lui.

I nuovi servizi di mobile banking incorporano in una unica offerta servizi bancari tradizionali (bonifici, carte di credito/debito), servizi finanziari (investimenti), valutari (cambio valuta) e assicurativi, in una sola applicazione. Il cliente è libero di attivare una determinata polizza assicurativa su base giornaliera, pagando soltanto il costo per quel giorno di attivazione.

Un cambiamento di prospettiva significativo per il settore assicurativo di cui l’investitore a caccia di nuovi temi di investimento dovrebbe tenere conto.

Gli investimenti nell’Insurtech

Sugli investimenti già fatti nel campo dell’Insurtech c’è un po’ di discordanza tra i vari report in questo 2022.

Nella primavera del 2022 venivano contabilizzati i risultati del 2021, con un investimento complessivo pari a 10 miliardi di dollari globali secondo l’Insurtech Global Outlook 2022 come pubblicato da Bitmat.it.

Secondo Global Data, però, nel corso del 2022 gli investimenti nel campo si sono raffreddati a causa delle condizioni generali di mercato che hanno creato grossa incertezza. Gli investitori sono diventati più restii ad investire, in particolare in settori tecnologici innovativi e a rapida crescita ma con più potenziale di rischio. Questo il dato pubblicato a fine agosto da We Wealth.

A fine settembre Il Sole 24 Ore offriva dati del tutto opposti per la sola Italia, con una crescita pari a 200 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2022 e una prospettiva di arrivare a 500 milioni di investimenti entro fine anno. Da sottolineare che l’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi dove nell’Insurtech si è iniziato a investire prima. Secondo i dati del quotidiano economico nazionale entro il 2023 l’Insurtech italiano potrebbe raggiungere 1 miliardo di euro di investimenti.

Se questi sono i dati parziali degli investimenti, come investire nell’Insurtech da investitore privato?

ETF Insurtech i migliori in cui investire

Per ora non esistono i migliori ETF Insurtech nei quali investire e non dovresti considerarlo uno svantaggio se sei un investitore a cui piace cavalcare i trend sul nascere.

Infatti, quando per un trend di investimento viene sviluppato il primo ETF significa che la fase degli early adopter è al tramonto e che la fase mainstream è appena iniziata. E ciò significa anche che il tempo del raccolto sta per avvicinarsi.

Dunque, anche se non esistono ancora ETF Insurtech attraverso cui investire non rammaricartene. Piuttosto potresti trovare altre vie per inserirti nell’Insurtech come investitore.

L’equity crowdfunding per investire nell’Insurtech

L’equity crowdfunding è sicuramente uno dei modi per investire nell’Insurtech, perché ti permette di investire in società del settore non ancora quotate.

In Italia esistono numerose piattaforme di equity crowdfunding (CrowdFundMe, Mamacrowd tra le altre) dove poter selezionare le migliori start-up Insurtech in cui investire la tua liquidità.

Un alert è doveroso. Ricorda che investire in una società attraverso l’equity crowdfunding significa diventare socio della start-up dell’Insurtech, potendo partecipare alla crescita dell’impresa e all’eventuale distribuzione degli utili. Tuttavia, come socio sei completamente esposto e se la start-up dovesse fallire non recupererai alcunché del capitale investito. Inoltre, le tue quote possedute sono difficili da vendere perché parliamo di società non quotate in Borsa.

Al netto dei rischi, i rendimenti sugli investimenti nell’equity crowdfunding possono rendere fino all’8%, oltre a prevedere in Italia una tassazione agevolata per persone fisiche e giuridiche.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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