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Finanza sostenibile. 130 banche firmano patto per il clima all’ONU

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 26, 2019, 07:15 GMT+00:00

Finanza sostenibile. 130 banche firmano un patto per il clima all’ONU con cui intendono rivoluzionare completamente i progetti industriali da finanziare.

Finanza sostenibile

Le prime 130 banche al mondo, per un valore complessivo di 47 mila miliardi di USD di capitale finanziario, hanno firmato i Principles for Responsible Banking, i principi per un’attività bancaria responsabile e una finanza sostenibile. Il protocollo di intenti è stato messo appunto dall’Environment Programme delle Nazioni Unite ed è stato firmato all’ONU dalle banche provenienti da 46 Paesi, alla presenza del Segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres.

L’obiettivo del documento firmato dai dirigenti rappresentati delle banche, è favorire l’integrazione della sostenibilità in tutte le aree di business delle banche. L’intento è promuovere un nuovo modello di guadagno per gli investitori, che si basa sul rispetto dell’ambiente ma anche sull’aiuto delle fasce sociali più povere.

Il patto firmato dalle banche dovrebbe impegnarle, per ora sulla carta, a sviluppare prodotti finanziari e linee di credito a sostegno di aziende che si impegnano o sono impegnate nella riduzione delle emissioni di CO2, e nel rispetto del clima nella sua globalità.

Le 130 banche, con questa firma, si impegnano quindi a rispettare l’accordo di Parigi sul clima firmato nel 2015 e gli Obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Chi ha firmato per la finanza sostenibile

Tra i firmatari dei Principles for Responsible Banking e per una finanza sostenibile, ci sono:

Citigroup;

Santander;

Deutsche Bank;

Royal Bank of Scotland;

Banca Intesa Sanpaolo;

Monte dei Paschi.

Il presidente di Banca Mps, Stefania Bariatti, a proposito della firma ha rilasciato il seguente commento:

“Monte dei Paschi di Siena è la banca più antica del mondo ancora in attività ed è da sempre impegnata a contribuire a un modello di sviluppo sostenibile per le comunità in cui opera. Firmando i Principi, intendiamo rafforzare il nostro impegno per un modello di sviluppo sostenibile e condividere le migliori pratiche con una rete di istituzioni finanziarie alleate nel perseguimento di questi obiettivi.”

Cosa prevedono i Principles for Responsible Banking

I principi sottoscritti dalle 130 banche sono 6, e toccano a 360 gradi l’attività bancaria. Possiamo riassumere i principi come segue:

  1. Allineamento: allineare le strategie di business alle esigenze degli individui e alle necessità sociali come sancito dagli Obiettivi di sostenibilità dell’agenda ONU 2030 e dagli accordi di Parigi.
  2. Impatto ambientale: migliorare l’impatto positivo e ridurre l’impatto negativo sulle persone e sull’ambiente, attraverso nuovi prodotti e servizi finanziari.
  3. Clienti: lavorare responsabilmente con i propri clienti al fine di incoraggiarli a avviare pratiche economiche prosperose per tutti, per le attuali e future generazioni.
  4. Stakeholders: entrare in contatto proattivo con partner che vogliano raggiungere gli obiettivi sociali stabiliti.
  5. Governo e cultura: implementare i Principi di responsabilità nel Governo della banca, mutando la cultura bancaria attuale.
  6. Trasparenza e responsabilità: revisione periodica dello stato di implementazione dei Principi nella banca.

Principi di finanza sostenibile che resteranno sulla carta?

Gli scettici temono che questi principi firmati dalle banche resteranno sulla carta, che si tratta solo di un impegno scenico che non si trasformerà in atti concreti.

Ma cosa dovrebbero fare le banche per mettere in pratica una finanza sostenibile?

Ebbene non dovrebbero più finanziare progetti industriali che producono emissioni nocive, così come intende fare la Banca europea degli investimenti.

Per rispettare i principi le banche dovrebbero aprirsi al finanziamento di attività locali agricole a chilometro 0, dove non ci guadagnerebbero poi molto.

Per essere in linea con i principi sottoscritti dovrebbero sviluppare prodotti finanziari green e abbandonare quelli che impattano negativamente sull’ambiente.

Insomma, dovrebbero semplicemente auto rivoluzionarsi per applicare la vera finanza sostenibile.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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