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Le valute asiatiche continuano a muoversi in rialzo

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Aug 16, 2016, 08:48 GMT+00:00

Nonostante la pubblicazione di dati di scarsa rilevanza, le valute asiatiche si sono mosse in rialzo. Nelle prime ore della sessione, il dollaro ha perso

Le valute asiatiche continuano a muoversi in rialzo

Nonostante la pubblicazione di dati di scarsa rilevanza, le valute asiatiche si sono mosse in rialzo. Nelle prime ore della sessione, il dollaro ha perso 19 punti, mentre il NZD e l’AUD si sono apprezzati grazie all’aumento del prezzo delle materie prime. Lo yen si è mosso in rialzo, raggiungendo quota 100 nella mattinata. All’avvio della sessione, l’evento principale è stato rappresentato dalla pubblicazione dei verbali della Rba, che seguono la decisione, attuata due settimane fa, di ridurre i tassi di interesse.

L’Aussie ha guadagnato lo 0,48% per raggiungere quota 0,7706 e il kiwi si è mosso in rialzo dello 0,71% a quota 0,7259. I trader stanno studiando approfonditamente le parole contenute nei verbali della Rba, pubblicati nelle prime ore della sessione. Il documento si concentra sulla crescita e sui prezzi delle materie prime. Dalla precedente riunione, questi si sono mossi in generale rialzo e il tasso di cambio del dollaro australiano ha sperimentato un lieve apprezzamento dall’inizio dell’anno. Il mutamento delle aspettative sulle politiche delle banche centrali ha continuato a influenzare i tassi di cambio su scala globale. Per il periodo della previsione, ci si aspettava una lieve variazione delle ragioni di scambio dell’Australia.

Nella mattinata di oggi, i mercati asiatici presentano una varia polarizzazione dopo il rialzo sperimentato nella giornata di ieri. L’andamento positivo si basa sull’ottimismo negli Stati Uniti e sull’incremento del prezzo del greggio.

A causa delle aspettative sulla sterlina e sulle divise legate alle materie prime, le valute rimangono all’interno della gamma di oscillazione. Con la pubblicazione dei primi dati successivi alla Brexit, l’attenzione continuerà a essere concentrata sulla sterlina.

Nella giornata di lunedì, Wall Street ha registrato i massimi storici, grazie all’aumento del prezzo del greggio, che ha spinto in forte rialzo i titoli legati al petrolio. L’andamento dei mercati europei è stato, invece, nuovamente turbolento. Tuttavia, la sessione si è conclusa con dei lievi guadagni. La preoccupazione per la crescita globale ha reso gli investitori prudenti, dopo che i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, pubblicati lo scorso venerdì, sono risultati inferiori alle aspettative.

L’indice del dollaro ha raggiunto quota 95,12, continuando a muoversi in rialzo sulle principali valute in un mese di agosto caratterizzato da scarsa volatilità. I deludenti dati sulle vendite al dettaglio, diffusi nella giornata di venerdì, non sono riusciti a premere sul dollaro. Durante la sessione di oggi, verranno pubblicati i dati sul settore immobiliare e l’Ipc degli Stati Uniti. 

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Gli ultimi dati sull’Ipc dell’Australia hanno confermato che la pressione dell’inflazione è stata modesta, coerentemente con le previsioni di maggio. le prospettive dell’inflazione sottostante presentano, quindi, soltanto lievi variazioni. L’inflazione sottostante dovrebbe rimanere bassa per qualche tempo, prima di aumentare gradualmente con la diminuzione della capacità inutilizzata nei mercati del lavoro e di diversi prodotti. Da maggio, le previsioni sulla crescita del Pil e sul tasso di disoccupazione in Australia hanno subite modifiche di modesta entità.

Il kiwi ha raggiunto quota 0,7256, continuando a muoversi in rialzo e prestando scarsa attenzione alla decisione della Rbnz sul tasso di interesse, attuata nella scorsa settimana, che ha rispettato le aspettative dei mercati. Gli analisti attendono i dati sulla forza lavoro per il secondo trimestre, che verranno pubblicati nella giornata di domani e che dovrebbero registrare un incremento del tasso di disoccupazione dal 6,2% al 6,3%, non sufficiente a modificare le aspettative sulla tempistica di nuovi tagli dei tassi di interesse.

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Lo yen viene negoziato a quota 100,32, innervosendo la Banca del Giappone e il governo, che hanno fatto di tutto per far ripartire un’economia in declino e svalutare lo yen. Soltanto pochi giorni fa, il Fmi ha dichiarato che il programma delle “Tre Frecce” del primo ministro Abe, noto come Abenomics, è stato un fallimento e che non paiono esservi speranze di una ripartenza dell’economia. Semplicemente, i datori di lavoro paiono rifiutarsi di aumentare i salari, bloccando il ciclo economico, sebbene il tasso di disoccupazione sia appena al 3,2%. Nel trimestre da aprile a giugno, il Pil è rimasto invariato a fronte delle aspettative di incremento dello 0,2%. La debolezza del dato potrebbe contribuire a esercitare pressione sul governo Abe e sulla Banca del Giappone affinché trovino ulteriori metodi per stimolare l’economia nipponica.

Soltanto la scorsa settimana, le stime del governo indicavano che l’economia del Giappone non raggiungerà l’obiettivo del Pil di 600 trilioni di yen nell’anno fiscale 2020. Ora, il governo si aspetta, invece, un Pil nominale di 551 trilioni di yen.

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I dati pubblicati nella giornata di lunedì rafforzano la speranza di nuove misure di stimolo monetario. Secondo Capital Economics, la combinazione di scarsa crescita, yen in rialzo e di calo dell’inflazione sottostante aumenta la pressione sulla Banca del Giappone perché adotti ulteriori misure espansive.

Nel corso della settimana, verranno, inoltre, pubblicati i verbali del Fomc, che forniranno informazioni sulla posizione della Fed dopo la sua decisione di mantenere i tassi di interesse invariati, coerentemente con le aspettative. La Fed ha motivato la propria scelta con il modesto miglioramento del mercato del lavoro negli Stati Uniti  e con la riduzione del rischio di breve periodo.

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