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Lo yen torna al di sopra della soglia di quota 100

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Aug 19, 2016, 14:57 UTC

Nella giornata di giovedì, Wall Street si è mossa in lieve rialzo, continuando a registrare modesti guadagni come durante la precedente sessione.

Dollaro

Nella giornata di giovedì, Wall Street si è mossa in lieve rialzo, continuando a registrare modesti guadagni come durante la precedente sessione. Tuttavia, l’interesse all’acquisto è rimasto contenuto, limitando la tendenza al rialzo. I mercati europei hanno chiuso la sessione di giovedì segnando un modesto guadagno che interrompe quattro giornate di tendenza al ribasso. I mercati hanno aperto in positivo, ma hanno poi consolidato per tutta la sessione. Gli investitori hanno reagito positivamente ai verbali dell’ultima riunione della Fed, pubblicati dopo la chiusura dei mercati europei nella giornata di ieri. Si deve tener presente che le ferie estive sono al culmine. Nelle prossime due settimana, i mercati dovrebbero manifestare scarso volume.

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I mercati europei e statunitensi sono andati a consolidare, con i contratti furure sull’indice del dollaro e sullo S&P che hanno oscillato tra quota 2175 e quota 2183.

Si suppone che la Fed innalzerà i tassi a settembre o a dicembre.

Nella mattinata di oggi, il Nikkei si è mantenuto invariato. Nella giornata di oggi, le borse dovrebbero aprire in ribasso, seguendo la tendenza negativa dei mercati asiatici provocata dalla possibilità che la Fed proceda a innalzare i tassi di interesse nel breve periodo. Tale timore è stato generato dalle dichiarazioni del presidente della Fed di San Francisco, John Williams, che appoggia una manovra restrittiva a breve termine. Williams ha affermato che l’economia degli Stati Uniti è sufficientemente forte da poter attuare un innalzamento dei tassi di interesse nel breve periodo. Williams ha, inoltre, avvertito che attendere troppo a lungo potrebbe provocare un notevole aumento dell’inflazione o far gonfiare una bolla speculativa.

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Nella mattinata di oggi, con il dollaro che rimbalza dalle notevoli perdite subite negli ultimi due giorni, le valute asiatiche si muovono in ribasso. Il dollaro ha guadagnato 25 punti per raggiungere quota 94,36, pur rimanendo prossimo al margine inferiore della sua gamma di oscillazione a sessanta giorni. Il rialzo del dollaro ha influito sull’andamento dell’Aussie e del kiwi, che si sono avvicinati ai massimi di breve periodo dopo che le banche centrali di Australia e Nuova Zelanda hanno deciso di tagliare i tassi nelle ultime due settimane.

L’Aussie ha ceduto 53 punti per toccare quota 0,7633, ma rimane ben al di sopra della gamma impostata dalla Rba, che vorrebbe il dollaro australiano intorno a quota 0,75. Durante la settimana, l’AUD è stato spinto in rialzo dai dati sull’occupazione, superiori alle aspettative. L’incremento del numero di occupati ha prodotto il medesimo effetto sul NZD. 

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Gli analisti sono sicuri che l’economia stia creando nuovi posti di lavoro, nonostante gli avvertimenti circa la necessità di maneggiare con cura i nuovi dati sull’occupazione. Nel trimestre conclusosi a giugno, la disoccupazione è scesa al 5,1%, pari a 131000 soggetti. Nel medesimo periodo, si registrano 58000 nuovi occupati.

Gli analisti sono stati sorpresi dal notevole incremento dell’occupazione. Tuttavia, l’Ufficio Neozelandese di Statistica ha ammesso di non sapere quanti nuovi posti di lavoro siano dovuti alla riclassificazione.

Le modifiche includono la riclassificazione di alcuni individui da fuori la forza lavoro a liberi professionisti e l’inclusione di 10000 appartenenti alle forze armate, precedentemente non considerati. L’Ufficio Neozelandese di Statistica ha difeso tali modifiche, affermando che offrono una descrizione più accurata e completa del mercato del lavoro.

La valuta dall’andamento più preoccupante è stata lo yen, che nella mattinata di oggi ha perso 36 punti contro il dollaro, con i trader che hanno effettuato vendite massicce di valuta nipponica dopo che questa era scesa al di sotto di quota 100, preparandosi a un nuovo intervento sullo yen. La coppia USD/JPY ha toccato quota 100,25 con i trader che prestano scarsa attenzione alle minacce e alle promesse di svalutazione da parte della Banca del Giappone.

Il ribasso dello yen ha alleggerito la pressione cui sono sottoposti gli esportatori nipponici. Al contempo, la maggior parte delle borse asiatiche si è trovata in difficoltà nel chiudere la settimana in positivo.

Il dollaro è stato sotto pressione, con gli investitori che riducono le aspettative di un innalzamento dei tassi di interesse da parte della Fed a settembre. I verbali della riunione del Fomc di luglio mostrano, infatti, che i membri sono divisi sulla necessità di un aumento dei tassi.

Ciò ha contribuito all’apprezzamento dello yen che, nel corso della settimana, ha raggiunto i 99,54¥, ossia il massimo dal 24 giugno, dopo la Brexit. In risposta, membri del governo del Giappone hanno dichiarato che stanno “seguendo attentamente” l’andamento del mercato valutario.

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