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Archegos, Bill Hwang e speculazione finanziaria al limite: Come bruciare 20 mld

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 30, 2021, 08:48 UTC

Archegos Capital Management di Bill Hwang, grazie ad una azione di finanza altamente speculativa, ha creato un buco da 20 mld nelle casse di Credit Suisse e Nomura.

archegos asset management

Come si “bruciano” 20 miliardi di dollari di capitalizzazione in poche ore? Portando al limite l’azzardo speculativo e navigando sotto traccia con i total return swaps. In sintesi si potrebbe banalmente spiegare così il crac finanziario generato dalla Archegos Capital Management, società di gestione di investimenti di tipo familiare di proprietà di Bill Hwang, un tipo che di guai nella finanza ne ha già combinati.

Come noto il nodo è venuto al pettine venerdì scorso quando in poche ore il titolo azionario ViacomCBS (VIAC) è crollato significativamente. Con questo titolo sono crollati anche Discovery, Baidu Inc., Tencent Music Entertainment Group.

Ma cosa ha causato il terremoto da 20 miliardi di dollari che ha tirato nel buco nero Credit Suisse e Nomura? Le cose sono andate così.

Archegos e la chiamata di margine

Archegos è un fondo altamente speculativo gestito da Bill Hwang, già processato e condannato nel 2012 per insider trading a pagare una multa da svariati milioni di dollari, ma non “radiato” dal mondo finanziario e così ha potuto continuare ad operare da Manhattan dove ha sede la sua società finanziaria rifondata appena nel 2013.

Archegos opera avendo come suoi broker Credit Suisse e Nomura, e molte altre banche che non sapevano delle posizioni aperte presso gli altri broker, appunto perché l’asset management opera con i total return swaps e non è quindi tenuto a dichiarare l’acquisto di azioni.

Venerdì è stato richiesto a Hwang, un discepolo di Julian Robertson fondatore del Tiger Management Capital, di fornire maggiori garanzie alle sue posizioni o di restituire quanto i broker gli avevano prestato per fare trading sui mercati finanziari.

Archegos si è ritrovata nella condizione di dover quindi vendere le sue posizioni per recuperare i fondi da restituire e tra queste vi erano le posizioni sul titolo ViacomCBS, che ha subito un crollo del 27% venerdì 26 marzo.

La questione a questo punto si è complicata, perché, mentre Goldman Sachs, Morgan Stanley (che ha venduto 15 miliardi di titoli azionari in pochi giorni), ma anche Deutsche Bank si sono salvate, a restare con il cerino in mano sono state Credit Suisse e Nomura.

Le due banche in totale avrebbero totalizzato un buco di circa 20 miliardi di dollari. Anche se Credit Suisse ha annunciato che al momento non è stata capace di ben quantificare il crac, ma che esso avrà sicuramente ripercussioni sui risultati del primo trimestre del 2021.

Effetto domino?

Il timore iniziale riguardava la possibilità di un effetto domino su altri fondi altamente speculativi, che si trovano a effettuare operazioni finanziarie altamente spregiudicate e ai limiti delle loro reali possibilità finanziarie.

Per ora l’effetto domino sembra essere stato scongiurato ed arginato dalle altre grandi banche che hanno saputo evitare perdite.

Il destino di Archegos Capital Management

Il sito web di Archegos Capital Management non è più raggiungibile, e non è certo un buon segnale questo.

Il crac di Archegos è stato paragonato a quello causato da Long Term Capital Management nel 1998.

Eppure per evitare il crac sarebbe bastata la compilazione del modulo 13F, che avrebbe permesso alle autorità di vigilanza statunitensi di vigilare sul fondo speculativo e di intervenire prima che creasse il crac.

Nessuna banca, però, prima di operare con Archegos, ha chiesto di mostrare il modulo 13F compilato e/o di poterlo leggere.

I crac del passato, a quanto pare, sembrano non insegnare alle banche la prudenza.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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