Analisi e suggerimenti: L’oro si muove in ribasso e scivola a 1310,05; intanto l'economia USA sembra godere di ottima salute, permettendo alla Fed di
Analisi e suggerimenti:
L’oro si muove in ribasso e scivola a 1310,05; intanto l’economia USA sembra godere di ottima salute, permettendo alla Fed di innalzare i tassi di interessi ben due volte prima della fine dell’anno, ma per una decisione in tal senso sarà decisivo il rapporto NFP di venerdì. I funzionari della Fed hanno lasciato intendere che una decisione a breve termine sui tassi di interesse verrà presa solo se i dati economici rimarranno positivi. Il prossimo appuntamento è quindi con il rapporto di venerdì sulle buste-paga USA.
Con i trader impegnati a comprare, alla luce di un percorso di innalzamento dei tassi indipendente e non ancorato a un passo regolare di un normale ciclo, ci saremmo aspettati che rialzo del dollaro sarebbe stato in qualche modo frenato, a differenza di quanto abbiamo visto questa settimana.
Non rimaniate sorpresi nel veder uscire dal mercato i venditori short sul dollaro più deboli, qualora dovessero convincersi che i dati ADP di questa mattina sull’occupazione del settore non manifatturiero (+174mila) avranno ripercussioni positive sul dato principale di venerdì.
Nonostante sul finire del mese la partecipazione sia minima, questa mattina il “potente“ dollaro continua la propria performance stellare, salendo al massimo in un mese contro le controparti G10; gli investitori intanto continuano a valutare la prospettiva di una normalizzazione dei tassi di interesse nel corso dell’anno.
L’oro ha subito un brutto colpo a causa della mutazione delle aspettative rispetto all’aumento dei tassi verificatasi la scorsa settimana e in questo momento vediamo crescere la pressione sul supporto dei 1300 $, dopo che ieri il mercato è sceso ai minimi degli ultimi due mesi. Nelle ultime ventiquattr’ore il mercato sembra aver trovato una stabilità ma questa potrebbe durare fin tanto che durerà la stabilità del dollaro.
I mercati continuano a sottostimare la possibilità di assistere a un innalzamento dei tassi nel corso del 2016: nonostante i ripetuti avvertimenti, un intervento nel mese di settembre viene dato con una probabilità di solo il 24%, mentre a dicembre viene dato al 54%. A meno che il rapporto sull’occupazione di domani dovesse rivelarsi pessimo, nelle prossime settimane la retorica a favore di una stretta monetaria dovrebbe prendere piede e i mercati dovranno scontare un ulteriore rialzo dei tassi e un conseguente probabile rafforzamento del dollaro e flessione del prezzo dell’oro.
Se è vero gli occhi saranno puntati sul rapporto sull’occupazione negli USA di domani, di gran lunga il più importante evento della settimana, nel corso della giornata saranno pubblicati un’abbondante numero di dati economici, garantendo una sessione piuttosto vivace. La notte scorsa abbiamo già visto i dati sul PMI dalla Cina, che hanno disegnato un quadro relativamente contrastante. I dati ufficiali sul PMI del settore manifatturiero ritornano sul terreno della crescita e fanno segnare la miglior lettura degli ultimi due anni mentre il PMI Caixin – che si concentra maggiormente su aziende private di medie piccole dimensioni – è sceso a 50, indicando una fase di stagnazione. Il PMI del settore non agricolo cede leggermente terreno rimanendo però ampiamente in zona di crescita.
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Prossimi eventi economici da monitorare
2 settembre 2016
| Paese | Evento | Volatilità | Precedente |
| GBP | Indice dei direttori degli acquisti del settore edilizio | 2 | 45,9 |
| EUR | Indice dei prezzi alla produzione | 2 | -3,1 |
| USD | Retribuzione oraria media | 2 | 2,6 |
| USD | Orario settimanale medio | 2 | 34,5 |
| USD | Buste paga dei settori non agricoli | 3 | 255 |
| USD | Tasso di disoccupazione | 3 | 4,9 |
| USD | Tasso di partecipazione della forza lavoro | 2 | 62,8 |
| USD | Bilancia commerciale | 2 | -44,5 |
| USD | Ordinativi industriali | 2 | -1,5 |
| USD | Conteggio di Baker Hughes dei pozzi petroliferi attivi negli Stati Uniti | 2 |
Aste di titoli di Stato
Data Ora Paese Asta
1 settembre 10:30 Spagna Asta Bonos con tasso di interesse dello 0,25% e scadenza a gennaio 2019, con tasso di interesse dell’1,3% e scadenza a ottobre 2026, con tasso di interesse del 2,9% e scadenza a ottobre 2046
1 settembre 10:50 Francia Asta OAT del valore di 8-9 miliardi di euro con tasso di interesse dello 0,25% e scadenza a novembre 2026, con tasso di interesse dell’1,25% e scadenza a maggio 2036 e con tasso di interesse del 3,25% e scadenza a maggio 2045
1 settembre 11:03 Svezia Aste di titoli di Stato del valore di 0,5 miliardi di corone svedesi con tasso di interesse dello 0,125% e scadenza a giugno 2019 e del valore di 0,5 miliardi di corone svedesi e scadenza a giugno 2022
1 settembre 11:30 Regno Unito Asta Gilt del valore di 2,75 miliardi di sterline con tasso di interesse dello 0,5% e scadenza a luglio 2022
6 settembre 11:00 Austria Asta di titoli di Stato
6 settembre 11:30 Regno Unito Asta Gilt con tasso di interesse dell’1,5% e scadenza nel 2026
6 settembre 11:30 Germania Asta di titoli di Stato
7 settembre 10:30 Danimarca Asta di titoli di Stato
7 settembre 11:03 Svezia Asta di titoli di Stato
7 settembre 11:30 Germania Asta Bund del valore di 5 miliardi di euro con tasso di interesse dello 0% e scadenza ad agosto 2026
8 settembre 11:00 Irlanda Asta di titoli di Stato
8 settembre 17:20 Italia Pubblicazione dei dettagli dell’asta di titoli di Stato