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Fatti economici della settimana: Fed, nucleare, Ucraina, recessione

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 8, 2022, 08:36 UTC

I fatti economici della settimana. La Fed alzerà i tassi di 50 punti, il nucleare torna di moda, l'Ucraina in una guerra lunga, la recessione spaventa il mondo.

Fatti economici della settimana

In questo articolo:

Una settimana mista sui mercati finanziari, con giorni di attesa, di profondo rosso e poi di recupero nella giornata di venerdì.

La guerra in Ucraina e le conseguenze sull’economia globale tengono banco, ma anche le decisioni della Fed e il rischio di una recessione globale spaventano gli investitori deboli di cuore.

Fed aggressiva sui tassi di interesse

La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, agirà in modo più deciso e convinto sul rialzo dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione nel paese che è galoppante.

Pare che il FOMC non voglia più perdere altro tempo e che a partire dalla prossima riunione, prevista nella prima settimana di maggio, si passerà a rialzi di 50 punti per volta.

Alla scelta di aumentare notevolmente il rialzo dei tassi, si aggiunge la decisione di ritirare liquidità con un trend sostenuto di 95 miliardi di dollari al mese. Anche questa mossa porterà indirettamente al rialzo dei tassi.

I mercati hanno prezzato la notizia tra mercoledì e giovedì.

Guerra in Ucraina di lungo periodo?

Il presidente della Nato Stoltenberg, giovedì ha di nuovo affermato che questa guerra durerà mesi e forse anni.

Questo sul piano strategico potrebbe significare molte cose, anche che l’obiettivo sia quello di logorare il regime di Vladimir Putin in una guerra che lo sfiancherà e alla fine lo farà capitolare. Del resto è questo l’obiettivo degli USA (l’ha detto Biden).

Più apertamente, anche in Europa, si parla sempre più di una guerra che Putin deve perdere.

Cosa significherà questo per i mercati? Potrebbe verificarsi uno scenario in cui si verrà a creare una doppia polarizzazione, una sorta di doppia globalizzazione e dunque uno scenario da “Guerra Fredda 2.0” in cui le merci e gli investimenti non circoleranno più come fino al 24 febbraio, giorno in cui Putin ha cambiato la storia.

Ma le sanzioni funzionano?

L’altro aspetto della guerra sono le sanzioni. Questa settimana alcuni quotidiani si sono dedicati con vari articoli di approfondimento alla questione.

L’Economia del Corriere si è esplicitamente domandato se le sanzioni dell’Occidente stiano funzionando o meno.

Perché se guardiamo il prezzo del rublo contro l’euro e il dollaro, non ci si spiega la caduta repentina e poi il quasi ritorno ai livelli precedenti l’aggressione. Qualcosa non torna e fa presagire che le sanzioni non funzionino poi così bene.

L’Iran insegna, il regime è lì e non è mai crollato. Anche il Venezuela, nonostante l’embargo sul petrolio, continua ad avere Maduro a capo del paese.

Dunque, le sanzioni funzionano e per chi funzionano? Cioè gli interessi di chi sono lesi? Il rischio che a pagare sia principalmente l’Europa è davanti ai nostri occhi.

Recessione: ci sarà o non ci sarà?

L’inversione della curva dei rendimenti sui titoli di stato a breve e lungo termine spaventa tutti.

Gli azionisti iniziano ad agitarsi per un eventuale rischio di recessione. In realtà di una curva dei rendimenti che rischiava di invertirsi alcuni analisti ne avevano discusso ad inizio 2019.

Questo significa che le indicazioni del mercato da sole non bastano a indicare se entreremo o meno in una fase di recessione. Anche perché tra l’inversione della curva dei rendimenti e la reale recessione, dicono gli analisti, passano all’incirca due anni.

Certamente con una inflazione troppo elevata e un eventuale embargo totale agli energetici (gas e petrolio), il rischio c’è e non è da escludere del tutto.

Cnbc consiglia di osservare alcuni indicatori legati all’economia reale, tra cui lo Skyscraper index che tiene conto della costruzione dei grattacieli più alti del mondo; il Men’s underwear index che osserva la spesa degli uomini in biancheria intima.

Il ritorno del nucleare

Il nucleare ha futuro? In questi mesi si assiste al grande ritorno. Venerdì abbiamo scritto un articolo sull’uranio molto interessante da leggere.

Tuttavia, si tenga presente che la costruzione di una centrale nucleare, anche piccola, richiede anni e dunque non può seguire i turbamenti dell’animo umano momentanei, che durano l’attimo di un rialzo e di un ribasso degli indici di Borsa.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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