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Il Rapporto Sul Lavoro Dovrebbe Innescare Una Linea Dura Della Fed; L’Oro Si Muove In Ribasso

Da
Barry Norman
Pubblicato: Aug 8, 2016, 09:00 GMT+00:00

Gli speculatori del metallo giallo hanno avuto una settimana molto proficua poiché il prezioso ha mostrato una forte volatilità. Venerdì il rilascio del

Il Rapporto Sul Lavoro Dovrebbe Innescare Una Linea Dura Della Fed; L’Oro Si Muove In Ribasso

Gli speculatori del metallo giallo hanno avuto una settimana molto proficua poiché il prezioso ha mostrato una forte volatilità. Venerdì il rilascio del rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti ha spinto il metallo giallo in ribasso; il prezioso chiude la settimana a 1359.10$. La reazione istintiva sui mercati auriferi è stata rapida in risposta ai numeri molto più forti del previsto mostrati dal rapporto statunitense e dall’ascesa del dollaro. Il metallo giallo perde terreno dai massimi degli ultimi due anni. Lunedì mattina l’oro posta un calo dell’1,53% per attestarsi su quota 1.338,63$.

Poco dopo il rilascio del rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi il metallo giallo testa i minimi a 1,342,10$ registrando un calo di quasi il 2% dalla chiusura di giovedì. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come ad inizio settimana il prezioso abbia chiuso in prossimità dei 1380$, i massimi degli ultimi due anni. Dall’inizio dell’anno l’oro ha registrato un rincaro del 26%, quasi 300$ l’oncia. I future dell’argento sul Comex di New York si muovono in ribasso. Perdono terreno anche i future di platino e palladio sul Mercantile Exchange di New York.

Stando a quanto riportato dagli ultimi dati del dipartimento del lavoro, nel mese di luglio sono stati creati 250.000 posti di lavoro, un numero nettamente superiore ai 185.000 posti stimati dagli analisti. Un aumento costante dei salari orari medi e un incremento delle ore di lavoro alimentano la convinzione di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse Fed prima del previsto.

Il dollaro statunitense si muove in modo inversamente proporzionale ai prezzi delle materie prime e dell’oro, pertanto, l’indice del dollaro registra un rialzo si attesta al di sopra dei 96 punti rispetto alle valute dei principali partner commerciali del paese a seguito del rilascio del rapporto sulle buste paga. Tuttavia, la valuta statunitense perde terreno rispetto allo scorso anno registrando un ribasso del 2,4% dopo essersi attestato al di sopra dei 100 punti  per un breve periodo a marzo e a novembre del 2015. L’ultima volta che la valuta ha superato il livello dei 100 punti per un lungo periodo era nei primi mesi del 2000.

L’oro inverte la sua rotta restituendo buona parte dei guadagni registrati nel corso della settimana scatenando una strategia di allentamento della banca centrale.

La Banca d’Inghilterra è stata l’ultima banca centrale ad abbassare i tassi di interesse interni allo 0,25% sebbene il governatore Mark Carney escluda la possibilità di portarli in territorio negativo. Il metallo ha postato i massimi degli ultimi tre anni quando gli investitori hanno cercato un porto sicuro di fronte al forte deprezzamento della banconota.

La possibilità di assistere a politiche monetarie rilassate è stata introdotta questa settimana dal Word Gold Council come motivo per incrementare la domanda di investimento di quest’anno, scenario che ha nuovamente spinto il metallo giallo in prossimità dei massimi degli ultimi 3 anni.

Il ramo di investimento della Barclays ha spiegato l’importanza del suddetto scenario, mostrando come la domanda di oro e degli altri metalli preziosi abbia innescato uno scambio sostenuto dei fondi proiettando i prodotti verso nuovi massimi.

I rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti e il prezzo dell’oro hanno una forte correlazione negativa; nel grafico è possibile notare come i due si muovano nuovamente in tandem. In una nota rilasciata dal Capital Economics a seguito del rapporto sui posti di lavoro si legge “mentre la prospettiva di un imminente innalzamento dei tassi di interesse Fed potrebbe risultare piuttosto rischiosa per i prezzi dell’oro, una politica monetaria più flessibile nell’Euro-zona, nel Regno Unito e in Giappone , congiuntamente alla costruzione di una pressione inflazionistica negli Stati Uniti potrebbero continuare a spingere il metallo giallo in rialzo.

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