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Il primo ministro australiano riprende i leader mondiali, sottolineando la necessità di “civilizzare il capitalismo”

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Barry Norman
Aggiornato: Sep 6, 2016, 15:44 GMT+00:00

La giornata è stata priva di eventi, tranne il G20 in Cina. A Hangzhou ci sono stati molta diplomazia e incontri privati, sorprendentemente

Il primo ministro australiano riprende i leader mondiali, sottolineando la necessità di “civilizzare il capitalismo”

La giornata è stata priva di eventi, tranne il G20 in Cina. A Hangzhou ci sono stati molta diplomazia e incontri privati, sorprendentemente positivi. Putin, Xi Jinping e Obama hanno indossato i panni dei diplomatici, mettendo da parte le divergenze politiche per raggiungere diversi accordi, dalla Siria alla cooperazione commerciale alla crescita globale. Altrettanto positivi sono stati i colloqui tra Russia e Stati Uniti.

Il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha contribuito a impostare il tono del vertice annuale del G20 con un discorso tenuto nel fine settimana innanzi agli imprenditori. Xi Jinping ha affermato: “Lo sviluppo è per il popolo, deve essere perseguito dal popolo e i suoi risultati devono essere condivisi dal popolo.” Il 5 settembre a Hangzhou, Obama ha detto alla stampa di aver discusso, insieme ai diplomatici, con Putin sulla Siria. Obama ha avvertito che l’attuale situazione in Siria, con il governo di Damasco, alleato di Mosca, che bombarda l’opposizione, “impunemente”, sta rafforzando l’abilità dei gruppi estremisti di reclutare nuove forze.

Obama ha, inoltre, dichiarato di aver discusso con Putin sull’Ucraina e sull’urgenza di attuare l’accordo di Minsk. Il presidente degli Stati Uniti ha affermato di aver detto chiaramente all’omologo russo che, fin quando l’accordo di Minsk non troverà attuazione, Washington “non revocherà le sanzioni.”

Obama ha definito l’incontro “costruttivo, ma non conclusivo.” Il presidente degli Stati Uniti ha affermato: “Vedremo se Putin, nonostante dica di desiderare una soluzione negoziata, si trova a proprio agio con un continuo conflitto a bassa intensità lungo il confine tra Russia e Ucraina.”

In Siria, la guerra dura dal marzo del 2011, in Ucraina dal dicembre del 2013.

La primo ministro britannico, Theresa May, ha discusso del Brexit con le autorità dell’Eurozona, mentre Merkel si è concentrata sulla questione dell’immigrazione con i leader degli altri Stati membri dell’UE e con la Commissione europea. May ha ribadito che no avvierà la procedura ex art. 50 del TUE prima del prossimo anno.

La primo ministro britannico ha dichiarato che vi è “disposizione favorevole” da parte dei leader mondiali circa l’apertura di negoziati commerciali, mentre gli altri leader europei le hanno comunicato di desiderare che il recesso del Regno Unito dall’UE sia “il più tranquillo possibile”.

Theresa May ha spiegato le ragioni dell’esclusione di un sistema di immigrazione a punti da parte del governo britannico. Alla stampa che le chiedeva se fosse stata troppo “morbida” sul Brexit e sull’immigrazione, May ha risposto: “Il 23 giugno, i cittadini britannici hanno votato per forme di controllo del movimento delle persone nel Regno Unito. Un sistema a punti non fornisce questo controllo. Io voglio un sistema in cui il governo possa decidere chi entra nel sistema. Un sistema a punti significa che chiunque può entrare automaticamente, se soddisfa i criteri.”

La domanda è se, mentre la diplomazia continua a lavorare, il G20 riuscirà realmente a raggiungere qualche risultato o se saranno gli incontri a latere a essere determinanti. A volte, gli incontri privati portano a esiti migliori dei vertici pubblici.

Il comunicato diffuso la scorsa notte contiene un rinnovato impegno a utilizzare ogni mezzo per incrementare la crescita. Il documento del G20 contiene il programma per la crescita innovativa e afferma che gli Stati membri ritengono che le riforme interne sono necessarie per affrontare le sfide dell’economia mondiale.

Tuttavia, i nuovi impegni non contano nulla, se si considera che le 20 maggiori economie mondiali hanno fatto ben poco per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si erano poste a conclusione del vertice tenuto a Brisbane due anni fa.

In base al programma dell’ultimo G20, l’economia mondiale avrebbe dovuto registrare una crescita del 2%. Christine Lagarde, la direttrice del Fmi, ha inaugurato una delle sessioni a porte chiuse della giornata di domenica con un generale rimprovero per questo fallimento. I leader delle principali venti economie del mondo sono stati avvertiti della necessità di “civilizzare il capitalismo” mentre cercano di riavviare la crescita, affrontando il diffuso scetticismo circa i benefici del libero commercio e della globalizzazione.

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