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Il FOMC e la Banca del Giappone dominano la sessione asiatica

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Apr 7, 2016, 10:31 UTC

Nella mattinata di oggi, i verbali del Fomc hanno continuato a influire sull'andamento della sessione asiatica. Il documento era stato pubblicato nella

Il FOMC e la Banca del Giappone dominano la sessione asiatica

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Nella mattinata di oggi, i verbali del Fomc hanno continuato a influire sull’andamento della sessione asiatica. Il documento era stato pubblicato nella tarda serata di ieri. Per qualche tempo, i verbali del Fomc hanno fatto passare in secondo piano i prezzi del petrolio, che paiono muoversi in rialzo. Lo yen ha raggiunto i massimi annuali su gran parte delle sue controparti. Il dollaro continua a muoversi in ribasso, perdendo 6 punti per toccare quota 94,93. Nella giornata di giovedì, il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha annunciato che, se necessario, la banca centrale nipponica potrebbe attuare ulteriori misure espansive. Tuttavia, i mercati sembrano dubitare che il governatore Kuroda possa fare molto di più.

 

Il dollaro ha toccato i 109,36 yen, che rappresentano il minimo dall’ottobre del 2014. La mossa è stata innescata dalla pubblicazione dei verbali della riunione del Fomc sulla politica monetaria, che hanno confermato la moderazione che la Federal Reserve intende applicare nell’innalzamento dei tassi di cambio.

Questo è uno dei motivi per cui il dollaro, dopo aver raggiunto i minimi dei 109,36 yen, che non venivano registrati  all’ottobre del 2014, è stato negoziato, sempre in ribasso seppur in lieve ripresa, a 109,70 yen. Lo yen si è mosso in forte rialzo contro l’euro, il franco svizzero e il dollaro australiano.

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Nella giornata di giovedì, un esponente del governo giapponese ha criticato il rapido apprezzamento dello yen, ai massimi degli ultimi 17 mesi contro il dollaro, definendo il rialzo “unilaterale” e affermando la propria volontà di intervenire.

Le dichiarazioni rilasciate dal primo ministro Shinzo Abe al The Wall Street Journal, secondo cui i paesi dovrebbero evitare di cercare di svalutare le proprie valute con “interventi arbitrari” hanno alimentato le ipotesi che il governo nipponico non interverrà per arrestare l’apprezzamento dello yen.

Interrogato dai giornalisti sul recente rialzo dello yen, il membro del governo di Tokyo ha affermato, a condizione che venisse mantenuto il suo anonimato, che “è stato unilaterale. Se necessario, interverremo (sul mercato).”

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Il dollaro si è mosso in ribasso con l’euro in rialzo a 1,1405$, non lontano dagli 1,1437$, che rappresentano i massimi raggiunti negli ultimi 5 mesi e mezzo. Similmente, il dollaro è sceso ai minimi degli ultimi 5 mesi e mezzo contro il franco svizzero, toccando gli 0,9532 franchi. La valuta degli Stati Uniti si è deprezzata contro un paniere di valute, raggiungendo quota 94,43, nuovamente ai minimi da ottobre.

Il deprezzamento del dollaro va sostenere il rialzo del petrolio, aumentato del 5% rispetto alla giornata di ieri a causa dell’inattesa riduzione delle scorte degli Stati Uniti, mentre gli investitori valutano la possibilità che venga raggiunto l’accordo sul congelamento della produzione.

L’aumento del prezzo del petrolio ha fatto salire i titoli energetici, provocando il rialzo di Wall Street. Il Dow ha chiuso la sessione di mercoledì in rialzo dello 0,64%, mentre lo S&P 500 ha guadagnato l’1,05% e il Nasdaq è salito dell’1,59 %.

La propensione al rischio è  stata stimolata anche dai verbali dell’ultima riunione del Fomc, che hanno mostrato come molti dei suoi membri siano restii a innalzare ulteriormente i tassi, considerata l’incertezza che caratterizza l’economia globale.

Nelle ultime ventiquattro ore, il dollaro australiano ha sperimentato una notevole inversione di tendenza, muovendosi in forte rialzo sulla scia dell’aumento del prezzo del greggio, dell’andamento positivo delle borse e dei dati sulla Cina diffusi nella giornata di mercoledì. L’Aussie viene negoziato a quota trading 0,7595. Il kiwi viene negoziato a quota 0,6815 a seguito del calo dei prezzi del latte, che ha pesato sulla valuta neozelandese.

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