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Il mercato valutario sposta l’attenzione dalla Banca Centrale Europea alla Banca del Giappone

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Sep 9, 2016, 17:07 UTC

Nella giornata di mercoledì, la Federal Reserve ha pubblicato il Libro Beige, un importante indicatore dell'andamento dell'economia degli stati Uniti e,

Il mercato valutario sposta l’attenzione dalla Banca Centrale Europea alla Banca del Giappone

Nella giornata di mercoledì, la Federal Reserve ha pubblicato il Libro Beige, un importante indicatore dell’andamento dell’economia degli stati Uniti e, di conseguenza, uno strumento fondamentale per le decisioni della Fed. Il documento mostra che la banca centrale degli Stati Uniti prevede, per i prossimi mesi, una crescita dei salari moderata. Sebbene le prospettive siano positive, il Libro Beige non pare comunicare alcuna fretta nell’innalzamento dei tassi di interesse. La Fed ha rilevato una lieve variazione dell’inflazione, senza giudicarla significativa. Inoltre, i trader del dollaro non vedono alcuna ragione per cui la Fed debba decidere di attuare una manovra restrittiva alla prossima riunione. Tali aspettative hanno provocato un ribasso del dollaro, che ha toccato quota 95,65. Nella giornata di giovedì, la valuta statunitense era salita a circa 101,60¥, sostenuta dagli acquisti di aggiustamento delle posizioni nell’assenza di nuovi incentivi al trading.

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Successivamente, il dollaro si è impantanato in una gamma di oscillazione ristretta tra i 101,60¥ e 101,70¥, mentre i soggetti del mercato attendevano il discorso del vicegovernatore della Banca del Giappone, Hiroshi Nakaso. Le vendite del dollaro sono brevemente aumentate a seguito delle dichiarazioni di Nakaso, che ha citato gli effetti collaterali della politica dei tassi di interesse negativi adottata dalla banca del Giappone nel mese di febbraio. Nakaso ha affermato che la banca centrale nipponica continuerà ad attuare il suo massiccio programma di stimolo raggiungendo il giusto equilibrio tra i notevoli effetti di questa politica monetaria e le possibili conseguenze negative sull’intermediazione finanziaria. Nakaso ha aggiunto che la valutazione complessiva della Banca del Giappone sui risultati della sua politica monetaria, che verrà resa nota alla fine del mese, punterà a individuare le modalità per accelerare il conseguimento dell’obiettivo di inflazione al 2%. La Banca del Giappone si riunirà il 21 settembre: come annunciato a luglio, in tale occasione, dovrebbe pubblicare i risultati di una valutazione generale della politica monetaria. Non vi è un consenso generale sulle misure che la banca centrale nipponica adotterà. Aumenta la probabilità che la Banca del Giappone deluda di nuovo, con il rischio di un ulteriore rialzo dello yen. Nella giornata di giovedì, a seguito delle dichiarazioni di Nakaso, la valuta nipponica si è mantenuta stabile sul dollaro

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Raramente il mercato è stato così poco capace di ammettere e definire l’incertezza circa l’azione che la Banca del Giappone potrebbe intraprendere al termine della riunione del 20-21 settembre e sulle conclusioni che il governatore Kuroda potrebbe trarre nella valutazione complessiva della politica monetaria di allentamento quantitativo.

Per quanto concerne la Bce, la situazione non è molto differente. Prima della riunione, nessuno era sicuro delle possibili mosse dell’Eurotower e molti puntavano su un incremento delle misure di stimolo o, al minimo, su una loro proroga. La Banca Centrale Europea ha, invece, lasciato tutto invariato. Draghi ha sorpreso la stampa affermando che le “variazioni al programma di allentamento quantitativo” non sono state neanche discusse. L’euro si è immediatamente mosso in rialzo, per poi correggere il proprio andamento e assestarsi a quota 1,1256, con un guadagno di appena 16 punti. Dopo la decisione della Bce sui tassi di interesse, la moneta unica europea era balzata a quota 1,1327.

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La Bce ha dichiarato: “Il Consiglio direttivo continua ad aspettarsi che i tassi di interesse principali della Banca Centrale Europea rimarranno ai livelli attuali o inferiori per un prolungato periodo di tempo, e ben l’oltre l’orizzonte degli acquisti netti di titoli.”

Francoforte ha aggiunto che, se necessario, il programma di acquisto di titoli continuerà oltre il marzo del 2017 e, in ogni caso, fin quando la Bce non vedrà “un aggiustamento sostenuto sul sentiero dell’inflazione coerente con l’obiettivo di inflazione.”

Rivolgendosi alla stampa poco dopo, Draghi ha affermato che la ripresa dell’Eurozona ha dovuto affrontare notevoli ostacoli, tra cui l’ “incertezza” causata dal Brexit.

La sterlina si è mossa in ribasso contro un dollaro deprezzato quando la Bce ha evidenziato la possibilità di difficoltà per l’economia a causa del Brexit. La valuta britannica viene negoziata a quota 1,3300 dopo aver raggiunto i massimi da giugno. Inoltre, i trader hanno riscosso i profitti a seguito del raggiungimento di quota 1,3376 da parte della sterlina.

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