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I mercati Forex verso la normalizzazione

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Jul 14, 2015, 18:41 UTC

I mercati stanno rapidamente tornando alla normalità, con la Grecia che passa in secondo piano. Le uniche questioni aperte sono il voto del parlamento

I mercati Forex verso la normalizzazione

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I mercati Forex verso la normalizzazione
I mercati stanno rapidamente tornando alla normalità, con la Grecia che passa in secondo piano. Le uniche questioni aperte sono il voto del parlamento ellenico nella giornata di domani e la determinazione degli aiuti erogati dalla Bce attraverso l’Ela. Approvato l’accordo e rifinanziate le banche, gli operatori dovrebbero immediatamente dimenticare gli ultimi quattro mesi. Nel frattempo, l’euro viene negoziato a quota 1,1011, guadagnando 12 punti nella sessione del mattino.  Nella giornata di lunedì, la moneta unica è stata caratterizzata da forte volatilità, con gli operatori che cercavano un livello adatto per l’euro in vista della riunione della Bce di giovedì, cui seguirà una conferenza stampa. Molti investitori si aspettano che la Banca Centrale Europea estenda il suo programma di Qe, che peserà notevolmente sull’euro. Recentemente, la Bce ha adottato una politica di acquisto di titoli nota come quantitative easing o QE, simile a quanto compiuto dalla Fed durante la crisi finanziaria.

Nella giornata di lunedì, Boris Schlossberg, amministratore delegato per la strategia Forex della BK Asset Management, ha affermato in un rapporto: “La Bce dovrà continuare con forza il suo programma di Qe al solo scopo di stabilizzare la domanda dopo il trauma degli ultimi mesi. Nel breve periodo, ciò eserciterà una forte pressione sull’euro.”

Prima di Mario Draghi, interverrà Janet Yellen, dando inizio ai due giorni di relazione che svolgerà innanzi al Congresso degli Stati Uniti. Questa è una normale conferenza che si tiene due volte l’anno e Yellen, in un discorso della settimana passata, ha già chiarito quale sia la sua posizione in materia di politica economica e di aumento dei tassi di interesse. Il biglietto verde viene negoziato a quota 96,63, vicino al livello massimo degli ultimi tempi. Tuttavia, ora che per la Grecia lo scenario peggiore pare essere stato evitato, gli operatori si stanno concentrando sulle prospettive economiche degli Stati Uniti – con particolare attenzione alle prossime mosse della Federal Reserve. Alcuni osservatori hanno suggerito che la Fed potrebbe escludere un aumento dei tassi di interesse a settembre qualora la Grecia lasciasse l’Eurozona, poiché una simile eventualità potrebbe destabilizzare i mercati finanziari globali. Alcuni membri della Fed hanno espresso le loro preoccupazioni per la Grecia nel corso dell’ultima riunione di giugno.

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Ancora una volta, gli operatori hanno il tempo di guardare ad altre valute europee, tra cui la sterlina e il franco svizzero. Sulla scia dell’accordo di salvataggio con la Grecia, la sterlina è all’avanguardia sui mercati valutari. Con Atene che evita il baratro dell’uscita dall’euro, gli investitori stanno concentrando la loro attenzione sull’economia del Regno Unito. La sterlina forte rappresenta una forte spinta per gli esportatori irlandesi, con i settori alimentare e delle bevande particolarmente suscettibili di trarre vantaggi in termini di competitività. Nella giornata di oggi, la sterlina si muove in rialzo, guadagnando 7 punti e raggiungendo quota 1,5490. La coppia euro-sterlina viene negoziata a quota 0,7108.

I beni rifugio costituiti dallo yen e dal franco svizzero si sono mossi in forte ribasso a seguito del rimbalzo dei mercati azionari in Cina e della diminuzione del timore per la Grecia. JPY viene negoziato a quota 123,47, nuovamente nella gamma di oscillazione precedente alla crisi del salvataggio della Grecia. Il dollaro Usa continua incessantemente a essere venduto contro il franco svizzero, con la coppia USD/CHF che segna un nuovo minimo settimanale alla maniglia di quota 0,93. Il franco svizzero si è indebolito a causa delle voci su possibili vendite di valuta da parte della banca centrale al fine di limitare i guadagni causati da investitori in cerca di un rifugio dalle turbolenze finanziarie in Grecia

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