Il petrolio greggio chiude una settimana pazzesca a 44,22, in ribasso di oltre il 7% da inizio settimana; a premere sul mercato un aumento delle riserve
Il petrolio greggio chiude una settimana pazzesca a 44,22, in ribasso di oltre il 7% da inizio settimana; a premere sul mercato un aumento delle riserve segnalato dalla EIA e un probabile fallimento delle trattative alla riunione dell’Opec di settembre. In ribasso anche il Brent che chiude a 46,63, giù del 6,5%. La nuova settimana inizierà con un giorno festivo negli Stati Uniti; il WTI dovrebbe ancora attirare le vendite, dato che i produttori statunitensi continuano ad aumentare la produzione e le riserve sono ai massimi storici. Gli investitori hanno rivolto lo sguardo ai dati ufficiali di mercoledì, che hanno segnalato un incremento di scorte di greggio statunitense pari a 2,3 milioni di barili, più del doppio di quanto il mercato non avesse previsto. Stando ai dati diffusi dall’agenzia di informazione sull’energia USA (EIA), le riserve di distillati, che includono diesel e olio combustibile, sono aumentate di circa 10 volte il volume previsto.
In vista di un possibile accordo per un freno alla produzione da parte dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e di altri produttori alla riunione del 26-28 settembre in Algeria, nel mese di agosto il prezzo del petrolio è aumentato dell’11%, registrando la migliore performance mensile da aprile. Alla riunione è prevista anche la partecipazione della Russia.
Molti investitori però dubitano che l’Opec possa raggiungere una posizione condivisa sulla produzione, pertanto negli ultimi giorni i prezzi sono scesi. In passato molti tentativi per frenare la produzione sono falliti; l’Opec è responsabile di circa il 40% della produzione mondiale.