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Bitcoin: Il fisco ci mette lo zampino

Da:
Sebastiano Raimondo
Aggiornato: May 7, 2018, 11:17 GMT+00:00

Fino a pochi mesi fa, il tema della tassazione sui guadagni ottenuti tramite il trading di valute virtuali era un tema poco esplorato dal nostro

Bitcoin: Il fisco ci mette lo zampino

Fino a pochi mesi fa, il tema della tassazione sui guadagni ottenuti tramite il trading di valute virtuali era un tema poco esplorato dal nostro legislatore. Tuttavia, l’enorme popolarità del Bitcoin e il crescente numero di transazioni non potevano passare inosservate. Un famoso aforisma attribuito a Benjamin Franklin affermava che due cose sono certe nella vita: la morte e le tasse.

Sembra che sia giunto il momento di pagare delle tasse sui guadagni ottenuti dalle transazioni in Bitcoin. Prima di saltare a conclusioni affrettate è opportuno notare che vi sono alcuni limiti che potrebbero esentarvi dal pagamento delle suddette tasse.

Innanzitutto, l’agenzia delle entrate prevede di considerare il Bitcoin e le altre valute virtuali alla stregua di una valuta estera. Ciò significa che in linea di massima si applicano le stesse regole che si applicano nel caso di cosiddetti capital gain su valuta estera. Di fatto, la tassazione su capital gain è al 26%.

Nonostante questo, l’agenzia delle entrate afferma anche che la tassazione su capital gain avviene qualora il wallet sottostante abbia una giacenza media di 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi consecutivi.

Questa modalità di tassazione permette ai piccoli investitori privati di ottenere dei guadagni esentasse se operano al di sotto della soglia prescritta. Tuttavia, non lo esentano dalla dichiarazione dell’investimento e dai correlati adempimenti dichiarativi.

In sintesi, le principali novità riguardanti il Bitcoin in materia dichiarativa e fiscale sono due:

  1. Tassazione al 26% sui proventi dal trading di bitcoin, ossia sul capital gain. Questa tassazione si applica esclusivamente a quei depositi con una giacenza media di 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi consecutivi.
  2. Nel rispetto delle prassi sul monitoraggio fiscale, l’obbligo dichiarativo prevede la compilazione del quadro RW del modello unico PF.

Nonostante esistano ancora alcune zone d’ombra, la risoluzione dell’agenzia delle entrate sembra chiara e non lascia spazi a interpretazioni alternative. Oltre a quanto già detto, è interessante notare che poiché i wallet non sono assimilati a conti di natura bancaria, non è prevista alcuna tassazione a fini Ivafe.

Sull'Autore

Sebastiano ha un background in Business Administration con esperienze di studio alla Boston University. Dopo i suoi studi ha proseguito la sua carriera come consulente in aziende quali Accenture e Deloitte. In entrambi i casi si è focalizzato in ambito fintech coniugando la passione per la tecnologia al suo lavoro. Attualmente scrive di come la tecnologia influenza l’economia su alcuniportali online.

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