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Crisi Alitalia: ancora incerto il futuro della compagnia aerea di bandiera

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 16, 2019, 08:30 UTC

Crisi Alitalia: ancora incerto il futuro della compagnia aerea di bandiera. Molteplici gli scenari di salvataggio, ma quelli consistenti parlano di probabili tagli alla flotta.

Crisi Alitalia

Crisi Alitalia, mentre da una parte c’è chi come Salvini dice di rifiutarsi di “mettere in mezzo alla strada 25 mila operai”, dalla parte opposta c’è l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che parlando ai microfoni di radio Capital, si rammarica di non averla fatta fallire.

“Sono dei matti. – dice Calenda – E mi sento anche responsabile. Quando decidemmo d idare il prestito ponte per portarla alla vendita a Lufthansa, che era l’unico partner serio, lo decidemmo perché sarebbe costato tantissimo farla fallire. Ma, visto come stanno andando le cose, tornando indietro lascerei gli aerei a terra e la farei fallire”.

Secondo Calenda, infatti, la compagnia di bandiera non è competitiva e non potrà esserlo in futuro. Egli considera una buffonata “parlare di Atlantia” dal momento che questo governo (quello giallo-verde) gli voleva revocare la concessione autostradale a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova che causò decine di vittime.

Intanto, la cronaca ci dice che i termini per la presentazione di una offerta vincolante, è stata prorogata di un altro mese e cioè fino al 15 luglio. Nel frattempo, il 3 luglio, i sindacati incontreranno il ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Le prospettive serie per la crisi Alitalia

Mettendo in un angolo la proposta di Lotito, presidente della società sportiva Lazio calcio, che non appare avere alcuna sostanza, gli scenari sul tavolo del Mise sono almeno un paio.

Scenario 1

Ferrovie dello Stato comprerebbe Alitalia in partnership con altri player importanti, uno dei quali potrebbe essere Atlantia anche se quest’ultima smentisce ufficialmente.

Nella cordata dovrebbe esserci anche Delta Airlines, la quale è interessata alle rotte intercontinentali di Alitalia. A Delta Airlines non interesserebbero molto le rotte nazionali, perché la competizione con Ryanair e le altre compagnie low cost è impari e improduttiva.

Delta Airlines, poi, è anche azionista di Air France e, se dovesse entrare in Alitalia, non potrà ledere gli interessi della compagnia di bandiera francese.

Quindi, questo scenario prevedrebbe un taglio deciso alle rotte nazionali, con una preferenza per le rotte intercontinentali dove Alitalia sta crescendo.

Scenario 2

Il secondo scenario vede protagonista la compagnia Lufthansa, già coinvolta dal precedente governo Renzi nel tentativo di salvataggio di Alitalia, dopo che Etihad Airways mollò la compagnia come una zavorra insostenibile.

Anche in questo caso la flotta di Alitalia si ridurrebbe e per capire di quanto, basta confrontare le rotte Lufthansa con quelle di Alitalia. La compagnia tedesca manterrebbe quelle rotte non in competizione con le sue, quelle complementari, trasformando Alitalia in una sorta di piccolo gregario.

Alitalia si prepara ai licenziamenti?

Di Maio e Salvini lottano su ogni crisi lavorativa perché si salvino i posti di lavoro, vi riusciranno anche con Alitalia?

Le compagnie aeree straniere interessate ad acquistare la compagnia di bandiera, presenteranno le loro richieste e sarà difficile per il Governo dire di no. Dire di no vorrebbe dire mandare tutti a casa, con la consapevolezza che dire di sì a uno degli scenari significherà comunque licenziare del personale.

Perché FS si interessa ad Alitalia

Non dimentichiamo che Ferrovie dello Stato è pur sempre una partecipata dallo Stato, quindi la presenza di FS nel salvataggio Alitalia è il tentativo di salvarla con una sorta di aiuto di stato indiretto.

Da un punto di vista strategico, Alitalia ed FS potrebbero completarsi a vicenda: lì dove l’alta velocità non arriva, c’è Alitalia e viceversa.

Da sola però FS non può comprare Alitalia ed è questa una debolezza, che potrebbe ripresentare nuovi scenari di crisi in futuro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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