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Germania vorrebbe bloccare stablecoin come Facebook Libra

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 15, 2019, 08:23 GMT+00:00

La Germania vorrebbe bloccare le stablecoin come Facebook Libra. Pronta una legge nazionale che vieterà le stablecoin private.

Germania

La Germania contro le stablecoin e contro Facebook Libra in particolare. Il governo tedesco si appresterebbe, infatti, ad approvare la strategia blockchain nazionale che prevede il divieto di istituire e usare in Germania qualsiasi stablecoin privata.

Questo secondo Thomas Helimann, responsabile per le politiche blockchain della CDU, servirà a non mandare in fumo tutto il lavoro che fino a ora il governo tedesco ha fatto per contenere la crisi economica e mantenere l’inflazione al giusto livello, in collaborazione con la Banca centrale europea.

La paura di Helimann è che se venisse introdotta Facebook Libra o qualsiasi altra stablecoin privata, queste romperebbero completamente gli equilibri attuali di politica monetaria. Facebook, ad esempio, ha il potere di costituire una valuta digitale utilizzabile da miliardi di persone nel mondo. Di fatto diventerebbe la moneta più usata, ma non controllata dalle Banche centrali.

Anche la Francia è contraria a Facebook Libra

La Francia, per voce del ministro dell’Economia Bruno Le Maire, si è detta contraria a Facebook Libra in Europa, perché appunto andrebbe a ledere la sovranità monetaria dei governi.

Da questo punto di vista c’è grande preoccupazione e attenzione da parte dei regolatori.

La vita per Libra coin appare quindi sempre più in salita, anche se recenti annunci la danno tutt’altro che per vinta.

Libra coin pronta alla distribuzione entro la fine del 2020

Proseguono i lavori di sviluppo del codice, che dovranno portare alla fondazione dell’ecosistema digitale Libra. A quanto pare l’Associazione Libra è determinata nel porre in circolazione la stablecoin Libra entro la fine del 2020.

A dirlo Bertrand Perez, direttore operativo di Libra Association, durante una intervista per il magazine francese Les Echos.

“Stiamo mantenendo saldamente il nostro programma di lancio, tra la fine del primo semestre dell’anno e la fine del 2020.”

I nodi da sciogliere

Libra Association, afferma Perez, è consapevole delle questioni riguardanti il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, ecco perché collaborerà con tutte le autorità di regolamentazione per superare qualsiasi criticità.

Dal punto di vista del riciclaggio, il rischio che si paventa è la possibilità da parte anche dei piccoli evasori fiscali di usare Libra coin per auto riciclare i guadagni ottenuti da attività di lavoro legali ma non dichiarate. Con Libra, infatti, si potranno acquistare vari servizi e beni legati a Facebook (dai video giochi, ai dispositivi per la realtà virtuale Oculus, alla pubblicità su piattaforma). Inoltre, Libra coin potrà essere usata per effettuare pagamenti persona a persona, nella forma di una donazione o per pagare prestazioni di servizio.

Una tempesta in un bicchiere d’acqua

Sarà davvero possibile evadere il fisco e auto riciclare il denaro? Davvero Libra aiuterà i furfanti a farla franca?

Si dimentica che Libra coin non è denaro contante (quest’ultimo sì non tracciabile), ma denaro digitale e per sua stessa natura lascia una traccia in un qualche registro che conserva dati (qualsiasi sia la “natura” tecnologica del registro).

Se poi si applicano le normative attuali che prevedono il riconoscimento dell’utente con carta d’identità e se si applica la trasparenza bancaria e il trasferimento dei dati alle varie Agenzie delle entrate o alle Banche centrali nazionali, non si vede in che modo Facebook Libra potrà favorire il riciclaggio.

Le tecnologie informatiche nel loro insieme sono un ostacolo ai comportamenti illegali, perché per loro stessa natura lasciano una traccia. Basti vedere cosa sono costretti a fare gli hacker per camuffare i loro comportamenti illegali compiuti nel web e nel deep web.

Tutto ciò che si fa attraverso strumenti informatici, è registrato da qualche parte: bisogna solo trovarlo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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