L'unica volatilità del mercato deriva dalla continua caduta dei prezzi del petrolio. Il greggio WTI è sceso di 24 centesimi nella sessione asiatica ed è
L’unica volatilità del mercato deriva dalla continua caduta dei prezzi del petrolio. Il greggio WTI è sceso di 24 centesimi nella sessione asiatica ed è scambiato a 43,67$ mentre il Brent si attesta su quota 43,65$. Il calo del prezzo del greggio sta pesando sulle scorte mondiali di energia e mantiene il mercato in una modalità rischiosa. Le previsioni della domanda globale sono migliorate un poco a seguito della speculazione sulla dichiarazione della Federal Reserve di mantenere i tassi d’interesse bassi per tutto l’anno. I prezzi contenuti a inizio settimana come pure l’eccesso delle forniture mondiali andranno peggiorando prima di tornare sotto controllo nel 2017. Secondo l’IEA la produzione dei Paesi non OPEC è in ripresa. Giovedì i prezzi del greggio si muovono in rialzo guadagnando circa l’1% sula scia di un rialzo dei future della benzina dovuto a un ritardo nel riavvio della Colonial Pipeline, il vettore principale del carburante negli Stati Uniti.
Il dato sugli impianti di perforazione statunitensi, che verrà pubblicato oggi, dovrebbe mostrare un ulteriore incremento per la settimana. Secondo l’Energy Information Administration degli Stati Uniti, le scorte di distillati, tra cui il diesel, sono aumentate di 4.619 milioni di barili la scorsa settimana, ben oltre le aspettative di 1.543 milioni di barili. Il salto è stato il più grande accumulo settimanale ed ha proiettato le scorte di distillati ai massimi stagionali di sei anni. Inoltre la relazione ha mostrato come le scorte di benzina siano aumentate di 567.000 barili, contrastando le aspettative di un calo di 343.000 barili. Per quanto concerne le scorte di greggio, l’EIA ha segnalato un calo di 559.000 barili, rispetto alle previsioni di un aumento di 3,8 milioni di barili.
Nel corso delle due sessioni precedenti, i prezzi del petrolio sono diminuiti del 6%, influenzati dai dati sulle ampie scorte settimanali statunitensi di prodotti petroliferi, e dalle previsioni dell’osservatorio mondiale dell’energia, nonché dei Paesi dell’OPEC, che segnalano la probabile persistenza della sovrabbondanza di greggio nel 2017.
Nel frattempo gli operatori continuano a valutare le prospettive di un congelamento della produzione da parte dei principali Paesi produttori di petrolio, a sostegno del mercato, nel prossimo incontro previsto a fine mese. L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC), guidati dall’Arabia Saudita e da altri grandi esportatori di greggio del Medio Oriente, incontrerà i Paesi non OPEC, guidati dalla Russia, nei colloqui informali che si terranno in Algeria tra il 26 e 28 settembre. Il tentativo congiunto di congelare i livelli di produzione, all’inizio di quest’anno, è fallito per il ritiro dell’Arabia Saudita dopo il rifiuto dell’Iran a prendere parte all’iniziativa, sottolineando così le difficoltà di raggiungere consenso in questo ambito.
Giovedì la National Oil Corporation (NOC) ha comunicato che la Libia sta riprendendo le esportazioni di petrolio da alcuni dei suoi principali porti, che le forze armate fedeli al comandante orientale Khalaf Haftar avevano sequestrato negli ultimi tempi, invocando le “clausole contrattuali di forza maggiore”.
Le autorità in un porto controllato dal movimento yemenita Houthi hanno sequestrato due petroliere di operatori internazionali per una controversia nei pagamenti, secondo gli armatori; tale incidente potrebbe rendere più difficile l’importazione di rifornimenti vitali per il paese.
Gli speculatori prevedono un range di prezzi limitato per la giornata, in attesa dell’inventario degli impianti petroliferi in funzione negli Stati Uniti, temendo un ulteriore aumento, in aggiunta alla preoccupazione per la ripresa delle esportazioni libiche e nigeriane che comporterebbero una saturazione delle scorte mondiali.