I mercati amano parlare di parità, un evento determinante per le coppie valutarie che a volte si manifesta con rotture storiche, altre che con segnali di
I mercati amano parlare di parità, un evento determinante per le coppie valutarie che a volte si manifesta con rotture storiche, altre che con segnali di tracollo dell’economia.
All’inizio dell’anno, lo yen è salito fino al di sotto dei 100¥: un rialzo che nessuno si sarebbe mai aspettato, una parità eccezionale che improbabilmente verrà di nuovi raggiunta, ammettendo che l’amministrazione Trump faccia ripartire l’economia degli Stati Uniti. Attualmente, la coppia USD/JPY è a quota 118,14¥, prossima ai 120¥.
Il cambio tra dollaro e franco svizzero è stato dato per favorito per la parità, con le puntate sul dollaro che raggiungevano i 1000 CHF, molto meglio del cambio tra euro e dollaro, con la valuta degli Stati Uniti che ora pare pronta a mantenere la parità nel prossimo futuro, spinta dalle previsioni pubblicate dal Fomc nella giornata di mercoledì. La conferenza stampa tenuta dalla Bns nella giornata di ieri ha, invece, notevolmente pesato sul franco svizzero. Jordan ha, infatti, ricordato ai mercati non soltanto la volontà della Bns di intervenire, ma li ha anche avvertiti della possibilità di maggiori tagli dei tassi nel breve periodo. Rimane da vedere se, con la posizione tanto da falco assunta dalla Fed, la stabilità del mercato sia sostenibile.
Nella giornata di giovedì, il dollaro ha guadagnato lo 0,94% sul franco svizzero, spinto dalla combinazione delle previsioni pubblicate dal Fomc nella giornata di mercoledì con la conferenza stampa della Bns. La coppia ha rotto gli 1,10 franchi svizzeri per l’ultima volta a metà del 2010.
Dato che, in Europa e negli Stati Uniti, verranno pubblicati ben pochi dati, oggi è giorno di profitti, con il dollaro che si è mosso in ribasso contro le principali valute: ad esempio, dello 0,17% contro il franco svizzero. Al momento della pubblicazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot cede lo 0,08%.
Poi c’è l’euro, più un sogno che una realtà, con la combinazione di sostenuto ribasso della moneta unica europea e rialzo del dollaro che in passato ha eluso i mercati, la Fed che ha dovuto rinunciare a innalzare i tassi nel 2015 e nel 2016, provocando il deprezzamento del dollaro mentre il carry trade alimentava l’apprezzamento dell’euro durante i periodi di tensione sui mercati e con la moneta unica europea che ha prevalso come valuta di finanziamento grazie alla politica monetaria della Bce.
Oggi, la corsa del dollaro verso la parità sembra più plausibile che mai. I dati macroeconomici sugli Stati Uniti sostengono la propensione al rischio dei mercati, quelli su Cina ed Eurozona supportano la crescita e le banche centrali paiono pronte a rimanere accomodanti.
Per quanto riguarda la coppia EUR/USD, è più una questione di quando che di se sarà necessario un nuovo innalzamento dei tassi e quando le politiche di stimolo di Trump porteranno la valuta degli Stati Uniti a 1,0000$. Al momento della redazione di questo articolo, l’euro si assesta a 1,0447$, in ribasso rispetto all’apprezzamento dell’1,16% e al massimo intragiornaliero di 1,03664$ segnati nella giornata di giovedì. La riscossione dei profitti pesa sul dollaro.
Quando l’euro raggiungerà la parità col dollaro, l’attenzione si volgerà alla coppia GBP/USD?
Si è parlato un poco di una simile eventualità e, per il momento, con la parità meno probabile della permanenza della Gran Bretagna nell’UE. L’ultima volta che la coppia si avvicinò alla parità fu nel febbraio del 1985., quando la sterlina crollò dal massimo dei 2,44$ raggiunto alla fine del 1980 a 1,05$.
Ci si aspettava che i verbali della Banca d’Inghilterra, pubblicati nella giornata di giovedì, avessero toni maggiormente da falco. Ed è stato tutto il contrario. Il Comitato per la Politica Monetaria ha previsto un rallentamento della crescita nel 2017, pur sostenendo che un superamento dell’obiettivo di inflazione del 2% nel breve e medio periodo è meno probabile. Ciò lascia la divergenza di politica monetaria del tutto a favore del dollaro, anche senza considerare il Brexit. Ci vorrà molto perché la coppia rompa 1$: la parità tra GBP e USD sarà soltanto un argomento secondario rispetto al cambio tra dollaro e euro.
Al momento della pubblicazione di questo articolo, il cambio tra sterlina e dollaro si asseta a 1,2427$ a causa della riscossione dei profitti. Nel breve periodo, è consigliabile mantenere un atteggiamento da colomba nei confronti della sterlina e da falco verso il dollaro, non soltanto contro la valuta del Regno Unito, ma contro tutte le principali valute.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.