I Metalli Preziosi Prosperano; Platino e Argento Superano L’Oro

Il mercato aurifero posta un lieve rimbalzo nel primo giorno del mesi. I deludenti numeri mostrati dagli Stati Uniti hanno aiutato il metallo. L’oro é scambiato a 1358,02$ guadagnando poco più di 6.5$ per la sessione, mentre l’argento ampia la sua ascesa registrando un rincaro dello 0,71% per attestarsi su quota 20.557$. Il PMI manifatturiero degli Stati Uniti ha rispettato le aspettative mentre l’ISM manifatturiero fallisce le previsioni ma si attesta su quota 52.6.

Lunedì il platino mostra una performance migliore dell’oro e dell’argento guadagnando più di 13$, pari all’1,13%. Il metallo é scambiato a 1163,75$ poiché i trader hanno spostato le loro posizioni dall’oro agli ETF di platino. Venerdì il metallo bianco testa i massimi degli ultimi 14 mesi ampliando la sua ascesa nel corso delle sessioni più recenti. Il platino é ora negoziato a 1.171,90$. L’argento ha mostrato una forte correlazione al platino vicino a 0,74, mostrando come l’argento sia più vicino al platino che all’oro. Inoltre, poiché il consumo industriale dell’argento é aumentato insieme al palladio, i due metalli dovrebbero seguire lo stesso percorso per circa il 74% del tempo.

I motivi principali di un deficit di platino includono la crescita dell’offerta sudafricana che, in uno scenario a breve termine, resta vincolata e il rallentamento della crescita dei catalizzatori riciclati combinata con la forte domanda di catalizzatori proveniente dall’Europa occidentale.

Stando a quanto mostrato da Citi, per il palladio, l’aumento dei catalizzatori in Asia sarà fondamentale, la domanda mondiale di palladio per automobili é aumentata del 3% postando nuovi record ne 2016. A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come il platino sia l’ingrediente chiave per i catalizzatori di motori diesel mentre il palladio lo é per i catalizzatori di motori a benzina.

Platino e palladio sembrano piuttosto correlati. Tuttavia, la loro correlazione è solo dello 0,57. tale scenario suggerisce come i due metalli dovrebbero seguire lo stesso percorso solo per il 57% del tempo. Le scorte di platino e palladio, ingredienti chiave dei catalizzatori, dovrebbero mostrare un deficit per tutto il 2016. Lunedì citi ha dichiarato che il prezzo del platino dovrebbe attestarsi su quota 985$ nel 2016 e su quota 1,040$ nel 2017.

David Wilson, stratega della banca, ha affermato che il platino potrebbe registrare un deficit di 172.000 once con una vendita di palladio di 847,000 once.

Nel 2018 il platino dovrebbe attestarsi su quota 1,120$ l’oncia, mentre il palladio dovrebbe raggiungere i 570$ l’oncia, registrando una crescita del 7% rispetto alle stime precedenti. Si stima un ulteriore rialzo del 2% nel 2017 e nel 2018, infatti, il metallo dovrebbe raggiungere i 640$ l’oncia nel 2017 e i 690$ l’oncia nel 2018.

David Wilson, ha anche dichiarato che la banca resta nel complesso più rialzista nei confronti del palladio che del platino, almeno per quanto riguarda uno scenario a medio e a lungo termine.

I fondi possono studiare attentamente i cambiamenti di questi metalli. Le azioni del platino fisico (PPLT), le azioni del palladio fisico, le azioni dell’argento fisico e quelle del Gold Swiss fisico sono aumentate rispettivamente del 16,2%, 22,4%, 14,5% e del 2,2%, su una base di uscita di 30 giorni.

Lo spread tra oro e argento, o il rapporto fra i due metalli é fondamentale quando si esegue uno studio comparato dei preziosi. Lo spread oro-argento é stato scanbiato a 65,8 dal 27 luglio del 2016. Il rapporto suggerisce che ci vogliono quasi 66 once d’argento per acquistare una singola oncia d’oro. Il rapporto ha dunque mostrato un calo di circa il 14,3% dall’inizio del 2016.

L’argento ha un duplice ruolo: é usato come un rifugio durante i periodi di incertezza  ed è utilizzato anche come un metallo industriale. L’aumento delle azioni supporta la crescita industriale, scenario che inevitabilmente aiuta il metallo. Detto questo, anche una crisi economica e/o un’instabilità politica possono spingere l’argento in rialzo sulla scia di un incremento della domanda dei beni di rifugio.