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Investire Telecom europee. Titoli interessanti, a cosa stare attenti

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 13, 2022, 08:02 UTC

Investire nelle Telecom europee. Ecco i titoli interessanti su cui puntare gli occhi, e a cosa stare attenti nei prossimi mesi.

Telecom europee

Investire nelle Telecom europee non porta sempre a dei grandi guadagni, se poi guardiamo all’incapacità manageriale all’interno di Tim… serve stendere un velo pietoso.

Guardando al settore delle telecomunicazioni europee nel suo insieme, invece, le ali tarpate del comparto lo dobbiamo in una buona misura all’imposizione da parte delle autorità di regolamentazione di una alta competitività.

Basti vedere ancora l’Italia, dove nel 2018 Wind e Tre poterono fondersi solo con l’ingresso di un quarto operatore (Iliad), che ebbe come effetto quello di annullare gli effetti benefici che si volevano ottenere con la fusione delle due società.

Secondo Morningastar, però, quello che serve alle Telecom europee è proprio una stagione di M&A (mergers and acquisition).

In Spagna ci vuol provare Orange con la fusione delle attività con MasMovil. Se dovesse andare in porto e le autorità antitrust non imporranno troppi paletti, potrebbe avviarsi in tutta Europa una stagione di fusioni ed incorporazioni che potrebbe aiutare la crescita anche dei titoli azionari delle telecomunicazioni.

Mentre il mercato spera, ecco due titoli azionari telecom europee su cui puntare gli occhi al momento, tenendo conto che in generale il settore europeo delle telecomunicazioni ha performato male da inizio anno e presenta quindi molti titoli scontati.

Cellnex Telecom (CLNX)

Cellnex Telecom (CLNX) è una società spagnola attiva nell’installazione di torri per le telecomunicazioni, e detiene infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche.

Per il suo ruolo, la società si presenta fuori dalla battaglia sull’accaparramento dei clienti a prezzi sempre più bassi che riducono i margini di guadagno.

CLNX è l’infrastruttura su cui tutti gli operatori devono passare, ed ha all’attivo 100 mila torri wireless frutto di una continua attività di fusione e acquisizione che prosegue dalla sua IPO nel 2015, spiega Morningstar.

Cellnex Telecom è anche l’unico operatore indipendente di infrastrutture per le telecomunicazioni in Europa.

Il meccanismo di funzionamento del business di CLNX è molto semplice. La società acquista torri per le telecomunicazioni wireless dai vari operatori di telefonia mobile, e poi li concede in locazione alle stesse società o ad altre aziende del settore.

In questo modo massimizza la redditività dall’investimento effettuato. Non solo, la società ha come strategia un doppio portafoglio di torri in ciascuno dei mercati in cui opera.

CLNX è presente in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Regno Unito e altri paesi europei.

Cellnex Telecom è vincente perché gli operatori mobile spesso non hanno alternative alle su torri, ne ha in pratica il monopolio.

Previsioni Cellnex Telecom? Crescita del fatturato del 22% annuo per i prossimi 10 anni e margine EBITDA che passerà dall’attuale 52% al 65% nel 2030.

CLNX costa 44 euro, da inizio anno perde il -13,27%.

Orange (ORA)

Orange (ORA), come accennato in apertura punta ad una fusione con MasMovil in Spagna. L’operatore delle telecomunicazioni francesi è in Francia che ha il suo core business, inoltre il 23% del capitale sociale è del governo francese.

Nella strategia di espansione c’è l’Africa e il Medio Oriente. L’Africa in particolare potrebbe rivelarsi nei prossimi anni il mercato delle telecomunicazioni più profittevole, qui nonostante tutto le popolazioni si emancipano e l’Africa ha anche più giovani dell’Europa.

Non manca in Orange la pratica del ridurre il personale per aumentare i margini. Va ricordato a chi cerca società ESG, che questo acronimo non è sinonimo di rispetto dell’ambiente soltanto, ma di Environmental, social and corporate governance.

Dunque si è davvero ESG quando si rispettano anche i gruppi sociali e le persone che la compongono, dipendenti compresi.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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