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Quello che i trader devono sapere su venerdì 2 settembre

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Sep 2, 2016, 14:16 UTC

Nella mattinata di oggi (venerdì. 2 settembre 2016), l'andamento dei mercati asiatici è stato notevolmente tranquillo, con i trader che si preparano al

Quello che i trader devono sapere su venerdì 2 settembre

Nella mattinata di oggi (venerdì. 2 settembre 2016), l’andamento dei mercati asiatici è stato notevolmente tranquillo, con i trader che si preparano al rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti. Auspicabilmente, il documento dovrebbe fornire delle indicazioni ai membri della Federal Reserve prima della riunione del Fomc di settembre. Le valute asiatiche hanno reagito al deprezzamento del dollaro, causato dal deludente indice Ism. L’attività manifatturiera negli Stati Uniti ha subito una lieve contrazione che, tuttavia, potrebbe essere anche una semplice anomalia matematica. A volte, i dati elaborati durante le ferie estive giungono, infatti, in ritardo o sono inaccurati. La lettura ha mostrato che, ad agosto, l’attività delle imprese degli Stati Uniti è diminuita per la prima volta in sei mesi, a causa del calo dei nuovi ordini e della produzione. L’indice Ism ha segnato 49,4.

dollar

La Reuters ha annunciato che le borse australiane hanno perso lo 0,7%. Il Kospi e il Nikkei sono rimasti invariati, mentre lo yen si è mosso in lieve rialzo.

Secondo Hikaru Sato, analista senior di Daiwa Securities, “Alcuni soggetti del mercato avevano scommesso che la Fed avrebbe innalzato i tassi di interesse già nel corso di questo mese. Tuttavia, a causa dei deludenti dati dell’indice ISM e delle scarse vendite di autovetture negli Stati Uniti, tali aspettative sembrano essersi modificate. Gli Stati Uniti si stanno avvicinando a una manovra restrittiva. Tuttavia, l’andamento del cambio dollaro-yen mostra che gli attori del mercato non puntano più tanto su un imminente innalzamento dei tassi.”

Le borse asiatiche non paiono aver seguito l’andamento sperimentato da Wall Street nella notte, ove i titoli sono rimasti invariati e i guadagni del settore tecnologico hanno bilanciato la delusione per l’attività delle imprese degli Stati Uniti e la riduzione del prezzo del petrolio.

dollar yen

Il dollaro australiano ha guadagnato 3 punti grazie al lieve deprezzamento della controparte statunitense, venendo negoziato a quota 0,7555. Il kiwi si è mosso in rialzo di quattro punti per raggiungere quota 0,7289, tenendo il passo con le altre valute della regione dell’Asia-Pacifico.

Numerosi trader statunitensi sono già in ferie per il Labor Day e i mercati degli Stati Uniti rimarranno chiusi nella giornata di lunedì. La reazione ai dati sull’occupazione negli Stati Uniti potrebbe, quindi, essere debole. La maggior parte delle principali valute si è mossa in ribasso contro il dollaro, con i trader che attendono i dati sulle buste paga dei settori non agricoli degli Stati Uniti per il mese di agosto. Il rapporto verrà pubblicato per le 20:30 ora di Hong Kong.

I dati recenti hanno mostrato che, negli Stati Uniti, le buste paga del settore privato sono aumentate a un ritmo costante durante il mese di agosto, registrando 177000 nuovi occupati, dopo i 194000 di luglio.

La sterlina si è mossa in ribasso per tre giorni consecutivi, perdendo lo 0,13% per venire negoziata a quota 1,3285 nella mattinata di venerdì. L’euro ha ceduto lo 0,02%, toccando quota 1,199. Contro il dollaro si è mosso in ribasso anche lo yen, cedendo lo 0,11% per assestarsi su quota 103,33.

Il governatore della Banca del Giappone, Haruiko Kurdoa, ha affermato che, nell’attuale quadro di politica monetaria, “rimane ampio spazio per ulteriori misure espansive.” I dati della scorsa settimana hanno rivelato che, in Giappone, i prezzi al consumo sono diminuiti per il quinto mese consecutivo, evidenziando le difficoltà in cui la Banca del Giappone si dibatte per portare l’inflazione al tasso obiettivo del 2%.

Nell’ultimo mese, la valuta statunitense si è mossa in rialzo, con l’indice del dollaro che ha ridotto le perdite del 2016 al 4% quando i membri della Fed hanno dichiarato che l’incremento dell’occupazione e l’aumento dell’inflazione rafforzano la possibilità di un innalzamento dei tassi. La politica monetaria restrittiva della Federarl Reserve è in palese contrasto con le misure espansive adottate dalla Banca Centrale Europea e della Banca del Giappone.

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