Nella giornata di mercoledì il prezzo del petrolio è stato estremamente volatile, in conseguenza alle dichiarazioni provenienti da Iran e Iraq e a un
Nella giornata di mercoledì il prezzo del petrolio è stato estremamente volatile, in conseguenza alle dichiarazioni provenienti da Iran e Iraq e a un incremento inaspettato delle riserve ufficiali di petrolio USA. Il WTI viene negoziato a 46,86 mentre il Brent sale del 2,25% a quota 49,06. Secondo quanto dichiarato al Wall Street Journal da un delegato dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, Teheran avrebbe inviato una lettera ai membri dell’Opec informandoli della loro partecipazione informale alla prossima riunione che si terrà a settembre in Algeria. Se confermato, rappresenterebbe un segnale di cambiamento nell’atteggiamento dell’Iran, che in passato aveva rifiutato declinato l’invito a partecipare all’ultima riunione informale di aprile, nel corso della quale è stato discusso un accordo per il congelamento della produzione.
Il mercato del petrolio ha reagito positivamente alle notizie diffusa da Reuters, che cita fonti interne all’Opec e al settore petrolifero, secondo le quali l’Iran starebbe lanciando segnali positivi rispetto a un’azione congiunta a sostegno del mercato.
Da gennaio, quando sono state ritirate le sanzioni imposte dei paesi occidentali, il terzo paese produttore di petrolio dell’Opec ha aumentato i livelli di produzione, rifiutandosi di prendere parte al precedente evento tentativo fatto a inizio anno dall’Opec e alcuni membri esterni, come la Russia, volto a stabilizzare la produzione, trattative fallite nel mese di aprile.
Secondo questa fonte, sebbene non abbia ancora deciso se avere un ruolo attivo, Teheran sembrerebbe meglio disposta verso un’intesa con altri paesi produttori di petrolio.
La Russia, che alla scorsa riunione aveva espresso il proprio favore per un congelamento della produzione, prima di impegnarsi a favore di un’iniziativa vuole ora vedere un accordo interno fra i membri dell’Opec.
“Le trattative sono in corso. Vedo di segnali positivi da parte dei più importanti membri dell’Opec” dice una fonte ben informata del settore, facendo riferimento a Riyadh e Teheran.
Il forum internazionale dell’energia, che raggruppa produttori e consumatori, si terrà ad Algeri dal 26 al 28 settembre, e secondo quanto sostenuto martedì una fonte Opec, l’Iran avrebbe confermato l’intenzione di partecipare alla riunione.
Un’ondata di vendite della durata di due anni ha severamente colpito l’economia di Venezuela, Iraq e Nigeria, paesi più ansiosi di favorire aumento del prezzo del petrolio rispetto a membri dell’Opec come Arabia Saudita e Iran, più attenti invece a difendere le proprie quote di mercato.
Alla luce della nuova configurazione dell’offerta di energia, gli analisti di Goldman Sachs prevedono che, anche se l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) raggiungesse un accordo su un blocco di produzione il mese prossimo, la mossa rischia di essere controproducente.
Il mercato non sembra influenzato allo stesso modo dalle dichiarazioni Ministro del Petrolio iracheno Haidar al-Abadi, secondo il quale l’Iraq non avrebbe raggiunto la sua quota piena del mercato petrolifero.
Ciò potrebbe indicare che Baghdad avrebbe preferito non congelare la sua produzione di petrolio greggio come parte di qualsiasi accordo raggiunto dall’OPEC di aumentare i prezzi.
Quando è stato chiesto nel corso di una conferenza stampa se il governo iracheno sarebbe favorevole a un tale accordo, Abadi ha detto che l’Iraq produce ancora meno di quanto dovrebbe.
Lunedì, i prezzi del petrolio sono aumentati del 2% dopo che Reuters ha riferito che l’Iran sta inviando segnali positivi a sostegno di un accordo dell’OPEC per migliorare le condizioni del mercato.
Questa settimana, le riserve presso le strutture di deposito di Cushing sono aumentate di 417.000 barili (i dati API), contro un incremento atteso di 200.000 barili. Nella settimana precedente, secondo i dati effettivi EIA le scorte greggio sul sito erano diminuite di 680.000 barili.