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Al G20, le politiche della Banca del Giappone e della Fed saranno un importante argomento di disccusione

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Sep 5, 2016, 17:31 UTC

Nella giornata di venerdì, dopo la pubblicazione dei deludenti dati sull'occupazione negli Stati Uniti, si avvicinava l'apertura del vertice del G20 che,

Al G20, le politiche della Banca del Giappone e della Fed saranno un importante argomento di disccusione

Nella giornata di venerdì, dopo la pubblicazione dei deludenti dati sull’occupazione negli Stati Uniti, si avvicinava l’apertura del vertice del G20 che, nel fine settimana, ha rappresentato l’evento di maggiore interesse. Le autorità mondiali si sono incontrate in Cina per rinnovare le loro promesse sull’impiego delle imposte e della spesa pubblica per ravvivare un’economia globale stagnante. Tuttavia, le probabilità di una nuova spinta in favore della crescita paiono scarse. Molti dei principali banchieri centrali hanno invitato i governi a rinunciare a misure espansive da parte delle massime autorità di politica monetaria.

Mentre cresce la preoccupazione per l’eccessivo affidamento che si è fatto sulle banche centrali per la gestione dei postumi della crisi finanziaria, vi sono segnali interessanti di un approccio più rilassato alla spesa pubblica.

L’Unione Europea ha ammorbidito la propria posizione sulle regole di bilancio nei confronti di alcuni Stati membri. La Gran Bretagna, che fino a non molto tempo fa dichiarava la propria intenzione di passare di passare dall’ampio debito all’avanzo per il 2020, sta considerando di adottare misure di stimolo per bilanciare gli effetti dello shock del Brexit.

Gli Stati Uniti, frustrati dal perdurante rallentamento dell’economia mondiale, sperano che i propri inviti ai governi, affinché agiscano con più decisione per rilanciare la crescita, ottengano maggiore ascolto quando i capi di Stato e di governo del G20 si riuniranno a Hangzhou, in Cina, nelle giornate di domenica  e lunedì. Oggi è un giorno festivo negli Stati Uniti e in Canada: i mercati sono, quindi, chiusi.

Nello scorso mese, il Giappone, che sta tentando di rilanciare la propria economia da circa venti anni, ha annunciato un programma di spesa pubblica del valore di 13,5 trilioni di yen, che va dagli investimenti nelle infrastrutture al sostegno alle famiglie a basso reddito. Tuttavia, dato lo stato delle finanze pubbliche in molti a paesi, l’azione di riavvio della crescita è stata necessariamente debole.

A quasi dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria, numerosi banchieri centrali sono esasperati, ritenendo che le decise misure da essi adottate non siano state seguite dai governi.

nikkei

Nella giornata di domenica, il vicepresidente della Fed, Stanley Fischer, ha dichiarato: “La politica monetaria non è ben equipaggiata per affrontare questioni come il rallentamento della crescita della produttività.” Fischer ha, poi, invitato il governo degli Stati Uniti a investire di più in infrastrutture e istruzione per accelerare la lenta ripresa.

La Banca del Giappone si confronta con una questione di elevata complessità: il proprio bilancio sta, infatti, aumentando ai massimi storici, senza che si verifichino notevoli cambiamenti nell’economia. La vera domanda è come la Banca del Giappone uscirà dalla politica dei tassi negativi e del massiccio acquisto di titoli. Lo yen rimane notevolmente apprezzato, nonostante l’andamento della scorsa settimana. Contro il dollaro, la valuta nipponica viene negoziata a quota 103,91, quando la Banca del Giappone e il governo di Tokyo sperano che il cambio si avvicini a quota 120. Il Nikkei 225 è ancora in rialzo. Bloomberg ha annunciato un differenziale di 8,7 trilioni di yen (84 miliardi di dollari) tra il valore dei titoli di Stato detenuti dalla Banca del Giappone e il loro valore nominale.

Sebbene non sia un problema immediato, poiché le entrate della Banca del Giappone possono coprire le perdite, l’ampliamento del divario pone degli interrogativi sulla sostenibilità del programma di acquisto di titoli che, secondo il governatore Kuroda, potrebbe essere ampliato.

Il differenziale si crea perché, diversamente dalla Federal Reserve, la Banca del Giappone conta i titoli che detiene al prezzo di acquisto, meno i costi di ammortizzazione. Questo numero differisce sempre più dal valore nominale perché gli acquisti effettuati dalla banca centrale e i tassi negativi stanno facendo aumentare i prezzi. I valore nominale è quello che la Banca del Giappone ottiene alla maturazione dei titoli.

La Federal Reserve è ansiosa di normalizzare la propria politica monetaria e di aumentare i tassi di interesse. Secondo Bill Gross, i dati sull’occupazione di agosto assicurano che la Fed innalzerà i tassi nel corso del mese. Per Pacific Investment Management Co, invece, la banca centrale degli Stati Uniti attenderà. Il dollaro viene negoziato a quota 95,62, correggendo un’iniziale reazione istintiva al rapporto sull’occupazione. Le borse statunitensi hanno concluso la settimana senza registrare particolari cambiamenti.

fed rate increase

Durante un’intervista a Bloomberg Radio, Gross, manager dello Janus Global Unconstrained Bond Fund, ha affermato: “Settembre è arrivato — Non penso che la manovra restrittiva avverrà al 100%, ma che le probabilità siano prossime al 100%. Se non ci riescono neanche questi dati sul lavoro, non cosa potrebbe farcela.” Pimco, l’impresa che Gross contribuì a fondare e che lasciò nel 2014, non è d’accordo.

L’intervista di Gross è stata registrata prima della pubblicazione dei dati sull’occupazione nella giornata di venerdì. Il rapporto ha mostrato che, durante lo scorso mese, i nuovi posti di lavoro sono stati 151000, dopo l’incremento di 275000 a luglio, superiore alle aspettative. La previsione media di un’indagine di Bloomberg dava l’aumento dell’occupazione a 180000 nuovi occupati. Il tasso di disoccupazione e quello di partecipazione sono rimasti stabili, mentre i salari hanno registrato un lieve incremento e le ore lavorate sono scese al minimo dal 2014.

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