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Aumenta la Propensione al Rischio degli Investitori

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 9, 2015, 17:44 UTC

Martedì l'euro rimane pressoché indifferente nei confronti dei nuovi dati sul Pil superiori alle aspettative. La coppia EUR/USD si attesta a 1,1195

Aumenta la Propensione al Rischio degli Investitori
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Martedì l’euro rimane pressoché indifferente nei confronti dei nuovi dati sul Pil superiori alle aspettative. La coppia EUR/USD si attesta a 1,1195 guadagnando terreno in scia al calo del dollaro, a sua volta legato al rinnovato interesse da parte dei trader nei confronti dei mercati azionari. L’economia dell’eurozona nel secondo trimestre supera le stime iniziali: le forti esportazioni compensano infatti la contrazione degli investimenti. Secondo i dati pubblicati martedì dall’Eurostat, il Prodotto Interno Lordo avrebbe guadagnato uno 0,4%, che va ad aggiungersi allo 0,5% del trimestre precedente. Il tasso di crescita del primo trimestre è il più alto dall’inizio 2011, quando l’economia registrò un’espansione dello 0,9%.

Nel mese di luglio in Germania le esportazioni, sostenute dal deprezzamento dell’euro, sono cresciute più del previsto, toccando livelli record: nel terzo trimestre la Germania recupererà il ruolo di motore della crescita dell’Unione Europea. Mese su mese, a luglio le esportazioni in Germania sono salite del 2,4%, il tasso di crescita più alto dal dicembre 2014. Gli economisti prevedevano una crescita dell’1%, sufficiente a compensare il calo dell’1,1% del mese di giugno. Le importazioni a luglio – dopo la flessione dello 0,8% del mese di giugno – sono cresciute più del previsto, con un 2,2% contro lo 0,7% previsto.

In Francia nel mese di luglio il deficit della bilancia commerciale ha registrato un’espansione superiore alle aspettative rispetto al mese precedente: secondo i dati pubblicati martedì dal French Customs, sia esportazioni che importazioni hanno subito un calo. Il deficit è salito a 3,299 miliardi di euro dai 2,757 del mese di giugno, quando ha toccato i minimi dal luglio 2009. Gli economisti prevedevano invece un passivo di 3,100 miliardi, mentre lo scorso anno il deficit ammontava a 5,557 miliardi di euro.

Martedì l’euro ha guadagnato terreno sul dollaro, rispetto alla chiusura precedente a 1,1171 nella sessione nordamericana di venerdì. L’euro ha toccato un massimo intraday di 1,1231 e un minimo pari a 1,154. L’indice del dollaro, che segue l’andamento del divisa USA contro le sei principali valute estere, martedì è sceso a 95,98, cedendo terreno rispetto alla precedente chiusura a 96,13 nella sessione nordamericana di venerdì. Il dollaro è oscillato fra un massimo intraday pari a 96,24 e un minimo pari a 95,73.

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Il rialzo registrato sulle borse USA segue quello conseguito in Europa e in Asia in scia ai dati deludenti sulle esportazioni dalla Cina (pubblicati lunedì a inizio giornata) che hanno indotto i trader a credere che Pechino potrebbe propendere per l’adozione di ulteriori misure di stimolo atte a sostenere l’economia languente del paese.

Lo S&P 500 guadagna 41 punti (2,1%) e sale 1,962. Il Dow Jones guadagna 335 punti (2,1%) salendo a 16.438 mentre il Nasdaq compie un balzo di 111 punti (2,4%) raggiungendo quota 4.795.

Ora che manca poco più di una settimana alla riunione del Comitato Federale per il Mercato Aperto che si terrà il 16 e 17 settembre, gli investitori concentreranno la propria attenzione su eventuali segnali che lascino intendere un’eventuale propensione della banca centrale verso un aumento dei tassi di interesse; dopo che l’attesissimo rapporto sulle buste paga del settore agricolo pubblicato venerdì non ha chiarito quale possa essere l’esito della riunione.

Martedì, dopo due settimane su terreno negativo, le valute dei paesi emergenti si sono mosse in rialzo contro il dollaro, altro segnale di una propensione al rischio in aumento. La lira turca guadagna lo 0,6% salendo a 3,01 mentre il real brasiliano sale dell’1% a 3,8 e il rand del Sudafrica sale dell’1,2%, a 13,80 contro il dollaro.

Martedì la sterlina sale per il secondo giorno, allontanandosi dai minimi degli ultimi quattro mesi toccati la scorsa settimana contro il dollaro, traendo beneficio dalla ritrovata propensione al rischio di mercati globali e dalle notizie secondo le quali una società assicurativa giapponese starebbe acquisendo una società britannica. La sterlina ha toccato un massimo una settimana a quota 1,5413, recuperando rispetto al minimo degli ultimi quattro mesi toccato venerdì a quota 1, 5163, e guadagnando terreno anche contro un euro a bassi rendimenti, con un +0,5% che porta la divisa a quota 72,75 contro l’euro.

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