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A causa dei timori per una Brexit intransigente, il Ftse 100 raggiunge nuovi massimi storici e la sterlina si muove in ribasso

Da:
David Becker
Pubblicato: Jan 16, 2017, 15:03 UTC

Le borse europee si muovono in  gran parte in ribasso, con quelle dei paesi periferici che registrano l'andamento peggiore e il Ftse Mib che perde più

A causa dei timori per una Brexit intransigente, il Ftse 100 raggiunge nuovi massimi storici e la sterlina si muove in ribasso

Le borse europee si muovono in  gran parte in ribasso, con quelle dei paesi periferici che registrano l’andamento peggiore e il Ftse Mib che perde più dell’1%. Ancora una volta, il Ftse 100 supera gli altri indici e continua a segnare nuovi massimi, spinto da un ulteriore ribasso della sterlina, ancora sotto pressione in attesa del discorso che la primo ministro britannica, Theresa May, terrà sulla Brexit. Un altro fattore di ribasso è costituito dalla conferma che il recesso del Regno Unito dall’UE sarà intransigente e comporterà l’uscita dal mercato unico europeo.

I titoli delle industrie automobilistiche si sono mossi in forte ribasso a causa delle dichiarazioni di Trump, che ha minacciato di introdurre una tassa sulle autovetture prodotte in Messico e importate dagli Stati Uniti. In Asia, il Nikkei 225 ha trascinato gli altri indici in ribasso, a causa dell’apprezzamento dello yebn che ha colpito le imprese esportatrici. Con i mercati statunitensi chiusi in occasione della giornata di Martin Luther King Jr. day, il volume di trading è inferiore alla media e ciò potrebbe esagerare le mosse.

Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro della Bce, ha sminuito la possibilità di un ripresa dell’inflazione, affermando che le aspettative di un incremento del livello generale dei prezzi, che potrebbero porre il Consiglio direttivo della Bce sotto pressione, paiono notevolmente esagerate.

Al contempo, la Banca Nazionale Svizzera (Bns) intende mantenere il differenziale del tasso di interesse con l’euro. Il vicepresidente Zurbrüggen ha affermato che per la Snb “l’Europa è più importante e la Bce non ha ancora normalizzato la sua politica sui tassi di interesse. Per noi è importante mantenere un differenziale con il tasso di interesse dell’euro.” Zurbrüggen ha dichiarato alla Nzz che la Bns rimane pronta a intervenire per limitare un apprezzamento del franco svizzero, sostenendo che la banca centrale elvetica agirà se necessario.

A causa della Brexit intransigente, la sterlina si muove in ribasso

Alla borsa di Londra, la coppia GBP/USD ha toccato un nuovo minimo a quota 1,1987. Il cambio tra sterlina e dollaro è ora i minimi dal rapido crollo del 7 ottobre. Il declino della sterlina fa seguito alle notizie secondo cui la primo ministro del Regno Unito, Theresa May, si sta preparando a utilizzare un discorso previsto per la giornata di martedì per annunciare che la Gran Bretagna adotterà una politica intransigente sulla Brexit. Il dato ha avuto effetti positivi sul mercato azionario britannico, spingendo il Ftse 100 a nuovi massimi storici. Le notizie secondo cui Trump intende concludere rapidamente un accordo commerciale tra Stati Uniti e Gran Bretagna rappresenta un ulteriore fattore positivo per le borse. Le affermazione del presidente degli Stati Uniti rafforzano, infatti, la posizione di Londra nei negoziasti con l’UE. Tuttavia, l’andamento negativo della sterlina esprime una visione meno ottimistica. Qualora May confermasse l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo, le ipotesi si concentrerebbero sulla velocità con la Gran Bretagna potrà concludere nuovi accordi con l’UE.

A novembre, con l’aumento delle esportazioni e delle importazioni, l’avanzo commerciale dell’Eurozona è aumentato a 22,7 miliardi di euro dai 19,9 miliardi del mese precedente. In Italia, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo di dicembre si conferma allo 0,5% su base annua, in linea con le aspettative e in crescita rispetto allo 0,1% di novembre. L’incremento è in gran parte dovuto agli effetti di base dei prezzi dell’energia. Tuttavia, l’inflazione core è salita dallo 0,4% allo 0,6% su base annua e, alla fine del 2016, l’inflazione con energia esclusa è allo 0,7%, in aumento dallo 0,4% su base annua di novembre. I dati sono ancora ben al di sotto dell’obiettivo di stabilità dei prezzi della Bce, ma si allineano agli sviluppi che si osservano negli altri paesi dell’Eurozona.

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