I trader dell'oro hanno avviato una presa di beneficio poiché i mercati sono entrati nella stagione di vacanza. Detto questo, ci sembra opportuno
I trader dell’oro hanno avviato una presa di beneficio poiché i mercati sono entrati nella stagione di vacanza. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come nel corso della sessione il metallo giallo, da sempre considerato come un bene di rifugio, si sia mosso fortemente in rialzo sulla scia di un calo dei titoli azionari, di un ribasso del dollaro statunitense e dei deboli numeri provenienti da Stati Uniti e Cina. Gli investitori hanno iniziato a mostrare una certa preoccupazione poiché il prezioso non è riuscito a mantenersi al di sopra del livello chiave dei 1350$. L’argento perde 31,7 centesimi o l’1,58% per attestarsi su quota 19.703$ l’oncia.
I future dell’oro postano le prime ripetute perdere settimanali registrando la più grande contrazione degli ultimi due mesi dopo che i prezzi non sono riusciti a rompere al di sopra dei massimi delle ultime tre settimane postati il 2 agosto. Venerdì i future dell’oro chiudono in ribasso nonostante l’ascesa registrata dal prezioso a seguito del rilascio dei deboli numeri economici da parte del governo degli Stati Uniti, scenario che ha indebolito la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Le politiche monetarie sempre più allentate da parte delle banche centrali di tutto il mondo e l’aumento dell’incertezza hanno contribuito ad incrementare notevolmente la domanda del lingotto spingendo il prezioso in rialzo e il trading dei relativi fondi a livelli record per i primi sei mesi dell’anno.
Stando a quanto riportato dal World Gold Council rispetto al primo semestre dell’anno, la domanda di investimenti per l’oro, che include bar e monete, e la domanda di ETF, é aumentata di 1,063,9 tonnellate o del 16% rispetto ai record del primo semestre del 2009, rappresentando quasi la metà della domanda complessiva di oro per i primi sei mesi del 2016, riferisce Marketwatch.
In particolare, gli investimenti in oro sono aumentati di 448 tonnellate nel secondo trimestre, più del doppio della cifra dello stesso periodo anno su anno, in gran parte a causa di un aumento anno su anno degli investimenti ETF che hanno raggiunto le 236,8 tonnellate, rispetto alla metrica di efflusso di 23 tonnellate registrata nell’anno precedente. Per esempio, l’SPDR Gold Share, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo legato agli ETF, ha attirato più di 13 miliardi di dollari in afflussi netti.
L’oro beneficia tipicamente dei bassi tassi di interesse, che riducono il costo dell’opportunità di detenere lingotti non cedevoli. Inoltre, le azioni rappresentano un rifugio sicuro o una migliore riserva di ricchezza durante i periodi di incertezza mondiale e di volatilità del mercato.
Giovedì il presidente della Federal Reserve di San Francisco, John Williams, ha dichiarato che la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse entro la fine dell’anno resta concreta poiché le pressioni inflazionistiche continuano ad aumentare.
Ma trader dei fondi dei future federali ritengono che la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse nella riunione del 13-14 dicembre sia del 43%, in ribasso rispetto al 47% registrato prima del rilascio dei recenti dati.
L’oro è nel bel mezzo di una sorta di rinascita. Con l’incertezza riguardante la futura direzione dell’economia globale, i timori sulle conseguenze del Brexit e i gravi problemi geopolitici mondiale, il prezioso, considerato come un bene di rifugio per migliaia di anni, è tornato di moda. Il prezzo dell’oro è aumentato di oltre il 25% finora nel 2016, e nel mese di luglio, gli analisti di UBS hanno dichiarato che il metallo è entrato in una cosiddetta “nuova fase”.
Il dollaro statunitense perde lo 0,5% contro un paniere di valute principali dopo che il rilascio dei recenti dati ha spinto gli investitori a rivedere le aspettative riguardanti la tempistica dell’innalzamento dei tassi di interesse della Federal Reserve. Il Platino guadagna lo 0,7% per attestarsi su quota 1148$ l’oncia, dopo aver registrato un calo del 3% nella sessione precedente. Il palladio posta un rialzo dello 0,4% ed é negoziato a 688,45$; chiude la settimana con una perdita modesta.