Bce e Fed dovranno guidare l’incerto 2022, ma quale sarà la loro rotta? Ecco cosa l'investitore potrebbe aspettarsi nei prossimi 12 mesi.
Questa settimana la Banca Centrale Europea (Bce) e la Federal Reserve (Fed) si riuniranno nei rispettivi board per fare il punto sulla situazione e decidere come proseguire la politica monetaria alla luce delle condizioni economiche attuali, nelle rispettive aree economiche di pertinenza.
Gli analisti sono in linea di massima d’accordo sul fatto che su entrambe le sponde dell’Atlantico i banchieri centrali vogliano agire con prudenza nei confronti di una situazione non ancora ben definita, tra incertezze e congestioni da sciogliere.
Tuttavia l’inflazione elevata a livelli che non si vedevano da decenni, impongono un intervento non più rinviabile. Gli approcci non saranno identici e i motivi sono di carattere politico e anche di differente struttura del contesto su cui Bce e Fed agiscono.
Christine Lagarde potrebbe annunciare la fine del PEPP a marzo 2022 come previsto e poi decidere nel corso del 2022 di non estendere il PEPP, ma fornendo all’area dell’euro tutto il supporto di cui avrà bisogno con l’ausilio di altri strumenti.
E inoltre la BCE ha già da tempo fatto sapere che i 120 miliardi di euro mensili usati per acquistare titoli, verranno reimpiegati al termine.
La Bce aumenterà i tassi di interesse nel corso del 2022? Probabilmente no, potrebbe cominciare a parlarne nel corso del prossimo anno per preparare il terreno all’aumento dei tassi di interesse nel 2023.
La risalita dell’inflazione e i problemi a essa correlati che ne stanno causando l’impennata influiranno su eventuali decisioni anticipate.
Quel che è certo, è che in Europa gli equilibri politici stanno mutando e potrebbero mutare ulteriormente nel corso del 2022, con conseguenti pressioni sul perimetro della Bce.
In Germania l’epoca della Merkel è tramontata. In primavera in Francia si vota per le presidenziali e in Italia non è chiaro cosa accadrà, se il governo durerà fino al 2023. In questa situazione, bisogna avviare le trattative per un nuovo Patto di stabilità nell’Ue a 27. La Bce agisce nel perimetro stabilito dalla politica Ue.
Jerome Powell negli Usa non ha un problema di perimetro politico, ma con i mercati finanziari. Qui le azioni della Fed sono molto più direttamente legate a Wall Street e per questo il numero uno della Fed sta agendo con molta cautela per evitare errori.
La sua strategia dei piccoli passi, prima l’annuncio estivo del tapering e quindi la recente revisione sull’inflazione non più considerata transitoria, pare funzionare.
La riunione del 15 dicembre è molto attesa, ma cosa sarà deciso è già chiaro a tutti e per questo si attende solo il pronunciamento. Powell ridurrà in modo ancor più significativo il riacquisto di titoli per togliere liquidità e drogarlo meno.
Nel 2022 è previsto che possano già salire i tassi di interesse, ma non prima di settembre quando il tasso di interesse sui fondi federali USA potrebbe essere innalzato allo 0,75%.
In generale i tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbero salire per due volte negli ultimi due trimestri del prossimo anno.
Il 2021 è stato l’anno del recupero dopo un 2020 particolarmente disastroso per le economie. Il 2022 traghetterà le economie mondiali verso una nuova normalità tutta ancora da definire.
Non mancheranno le turbolenze su mercati finanziari e per questo il consiglio è di approfittare dei cali per abbassare il prezzo medio di carico (PMC) dei titoli in portafoglio e di avere un orizzonte temporale che va oltre i 12 mesi.
Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.