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Diffusi oggi i dati sugli indici dei direttori degli acquisti di diverse economie, con la Cina in forte contrazione

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 4, 2016, 18:30 UTC

Lo yuan è stabile a quota 6,4937 contro un dollaro in deprezzamento. Le mosse del renmninbi sono limitate a seguito della pubblicazione dei deludenti dati

Diffusi oggi i dati sugli indici dei direttori degli acquisti di diverse economie, con la Cina in forte contrazione

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Lo yuan è stabile a quota 6,4937 contro un dollaro in deprezzamento. Le mosse del renmninbi sono limitate a seguito della pubblicazione dei deludenti dati sugli indici dei direttori degli acquisti (Pmi) del settore manifatturiero, elaborati sia da agenzie private sia dal governo.I risultati dell’Ufficio Nazionale di Statistica mostrano a dicembre un Pmi a 49,7, in lieve miglioramento rispetto al 49,6 di novembre. L’indice dei direttori degli acquisti dei settori non manifatturieri è salito dal 53,6 di novembre a 54,4. Alla fine della scorsa settimana, lo yuan si è apprezzato sul dollaro, raggiungendo quota 6,4895 e segnando il secondo giorno di rialzo. Qualora lo yuan dovesse proseguire questa tendenza positiva, è probabile che trovi resistenza intorno a quota 6,47.

Nella giornata di lunedì, il rapporto elaborato da Caixin ha registrato, a dicembre, una contrazione dell’attività industriale in Cina per il decimo mese consecutivo. Intanto, le rilevazioni condotte in diverse economie dell’Asia hanno mostrato la difficoltà in cui si trova il settore a causa della bassa domanda, con le autorità politiche sempre più palesemente alla ricerca di nuove misure di stimolo.

L’incertezza circa le prospettive dell’economia è stata aggravata dalle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, che ha portato gli investitori a spostarsi dai titoli verso le valute rifugio, come lo yen. Contro la valuta nipponica, il dollaro si è mosso in ribasso, toccando il minimo delle ultime 10 settimane. All’origine del deprezzamento vi sono le tensioni in Medio Oriente e i deludenti dati sulla Cina.

Il dollaro ha perso lo 0,4%, scendendo a 119,77 yen dopo aver raggiunto quota 119,685, ossia il minimo dal 22 ottobre. Il dollaro si è deprezzato anche contro il franco svizzero, un’altra valuta rifugio. La divisa elvetica ha guadagnato lo 0,3%, salendo a 0,9997 franchi per dollaro e lasciando il minimo delle ultime tre settimane e mezzo di quota 1,0030, toccato nella scorsa sessione.

All’inizio del nuovo anno, la propensione al rischio degli investitori è stata intaccata dall’interruzione delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran e dalla contrazione dell’attività industriale in Cina per il decimo mese consecutivo a dicembre, che ha avuto conseguenze su tutte le borse asiatiche.

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Spesso utilizzato come riferimento per gli scambi con la Cina, l’Aussie si è mosso in ribasso dello 0,9%, scendendo a quota 0,7231 a seguito dei deludenti dati sull’attività industriale in Cina, diffusi nella mattinata di oggi. Nel 2015, l’Aussie ha perso quasi il 12% a causa di fattori quali la diminuzione dei prezzi delle materie prime, il taglio dei tassi di interesse della Reserve Bank of Australia e le prospettive di rallentamento della crescita in Cina. I dati pubblicati nella giornata di lunedì dall’Australian Industry Group hanno mostrato come, a dicembre, il settore manifatturiero australiano abbia continuando a espandersi, sebbene a un tasso inferiore. L’indice manifatturiero ha segnato il 51,9.

In Nuova Zelanda, i mercati sono chiusi per le festività di capodanno. Intanto, il kiwi ha perso 77 punti, scendendo a quota 0,6754 a causa dei deludenti dati provenienti dalla Cina. Tuttavia, i prezzi del latte hanno dato segni di rialzo e, secondo gli analisti, nel 2016 ciò potrebbe portare a un apprezzamento sull’Aussie.

Il calendario economico di questa settimana è ricco di eventi: è, infatti, prevista la diffusione di dati sui settori manifatturiero e dei servizi e sull’occupazione di diverse economie. Venerdì rappresenta la giornata più importante, con la pubblicazione del rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli. Nella tarda giornata di lunedì, verrà diffuso l’indice dei direttori degli acquisti degli Stati Uniti, che dovrebbe mostrare un ulteriore mese di contrazione al 49,0. Tuttavia, il settore dei servizi è in netto miglioramento e la sua attività ad alta intensità di lavoro è stata il motore principale della serie di rapporti sulle buste paga notevolmente positivi. Il dato di dicembre verrà diffuso nella giornata di venerdì: qualora dovessero ripetersi i notevoli risultati di novembre, tale esito potrebbe porre in dubbio le comode ipotesi del mercato, secondo cui i prossimi innalzamenti dei tassi dovrebbero essere lenti a venire e di portata limitata.

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