Tradotto con IA
Durante la sessione asiatica di giovedì, l’Indice del Dollaro USA (DXY) ha proseguito la sua discesa per il secondo giorno, oscillando intorno a 98,25. Il calo segue dati sull’inflazione più deboli del previsto, rafforzando la speculazione secondo cui la Federal Reserve potrebbe iniziare ad allentare i tassi entro settembre.
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) di maggio è aumentato del 2,4% su base annua, deludendo le previsioni di 2,5%. Il core CPI si è abbassato al 2,8%, inferiore all’atteso 2,9%.
Questi dati hanno rafforzato le scommesse di mercato su un taglio dei tassi della Fed di 25 punti base, con il CME FedWatch Tool che mostra maggiori probabilità per settembre. L’indebolimento dell’inflazione e segnali più ampi di rallentamento della crescita hanno fatto pesare sul dollaro.
L’affermazione dell’ex presidente Donald Trump secondo cui un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina sarebbe quasi concluso, con l’introduzione di una tariffa del 55% sui beni cinesi, ha scatenato ulteriore volatilità. Il mercato rimane cauto, in assenza di una conferma ufficiale da Pechino.
Nonostante l’intensificarsi delle tensioni con l’Iran e gli avvisi di evacuazione emessi dagli Stati Uniti, il dollaro non ha guadagnato terreno come bene rifugio, poich\u00e9 le scommesse sulla Fed accomodante continuano a dominare il sentiment.
Il Dollaro USA (DXY) ha rotto in modo decisivo al di sotto della zona di supporto chiave di 98,60, attualmente scambiato intorno a 98,34 e protraendo il trend ribassista. Questo segna una rottura netta dalla recente fase di consolidamento, che era tenuta dalla fine di maggio.
Sia la media mobile esponenziale a 50 periodi (50 EMA) (99,00) che quella a 200 periodi (200 EMA) (99,77) rimangono ben al di sopra del prezzo attuale, confermando lo slancio ribassista e rafforzando le previsioni negative. Il rifiuto alla trendline discendente e il mancato recupero della zona di resistenza a 99,22 hanno ulteriormente consolidato la debolezza a breve termine.
Se la discesa dovesse continuare, i prossimi livelli da monitorare sono 98,00, seguiti da 97,60. Un calo sostenuto al di sotto di 97,60 potrebbe esporre 97,30 e possibilmente 96,80. Solo una ripresa oltre 98,86 neutralizzerebbe la pressione ribassista immediata.
GBP/USD sta testando una resistenza intorno a 1,3588 dopo una ripresa netta dalla zona di 1,3480. Il cambi sta oscillando tra trendline convergenti, formando un triangolo simmetrico, rimanendo al di sopra sia della 50 EMA (1,3537) che della 200 EMA (1,3525) sul grafico orario.
La sfida immediata si trova a 1,3598; molteplici rifiuti in questa zona ne rafforzano la funzione di barriera. Un breakout confermato al di sopra di questo livello potrebbe puntare a 1,3626 e successivamente a 1,3670. Sul lato ribassista, il supporto chiave è individuato a 1,3534; una rottura al di sotto comporterebbe l’esposizione a 1,3500 e 1,3456.
Finché il prezzo rimane al di sopra della 200 EMA, il bias resta leggermente rialzista; tuttavia, è necessario un breakout per confermare la direzione.
EUR/USD ha superato i massimi plurimensili, attualmente scambiato intorno a 1,1522 dopo aver superato con slancio la resistenza chiave a 1,1495. Una marcata trendline ascendente supporta saldamente il cambi, che opera ben al di sopra sia della 50 EMA (1,1420) che della 200 EMA (1,1318), confermando un forte slancio bullish.
Il breakout è sostenuto dal debole sentimento verso il Dollaro USA a seguito di dati sull’inflazione deboli e dall’aumento delle aspettative di taglio dei tassi. Se i rialzisti mantengono il controllo, i prossimi obiettivi al rialzo sono 1,1572 e 1,1615.
Il supporto immediato si trova a 1,1495, seguito dalla trendline intorno a 1,1450. La struttura resta bullish finché il prezzo rimane sopra la zona di supporto 1,1450–1,1495.
Arslan è un MBA in finanza e possiede anche una laurea MPhil in finanza comportamentale. Esperto in analisi finanziaria e psicologia degli investitori, Arslan utilizza il suo background accademico per offrire preziose intuizioni sul sentiment di mercato e sulla probabilità che gli strumenti siano sovraacquistati o sovrasvenduti.