Il mercato aurifero chiude la settimana praticamente invariato a 1328$ dopo i numeri poco brillanti mostrati dal rapporto sui posti di lavoro
Il mercato aurifero chiude la settimana praticamente invariato a 1328$ dopo i numeri poco brillanti mostrati dal rapporto sui posti di lavoro statunitensi. Lunedì mattina i volumi restano deboli. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come il prezioso abbia testato la regione dei 1300$ in previsione del rilascio del suddetto rapporto per poi invertire la sua rotta subito dopo la pubblicazione dei numeri sui posti di lavoro. Sebbene i dati abbiano riportato numeri deludenti rispetto al rapporto precedente e alla media trimestrale, i numeri restano piuttosto solidi.
Gli speculatori speravano che il rapporto desse indicazioni più precise sul possibile esito della riunione Fed prevista per settembre. Venerdì il dollaro statunitense inverte la sua rotta recuperando terreno mentre gli investitori ritengono che i deboli numeri occupazionali registrati nel mese di agosto non siano in grado di dissuadere la Federal Reserve dall’idea di innalzare i tassi di interesse entro la fine dell’anno.
Venerdì il Dipartimento del Lavoro ha mostrato come negli ultimi mesi il rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi abbia registrato un incremento stagionale di 151,000 unità, mentre il tasso di disoccupazione rimane stabile al 4,9%. Per il mese di agosto, gli economisti intervistati dal The Wall Street Journal avevano previsto un incremento di 180,000 unità e un tasso di disoccupazione del 4,8%.
Detto questo, numerosi investitori ritengono che il rapporto abbia mostrato una crescita economica sufficientemente forte da poter supportare un innalzamento dei tassi di interesse Fed entro la fine dell’anno, mossa che potrebbe prendere piede già nella riunione prevista per il 20 e il 21 settembre.
Omer Esiner, capo analista di mercato del Commonwealth Foreign Exchange ha dichiarato: “Settembre potrebbe essere prematuro, tuttavia, questo non riduce la possibilità di assistere ad un innalzamento entro dicembre”.
Le aspettative di un innalzamento dei tassi di interesse tendono a spingere il dollaro in rialzo poiché la valuta diventa più attraente per chi è in cerca di investimenti.
Domenica il vicepresidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, Stanley Fischer, ha dichiarato che la politica monetaria non è preparata per affrontare una questione a lungo termine visto il rallentamento della crescita della produttività invitando Washington ad investire di più nelle infrastrutture e nell’educazione al fine di rinvigorire la lenta ripresa economica statunitense.
Un rapporto occupazionale ottimista avrebbe rafforzato la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi statunitensi dopo che, durante la riunione dello scorso fine settimane, i funzionari della Federal Reserve hanno mostrato l’intenzione di sostenere una linea dura incrementando così le pressioni sull’oro.
Ricordiamo come il metallo giallo sia estremamente sensibile a tassi più elevati negli Stati Uniti, poiché aumentano il costo dell’opportunità di detenere lingotti spingendo il dollaro in rialzo, valuta con cui è negoziato il prezioso.
I prezzi del metallo giallo si muovono in rialzo nel mercato internazionale un giorno prima del rilascio dei deludenti numeri mostrati dall’ISM Manifatturiero, dati che hanno pesato sulle scommesse di un innalzamento dei tassi di interesse spingendo il dollaro in ribasso insieme ai rendimenti obbligazionari e aumentando così l’appeal relativo alle attività anti-fiat e senza rendimento. Il rapporto ha mostrato come, nel mese di agosto, l’attività di fabbrica del settore si sia inaspettatamente contratta per la prima volta in sette mesi. L’argento guadagna quasi il 3% per attestarsi su quota 19,39$ l’oncia.
L’oro continua a mostrare segni di volatilità sulla scia delle speranze riguardanti un possibile innalzamento dei tassi di interesse Fed, tuttavia, questo stato d’animo è guidato principalmente dai numeri economici. A tale proposito ricordiamo come la scorsa settimana il rilascio di dati economici positivi, congiuntamente alle dichiarazioni del presidente e del vicepresidente della Fed che hanno visto l’istituto di credito sostenere una linea dura, avevano spinto i prezzi del metallo giallo in ribasso. In un simile scenario, infatti, la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse durante la prossima riunione FOMC prevista per il 20 e il 21 settembre sembrava sempre più concreta.